Visualizzazione post con etichetta Lupus Lounge. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Lupus Lounge. Mostra tutti i post

sabato 1 dicembre 2018

Nachtmystium - Resilient: la musa è l'oscurità

(Recensione di Resilient dei Nachtmystium)


Più ci si addentra nella musica e più diventa chiaro che la grande capacità dei musicisti è quella di far diventare materia le emozioni, i pensieri, le idee, i luoghi, la storia. Una volta conseguita questa materia ci lavorano sopra dando nascita all'arte, al modo di esprimere un pensiero originale utilizzando solo la musica. Non è semplice ma chi ci riesce fa nascere dei capolavori che possono essere concepiti solo da loro. E questi capolavori trovano un riflesso nell'ascoltatore creando una comunione affascinante. 

Resilient è un EP e come tutte le opere del genere ha la particolarità di essere asciutto, diretto e relativamente più semplice da interpretare e capire. Si tratta dell'ultimo lavoro dei Nachtmystium, primo con la loro nuova casa discografica, la tedesca Lupus Lounge, che insieme alla sua sorella maggiore, la Prophecy Productions, sembra essersi lanciata alla conquista degli Stati Uniti. Per quello la scelta di mettere sotto contratto questa band storica non sorprende. Anzi, mi sembra anche una scelta molto azzeccata visto l'alto livello di questo loro primo lavoro in questa nuova tappa. 
Quest'EP è un lavoro estremamente interessante dove l'oscurità diventa materia con la quale modellare una serie di storie originali, complesse e che hanno il grandissimo pregio di rappresentare lo sguardo personale e particolare della band. Il loro sound è a metà strada tra le sonorità "americane" e quelle nordiche, regalando, anche, un tocco di nostalgia che non guasta affatto. 

Resilient

Resilient è composto da tre tracce più un'introduzione strumentale. Questa conformazione fa sì che, anche se le tre tracce sono molto estese, si abbia un lavoro che mette subito in chiaro dove vuole andare e da dove proviene. Sono tre modi di modellare un'oscurità  onnipresente dando nascita a tre creature diverse. Creature che musicalmente si sviluppano dentro a un black metal intelligente, ben ponderato, mai eccessivo. Un black metal che volentieri abbraccia elementi più psichedelici che lo avvicinano al doom senza però mai finirci dentro. La musica dei Nachtmystium diventa così uno sforzo trascinante ed inclusivo, cioè un disco che non sarà apprezzato soltanto dai fruitori del black metal. A rafforzare quest'idea c'è anche quel tocco di musica con profonde radici storiche. Non siamo di fronte ad un lavoro "moderno" ma neanche ad un EP anacronistico ma ben sì a un lavoro che regala nuovi elementi senza mai dimenticare i propri origini. Al di là di tutte queste considerazioni l'elemento fondamentale da considerare è che questo è un disco che funziona riuscendo a catturare l'ascoltatore, incuriosito ormai della direzione che prendono le tracce.

Nachtmystium

Sarà un mio parere personale ma credo che ogni genere ed ogni band abbiano come chiave di successo la capacità d'incuriosire l'ascoltatore offrendo qualcosa di nuovo ed originale, un modo personale di trasmettere in musica quello che si vuole raccontare. Il fatto che questi "racconti" piacciano o meno è qualcosa di molto personale ma il giudizio obiettivo applaudirà sempre queste scelte. Resilient dei Nachtmystium è così. E' un EP che regala emozioni e una lettura personale fatta di esperienza e maestria. L'unica cosa da contestare è che si tratti di un EP e non si un lavoro più esteso, perché la voglia di ascoltare altro rimane.


Anche se le tracce di questo lavoro sono poche sento che è un peccato non approfondire l'esplorazione di due di queste, forse più meritevoli della terza che in tutti casi è assolutamente all'altezza dell'intero lavoro.
La prima è la title track Resilient. Brano affascinante costruito sulla base di tastiere che riescono a costruire un modo sonoro squisito. Scelta che dimostra che bisogna sempre sapere dosare le caratteristiche musicali senza cadere nell'esagerazione dell'utilizzo parziale delle capacità musicali. Il brano diventa ipnotico e contraddittoriamente pieno di bellezza, una bellezza oscura che non ha voglia alcuna di nascondersi. Un brano prezioso.
La seconda è Desert Illumination. Brano quasi sciamanico che prende un tocco esotico come se si fosse in preda a delle allucinazioni Questo stato di mente alterato permette di vedere tutto con altri occhi, di sentire voci che non si sa bene da dove provengano, di essere in conflitto tra il piacere di essere in quello stato e la consapevolezza di non avere il controllo e di immaginare tutta una serie di cose non reali. Allucinazione intensa e molto presente.

C'è ben poco da aggiungere a quello che ho detto prima. Resilient è uno di quei EP che diventano poco perché l'ascoltatore vorrebbe molto di più, vorrebbe perdersi in mezzo a tante altre storie che abbiano la stessa impronta, come quando ci si innamora dello stile e del modo di raccontare di uno scrittore e non si vede l'ora di leggere altre opere. La scrittura dei Nachtmystium è intensa, perfetta e lodevole. Bellissimo lavoro.

