giovedì 4 gennaio 2018

Sinistro - Sangue Cássia: quel morbido velo di tristezza

(Recensione di Sangue Cássia dei Sinistro)


Musica ed antropologia si mescolano molto spesso andando oltre a quello che può  essere una lettura più folkloristica di come un determinato genere sia nato e cresciuto in simbiosi con un gruppo etnico e sociale. Questo non è un blog dotto e non pretendo che lo sia, perché non ho le competenze per farlo, ma se c'è qualcosa che m'interessa maggiormente è quel punto dove queste caratteristiche s'intrecciano e si mescolano con dei generi più "globali". M'interessa perché quelle creature miste sono quelle più interessanti ed innovatrici.

Sangue Cássia

Il terzo LP dei portoghesi Sinistro è un'opera molto fedele di quello che significa mettere insieme le radici musicali della propria terra ed i gusti musicali, quello che ci fa vibrare musicalmente. Intitolato Sangue Cássia sarebbe molto semplice lasciarsi portare per le prime considerazioni che saltano subito alla vista. Per esempio l'aspetto linguistico con la scelta della band di cantare in portoghese. Queste scelte, dal mio  punto di vista, hanno sempre un'importanza che trascende un aspetto prettamente comunicativo. Non si tratta soltanto di riuscir ad esprimere al meglio le idee che ci sono dietro senza andar a perdere delle sfumature traducendo da una lingua ad un'altra. E' anche un aspetto di musicalità, della lingua che diventa uno strumento musicale. Questo disco, se fosse stato cantato in inglese avrebbe avuto tutto un altro colore, sarebbe diventato più piatto e banale. Ma non è questo l'unico aspetto che rende unico questo lavoro. C'è un sapore che si presenta dall'inizio alla fine, un sapore che è anche un profumo, che è anche un paesaggio, che è anche una fotografia, che è anche un suono. Insomma, dall'inizio alla fine questo disco sa di Portogallo, delle caratteristiche proprie di questa interessantissima nazione.

Sangue Cássia

Sangue Cássia non è soltanto questo. Non è una cartolina della nazione del fado. Questo nuovo disco dei Sinistro è  un crocevia tra quello che di proprio e particolare ha questa nazione e quello che significa muoversi tra le acque dell'ambient doom. In tutti i casi questa unica definizione mi sembra anche molto limitante, perché sebbene, la tipologia più presente dei suoni scelti dalla band girano intorno a questo genere ci sono tante altre cose che vengono ad allinearsi nelle tracce che possiamo ascoltare in questi nuovo lavoro. In un certo modo la capacità emotiva è così presente da far pensare che la band è in linea con l'intenzione di due progetti olandesi: i The Gathering ed i DOOL. Naturalmente bisogna mantenere le distanze e non lasciarsi impressionare da questa sensazione, che alla fine è soltanto quello: una sensazione. Dovuta sicuramente all'affascinante protagonismo del canto femminile che ha la capacità di essere ipnotico e sicuro. Per lo tanto siamo sicuramente dentro al doom ma inglobandoci maggiormente in quello che possiamo, in modo approssimativo, definire come alternative metal. Brani che funzionano molto bene, dunque, e che raccontano di una band che ha chiaro dove sta e dove vuole arrivare.

Sangue Cássia

Ci sono certi dischi che hanno un potere evocativo unico. Ascoltare Sangue Cássia è perdersi tra le strade delle bellissime città portoghese, è far entrare quella luce dorata che si filtra tra il buio, è assaporare quello retrogusto legnoso del vino di Porto, è immaginare delle strade coperte di foglie cadute. E' un disco bello com'è bella la nazione da dove provengono i Sinistro, è un disco unico perché tutto quello che riesce a comunicare viene fatto senza forzature e senza cadere nello scontato discorso folkloristico e culturale. 

Sinistro

Voglio pescare due brani che dimostrano con chiarezza qual è la strada che viene percorsa in questo disco.
Il primo è Abismo. Ascoltando i primi secondi sembra di essere di fronte ad un disco doom in piena regola. Ma la svolta avviene nel ritornello. Lì dove il doom è carente ecco la forza della band. E' la luce che si filtra, e la brezza dell'atlantico che arriva puntuale, è la forza dell'emotività e di quella tristezza velata e preziosa. Bellissimo.
Il secondo è Gardenia. In un certo modo viene replicata la formula del brano di prima ma la differenza sta nel carattere globale della canzone. Meno cattiva, meno oscura ma non per quello meno funzionale. Anzi, questa è una di quelle canzoni che rimangono impresse in testa e che si negano assolutamente di abbandonare la mente dell'ascoltatore, cosa che capita soltanto quando si riesce ad individuare un brano delle stesse caratteristiche.


La cartolina che ci regala Sangue Cássia non è  soltanto qualcosa di turistico o di geografico. C'è qualcosa di molto più trasversale, c'è una presenza fortissima che è la stessa degli scritti di Saramago, delle salite del Barrio Alto di Lisboa, del sapore del vino di Porto. Tutto con naturalità, tutto con l'unica intenzione di esprimere musicalmente quello che significa l'appartenenza e l'amare, nello stesso tempo, un genere musicale molto più "universale".

