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martedì 4 luglio 2017

Intervista a Telepathy: l'umiltà di essere una cosa sola con la folla

(Intervista a Telepathy)


Dopo aver apprezzato il loro disco Tempest era quasi un dovere conoscere più approfonditamente i Telepathy. La mia recensione di questo disco la trovate qui.Invece qua sotto trovate le loro interessanti risposte alle mie domande. Buona lettura!

Tempest


● (Lettere Dall’Underground) Ciao ragazzi, è un piacere parlare con voi. Approfondiamo Tempest. Possiamo dire che ciascuno di noi ha una tempest all’interno? 
(Telepathy) Assolutamente sì, il concetto del nuovo album è nato da un momento turbolento delle nostre vite e abbiamo dovuto regolarci con un sacco di tematiche che erano prevalenti per noi in quel periodo. Dunque sì, possiamo prendere il concetto metaforicamente o letteralmente.

 (LDU) Mi piace un sacco che avete costruito delle storie senza utilizzare le parole, e penso che ogni persona che ascolterà Tempest sarà in grado di vedere chiaramente qual è stata la vostra intenzione, pertanto la mia domanda è: avete pensato prima all’idea di quello che volevate raccontare o la musica è stata la prima cosa? 
(T) La musica è venuta fuori per prima. Dopo che abbiamo scritto le prime due canzoni siamo riusciti a vedere la storia che stava venendo fuori dalla musica. Da quel punto abbiamo strutturato l’album per farlo calzare nella narrazione.
Tempest

 ● (LDU) Un’altra cosa grandiosa della vostra musica è che non avete limiti. Suonate tranquillamente post metal, doom, sludge, post rock. Quanto è importante non avere limiti quando componete?
(T) È la cosa più importante per noi, non vogliamo essere socchiusi in un genere o formula. Essere catalogati in un certo genere è qualcosa che c’interessa ben poco, preferiamo seguire I nostri istinti e scolpire la nostra propria strada. 

 (LDU) Di recente avete suonato al Roadburn Fest. Com’è andata?
(T) Il Roadburn Festival è stata un’esperienza incredibile ed è stato un piacere assoluto aver concluso il nostro tour lì. Tutto quel che posso dire è che tutte le cose positive che puoi avere sentito sono vere, è un festival dove tutta la gente interessata nella musica di mentalità avanguardista dovrebbe essere presente.

 ● (LDU) Avete mai pensato di aggiungere delle voci alle vostre canzoni? 
(T) Certo, con Echo of Souls del Nuovo album, sapevamo che era il punto perfetto del disco e il momento giusto per la band di aggiungere voce alla nostra musica. Non utilizzeremmo mai delle voci per il semplice piacere di aggiungerle, soltanto quando possono aggiungere qualcosa alla musica e sempre come se fosse un nuovo strumento.

 ● (LDU) Cosa vi aspettate dal vostro pubblico? 
(T) Nulla in assoluto, sappiamo di essere dei previlegiati del fatto che ci sia gente come te che sia interessata nella band e nella musica che facciamo. Siamo incredibilmente gratti di poter suonare questa musica per gente che si trova molto lontano dalla nostra casa e di avere un pubblico globale che segue tutto quello che facciamo. Vogliamo soltanto condividere un’esperienza con altra gente augurandoci che provino qualche piacere con quello che sappiamo fare.

• (LDU) Parlando da musicisti, qual è il concerto perfetto? 
(T) Quando la folla e la band diventano una cosa sola, e tutti quanti si perdono nella musica. 

● (LDU) Qual è la cosa più strana che avete mai visutto suonando la vostra musica? 
(T) Tantissime! Onestamente condividere un concerto ed il backstage con Scott Kelly dei Neurosis, Chelsea Wolfe e John Baizley è stato molto surreale per noi come band. Guidare attraverso le montagne della Repubblica Ceca e suonare in un Vecchio orfanatrofio nel nostro primo tour europeo è stato molto strano! 