Voto 9/10
Nachtmystium - Resilient
Lupus Lounge
Uscita 30.11.2018

domenica 7 ottobre 2018

A Forest of Stars - Grave Mounds and Grave Mistakes: si apre il sipario

(Recensione di Grave Mounds and Grave Mistakes dei A Forest of Stars)


Un processo molto interessante è quello di tramutare dal proprio contesto storico un'epoca, un periodo, un modo di vivere e comportarsi e tradurlo con le realtà culturali e musicali che sono state sviluppate parecchi anni dopo. E' un esercizio utile perché, da una parte, avvicina l'ascoltatore a una realtà che potrebbe sembrarle assolutamente lontana e, d'altra, dimostra che i grandi momenti nella storia hanno un'eredità importante, che si evolve così come si evolve il tempo. 

Grave Mounds and Grave Mistakes

Quante volte ognuno ha detto che le sarebbe piaciuto vivere, o vedere il mondo, in una certa epoca del passato? Il viaggio nel tempo è sempre stato un elemento che affascina, che si nutre di mistero e di svariate teorie. L'evoluzione è un'imposizione e non sempre, individualmente, abbiamo la possibilità di accettare o rifiutare un cambiamento. Per quello A Forest of Stars nasce come un collettivo che si basa nella vita vittoriana dell'Inghilterra d'inizi del secolo scorso. Ma bisogna prestare molta attenzione, perché come ci dimostra il loro ultimo lavoro, Grave Mounds and Grave Mistakes, questo basarsi su quell'epoca è una scelta stilistica, lirica, poetica ma non musicale, o, piuttosto, la musica che nasce dal lavoro di questo collettivo è, a tutti gli effetti, musica nata nel nostro presente guardando molto significativamente un futuro d'avanguardia. Come mescolare passato e presente con sentori di futuro? Le vie sono tante, e senz'altro molto interessanti; nel caso della band potrei dire che si tratta di una reinterpretazione, volutamente esagerata, di quello che è significato quell'epoca particolare in quella porzione geografica specifica. Insomma, una specie di teatro intenso che non propone in alcun modo di riportare in vita qualcosa di morto e sotterrato ma di prendere la sua essenza e la sua estetica per comunicare, per creare arte.

Grave Mounds and Grave Mistakes

Per tutto ciò l'errore imperdonabile che un lettore di questa recensione non deve proprio effettuare è quello di aspettarsi di essere di fronte a un lavoro romantico e cupo perché Grave Mounds and Grave Mistakes è molto di più e molto più complesso. Bisogna partire dalla scelta musicale portata in atto dai A Forest of Stars, scelta che porta la loro strada su una via che percorre l'avantgarde metal con chiare tinte black metal e psych metal, vale a dire elementi che da una parte potrebbero sembrare assolutamente distanti da quello che è l'epoca vittoriana, ma d'altra, se si pensa bene, diventa una proiezione utilissima e molto interessante. Questo perché elementi come l'avanguardia del pensiero e il cupo dei sentimenti, verso la sfuggente vita, trovano riflesso in questa scelta musicale. Aggiungiamoci l'aspetto psichedelico legato alle sostanze psicotiche che si consumavano como modo di evadere e il quadro viene fuori abbastanza completo. Ma quello che ci può interessare maggiormente è capire come si mettono insieme questi elementi, come si decantano dentro di quello che sono le otto tracce di questo disco. A questo punto diventa fondamentale il ruolo dell'avantgarde metal che ci regala strutture mobili e flessibili di brani che non seguono logiche prestabilite ma si sviluppano seguendo l'andare della sceneggiatura dettata dal racconto verbale che si traduce nelle parole del disco. In un certo modo il concetto principale da tenere sempre presente è quello dell'esagerazione. Tutto è una recita.

Grave Mounds and Grave Mistakes

Una recita che esalta il mistero e la volontà dell'uomo di conoscere e, possibilmente, dominare l'ignoto. Grave Mounds and Grave Mistakes sembra essere un'opera teatrale profondamente poetica che abbraccia la possibilità di toccare con mano quello che non conosciamo. A Forest of Stars mette in scena quest'opera che non lascia nessuno indifferente, ed è un'opera curatissima, dove tutto deve avere un senso, dove anche la più minima scelta risponde a qualcosa di più profondo, dando anche molto spazio all'interpretazione personale, alla voglia di declamare l'effetto di quello che si è appena visto e sentito.