Voto 8/10
Sinistro - Sangue Cássia
Season of Mist
Uscita 05.01.2018

mercoledì 3 gennaio 2018

Top 10 album 2017

Ulver


Nel 2017 appena trascorso se c'è qualcosa che posso affermare è che è stato l'anno dove ho ascoltato il maggiore numero di dischi inediti della mia vita. Circa 160 album sono finiti per essere recensiti su questo blog e non smetterò mai di ringraziare tutte le case discografiche ed agenzie di management che mi permettono di avere accesso in anteprima ad una marea immensa di dischi interessantissimi. Il tempo non è mai abbastanza per regalare il meritato ascolto al 100 per 100 di quello che mi viene ricapitolato ma certo sempre di garantire almeno un ascolto aperto a qualsiasi materiale mi capiti tra le mani.
Andare a selezionare solo 10 tra tutti questi dischi non è un compito semplice e bello ma ci ho provato. Anche questa volta, come è successo l'anno scorso con la classifica dei Top 10 album 2016, il primo in classifica è un disco che col tempo si è dimostrato immenso, sensazione che, invece, era stata un po' velata ai primi ascolti.
Ecco la mia personalissima classifica dei Top 10 album 2017.

  • N°10 Neun Welten - The Sea I'm Diving In
The Sea I'm Diving IN

Un sussurro morbido che sa di eleganza e di oscurità. Un lavoro che tocca l'anima rapendo l'ascoltatore. 
(la recensione completa la trovi qui)


  • N°9 The Ruins of Beverast - Exuvia
Exuvia


Tribale, moderno, implacabile, unico. Il black metal non è mai stata così ipnotico. Un lavoro incredibile, sciamanico e geniale. Strane creature appaiono in cosmologia nuova.

(la recensione completa la trovi qui)

  • N°8 The Hirsch Effekt - Eskapist
Eskapist


Curiosamente queste tre posizioni della mia classifica provengono tutte e tre dalla Germania e sono molto diverse tra di loro, sia come genere che come contenuto. In particolare questo disco è un urlo d'intelligenza e di sensibilità, una dimostrazione che l'arte non è arte e basta. Questa è una fotografia fedelissima del 2017, un anno dove l'odio sembra essere stato il protagonista per tante persone.

(la recensione completa la trovi qui)


  •  N°7 DOOL - Here Now, There Then
Here Now, There Then

Non si tratta solo di una super band, non si tratta solo di un disco suonato con grandissima energia. Questo lavoro è uno di quei dischi che attraversano tutti gli stati d'animo immaginabili. E' complesso ed estremamente facile nello stesso tempo. E' ricercato ed effettivo con una naturalità disarmante.

(la recensione completa la trovi qui)


  • N°6 Below the Sun - Alien World
Alien World


Arriva dalla Siberia uno dei migliori dischi di questo 2017 ed una delle opere post metal più interessanti di quest'anno. Un disco fantascientifico  che dimostra che il legame tra letteratura e musica è una fonte infinita di creatività.

(la recensione completa la trovi qui)


  • N°5 Major Parkinson - Blackbox 
Blackbox


Se esiste un genere saturo dove difficilmente è possibile regalare nuova prospettive questo è il rock progressivo. Per quello la genialità di questo disco ha un peso molto più importante, perché veramente è riuscito a regalare nuovi orizzonti. Tutto ciò grazie alle contaminazioni, alle strizzatine d'occhio verso l'elettronica, all'autoironia, alla voglia di divertirsi. Disco indispensabile. 

(la recensione completa la trovi qui)


  • N°4 Pain of the Salvation - In the Passing Light of Day
In the Passing Light of Day


Dal mio punto di vista questo è un periodo storico dove molti mostri sacri del metal progressivo stanno perdendo colpi. C'è una regressione generalizzata e tante grande band danno dei passi falsi. Ed invece ci ritroviamo con questo disco, un disco che ha una chiave fondamentale: l'essere sentito fino in fondo, l'essere un'esercizio d'esorcismo di un periodo buio che non fa altro che dare un nuovo e profondo senso al significato della vita.

(la recensione completa la trovi qui)

  • N°3 Yurodivy - Aphos
Aphos


Il gradino più basso del nostro podio è riservato ad una band che a tutti gli effetti è un'outsider, un nome che sicuramente non sarà presente in nessuna altra classifica di fine anno. Ed invece la poetica che si mescola con il post hardcore e il mathcore di questo lavoro ha un'impatto che pochi altri dischi di questo 2017 sono riusciti ad avere su di me. Il mio invito più vivace è quello di ascoltare assolutamente questo disco. 

(la recensione completa la trovi qui)


  • N°2 The Soundbyte - Solitary IV
Solitary IV


E' difficile essere obbiettivo quando si ha a che fare con i musicisti che si celano dietro a questo progetto. Alla distanza degli anni sono sicuro che si guarderà con occhi molto più attenti verso il legame musicale lasciato da una band meravigliosa come i The Third and the Mortal, e questo lavoro non è soltanto l'eredità musicale del gruppo norvegese ma è anche un nuovo modo di concepire la loro musica e di scoprire le tracce di una colonna sonora che mi accompagna da più di vent'anni.

(la recensione completa la trovi qui)

  • N°1 Ulver - The Assasination of Julius Caesar
The Assasination of Julius Caesar


Fare sembrare semplice un disco completissimo. Costruire un disco "pop" che è tutto tranne che pop. Nel 2017 non c'è stato alcun altro disco così intelligente come questo qua. Un disco che non ha alcuna paura ed alcun preconcetto, un disco costruito dalla genialità di chi ha saputo reinventarsi continuamente, perché ciascuno di noi è un essere in costante evoluzione.

(la recensione completa la trovi qui)


La musica sempre ci regala nuovi spunti, questa è la dimostrazione. Buon 2018 a tutti!