 ● (LDU) Grazie mille! Mi auguro di vedervi dal vivo molto presto! 
(T) Grazie per il tuo interesse e per il tuo tempo, ci auguriamo che stiate godendovi il nuovo album!
(Lettere Dall’Undergound) Hi guys, it’s a pleasure to talk with you. Let’s talk about Tempest. Can we say that each one have a tempest inside? 
(Telepathy) Definitely, the concept of the new album was born from a turbulent time in our lives and deals with a lot of themes that were prevalent for us at the time. So yes, you could take the concept metaphorically or literally

 ● (LDU) I like a lot that you have built a story without works, and I think that every person that listen to Tempest is able to see clearly what was your intention, so have you first talk about the idea of what do you wish to tell or music came first? 
(T) The music definitely came first. After we had written the first two songs we could all see the story that was emerging from the music. From there, we structured the album to fit the narrative. 

 ● (LDU) Another great thing of your music is the fact that you have no limits. You play easily post metal, doom, sludge, post rock. How much important is to don’t have limits when you write music? 
(T) It is the most important thing for us, we don’t want to be restricted to one style or formula. Being pigeonholed into a certain genre is something we have very little interest in, we would rather follow our instincts and carve our own path

 ● (LDU) You have recently play at Roadburn Fest. How was it? 
(T) Roadburn Festival was an amzing experience and it was an absolute pleasure to end our tour there. All i can say is all the positive things you have heard are true, and it’s a festival that anyone with an interest in forward thinking music should attend.

 ● (LDU) Have you ever think to put voices on your songs?
(T) For sure, with Echo of Souls on the new album, we knew it was perfect point of the album and time for our band to introduce vocals into the music. We will never use vocals for the sake of it, only when they can add something to the music and always as another instrument

 ● (LDU) What do you expect from your audience? 
(T) Absolutely nothing, we know that we are very privileged to have people such as yourself who are interested in the band and the music we make. We’re incredibly grateful to be able to play this music for people far away from home and to have an audience around the world who dig what we do. We just want to share an experience with people and hope they take some pleasure in what we do. 

 ● (LDU) Like a musician what it’s the perfect concert? 
(T) When the crowd and band become one, and everyone loses themselves to the music.

Tempest


 ● (LDU) What is the strangest thing you have lived playing your music? 
(T) So many! Honestly, sharing a bill and backstage with Scott Kelly from Neurosis, Chelsea Wolfe and John Baizley was pretty surreal for us as a band. Driving through the Czech mountains and playing an old orphanage on our first European tour was pretty strange! 

 ● (LDU) What do you think about Italy? Have you the idea to come there to do some concerts? 
(T) We would love to play some shows in Italy, hopefully we can make that happen in the near future!

● (LDU) Thank you so much! Hope to see you on stage very soon! 
 (T) Thank you for your interest and time, we hope you’re all digging the new album!

lunedì 27 marzo 2017

Telepathy - Tempest: quando la tempesta è dentro di noi

(Recensione di Tempest dei Telepathy)


Qualche mese fa, intervistando il cantante di un gruppo, è venuto fuori che la loro fonte maggiore d'ispirazione provenisse dall'osservazione del paesaggio rurale. Riflettendoci sopra quello che molto spesso denoto nella musica è proprio la differenza tra l'ispirazione rurale, o naturalista e quella urbana. E' incredibile come entrambe le cose riescano a far nascere delle composizioni che denotano fedelmente la fonte d'ispirazione. 
La musica urbana è molto più "futurista", grigia, a tratti spensierata. Quella rurale, o naturalista, è più grandiloquente, colorata, epica. Io non scelgo ne l'una ne l'altra, perché in entrambi gli insieme ci sono cose che mi appassionano profondamente, ma m'interessava fare questa distinzione, che non è minore.

Tempest

Partendo già dal titolo del disco che vi racconto quest'oggi è facile accostare questo disco all'insieme di lavori ispirati nella natura. Il disco si chiama Tempest ed è il secondo lavoro degli inglesi Telepathy. Il trucco, però, che è al centro di questo lavoro e che regala tutta la grazia è che la "tempesta" raccontata non è quella meteorologica ma bensì quella interna di una persona. Verrebbe facile pensare allora che questo sia un disco urbano ma dal mio punto di vista non è. Perché? Perché noi siamo parte della natura, siamo il riflesso di quello che succede lì e continuiamo ad essere il nulla di fronte a lei. Per quello penso che la metafora sia servita, che le vicende in un giorno di vita di una persona possano essere paragonate ad un fenomeno così maestoso come una tempesta. 

Tempest

Tranne in un brano l'intero Tempest è completamente spoglio di parole e di voce. Per lo tanto il compito dei Telepathy è quello di raccontare tutto quanto con la musica. Il loro punto di partenza trova dei paragoni molto validi nella musica portata avanti da gruppi come God is an Astronaut o Russian Circles ma la cosa interessante, e bellissima, è che oltre a quell'impronta di post rock c'è una grande apertura che porta la band a suonare delle cose che invece potrebbero essere inglobate nel post metal o in un particolare progressive sludge, non disdegnando neanche delle strizzatine d'occhio verso il doom o l'utilizzo di ritmiche marcatamente black metal. E' per quello che il discorso musicale della band inglese è bellissimo, sorprendente e, ancora una volta, ci porta a capire che la musica è infinita, che ci sono tantissime vie da percorrere, e che una inedita è quella dei Telepathy.

Tempest

Una tempesta è un fenomeno impressionante, bellissimo, che sprigiona una quantità d'energia immensa. La musica dei Telepathy è la stessa cosa. Si preannuncia con piccoli segnali che crescono e crescono fino a diventare un'onda inarrestabile, violenta, dissacrante. Successivamente si aprono piccoli spiragli dai quali si filtra la luce facendo capire che è un nuovo inizio. Questa è Tempest, questa è la storia di una persona, che vede come la sua propria vita viene distrutta violentemente e senza via di scampo per poi intravedere una rinascita, una possibilità di affrontare ancora una volta la vita a testa alta, perché, anche se è una grandissima ovvietà, dopo la tempesta viene sempre il sereno. 

Telepathy

Due brani da segnalarvi.
Il primo è l'unico brano cantato. Si chiama Echo of Souls ed è la perfetta dimostrazione della versatilità della band che non ha problemi a lasciare la parte strumentale per buttarsi dentro ad un brano che ha tutte le sembianze sludge. Ma questo processo non è veloce, è studia/to, è originale, muta fino a sembrare una canzone black metal quando il punto iniziale 
era post rock. Cose che potrebbero non aver nulla in comune ma che, invece, si uniscono alla perfezione con una coerenza disarmante. Un trionfo.
Il secondo è Water Divides the Tides. Se il primo brano era forte, energico, oscuro questo qua è molto più luminoso, piacevole, incantevole. E' il brano che rappresenta la rinascita, è la reazione, è la consapevolezza di qualcosa di nuovo e della capacità di governare da soli le nostre vite. Per quello quando ci sono, ancora una volta, delle incursioni nella ritmica black metal invece di essere qualcosa di oscuro ed aggressivo c'è un'energia luminosa che si traduce in quel modo di suonare. Brano maestoso.



Ci sono due elementi importanti in questo disco: l'acqua e il cerchio. Il secondo si verifica nel modo che si sviluppa questo lavoro, che inizia e finisce con la bellezza, con la morbidezza, con elementi tanto belli quanto fragili. Il cerchio, il ciclo, perché le nostre vite ne sono piene, perché ogni giorno è qualcosa che si apre e si chiude. L'acqua è invece la metafora perfetta di quello che è il senso di devastazione e posteriore rinascita. L'acqua è vita, ma è anche distruzione, l'acqua è fondamentale ma diventa anche ingovernabile. Per quello questo disco è Tempest, per quello ascoltandolo ci si sente d'affogare per poi avere una sete implacabile. 
Questo lavoro ci regala una storia bellissima, raccontata magistralmente dai Telepathy, che non rinunciano ad alcun elemento per riuscir a raccontarla bene, a farcela entrare in mente e a voler risentirla. Benvenuta tempesta.

Voto 9/10
Telepathy - Tempest
Golden Antenna Records
Uscita 31.03.2017