A Forest of Stars

Prendo tre brani di questo lavoro.
Il primo è Precipice Pirouette, brano che può perfettamente sintetizzare quest'intero lavoro grazie alla sua mutabilità, al modo nel quale si sviluppa senza mai essere sottoscritto ad un unico destino. Diventa multi sensoriale perché questo è uno dei desideri di questo lavoro, di riuscir a catapultare l'ascoltare in un mondo inesistente, che si basa, in parte, in elementi del passato.
Il secondo è Tombward Bound. Anche se principalmente la direzione seguita è la stessa del brano precedente in questa canzone i toni cambiano leggermente, cercando un approccio più poetico, più tranquillo, più psichedelico. Ma ancora una volta siamo trasportarti in questo mondo fantastico che sembra far parte dalla più profonda letteratura vittoriana.
Il terzo è Taken by the Sea. Forse è il brano "diverso" di questo lavoro. Non soltanto perché la voce viene affidata alla componente femminile del gruppo ma anche per la struttura, molto più "convenzionale", e alle parole. Questo è un brano d'addio, un brano di separazione, di nostalgia, di dolore. Per quello diventa molto più semplice e diretto.



Grave Mounds and Grave Mistakes è uno di quei dischi che definiscono perfettamente quello che è l'arte. Una costruzione concreta che si nutre d'idee, di suggestioni, di storie, di voglia di regalare qualcosa di nuovo. L'intento dei A Forest of Stars trova una concretezza che si riflette sul fatto che nessun ascoltatore può rimane indifferente di fronte a questo lavoro. Per quello l'arte è fondamentale, perché ci fa capire che essere vivi e portare la mente nelle più svariate direzioni.

Voto 8,5/10
A Forest of Stars - Grave Mounds and Grave Mistakes
Lupus Lounge
Uscita 28.09.2018

venerdì 21 luglio 2017

Sun of the Sleepless - To the Elements: la natura comanda

(Recensione di To the Elements di Sun of the Sleepless)


Quanto tempo deve passare prima che un progetto sia così maturo da presentarci un disco intero? Questa è una questione sulla quale si può dibattere tanto senza che ci sia un'unica risposta. Ci sono musicisti che sentono l'urgenza di produrre continuamente del materiale e di registrarlo dandoli poi un formato fisico. C'è chi invece preferisce prendere tempo e capire che soltanto quando una serie di elementi possono essere messi insieme allora è arrivato il momento di fare qualcosa d'importante. Ripeto, non c'è una regola fissa ma, come capita molto spesso, la verità sicuramente sta nel mezzo. 

To the Elements

Ci son voluti ben 18 anni prima che avessimo la possibilità di ascoltare un full lenght di Sun of the Sleepless, progetto solista di Markus Stock, musicista tedesco di vastissima esperienza che ha legato il suo nome a progetti fondamentali come gli Empyrium. Il risultato di questo attesissimo debutto ha per titolo To the Elements
La prima cosa che salta fuori ascoltando questo disco è che nulla è stato fatto in fretta, ma, piuttosto, tutto quello che possiamo ascoltare in questo disco è frutto di riflessione, di sperimentazione e di una scrematura che porta ad avere un risultato concreto. Per quello questo disco è un disco che suona con una sicurezza che può essere solo frutto di una grande esperienza, cosa che in tanti gruppi viene raggiunta soltanto molto, molto tempo. Infatti questa sicurezza viene denotata dalla capacità di mettere insieme una serie di elementi che non fanno parte soltanto dell'immaginario black metal. Oltre a quello c'è tutta una serie di sfumature musicali che tendono a voler stabilire con chiarezza l'universo sensoriale di questo progetto, vale a dire una poetica oscura ma soprattutto mistica che non ha paura a legarsi e pescare dai testi di autori come Shakespeare o Tolkien. La natura viene esaltata nelle parole di questo disco, sottolineando la potenza che ha e il misticismo che racchiude. 

To the Elements

Ecco, questo diventa un lavoro prezioso per far capire quanto l'universo del black metal sia ampio ed abbia la capacità di districarsi in mezzo a tante tematiche con un approccio che è molto mutato negli anni. Non solo quello, c'è anche il fatto che musicalmente si lasci spazio a certe contaminazioni che sarebbero state inaccettabili in un contesto purista ma che giovano alla crescita e allo sviluppo di un genere che sembra avere sempre nuove cose da dire. La musica di Sun of the Sleepless infatti guarda in più direzioni cercando solo di accentuare l'idea perseguita. Per quello abbiamo spazio a tante contaminazioni dark ambient o dark folk, che danno una dimensione ancora più naturistica. To the Elements, è un disco che suggerisce senza alcuna difficoltà l'idea di natura, della parte più selvatica ma anche più pura. E per fortuna esistono ancora quelli angoli incontaminati dove l'uomo è in obbligo di piegarsi alle dinamiche della natura senza neanche accennare ad imporre la sua parte e posizione. 

To the Elements

Penso che in quest'idea si possa perfettamente racchiudere To the Elements, nella congiunzione di tutti gli elementi che servono a capire la magnificenza della natura, delle sue creature e di quello che ci trasmette. Per quello leghiamo ancora la nostra immaginazione ad una serie di sensazioni legate alla natura, per esempio la paura a rimanere da soli in mezzo ad un bosco senza trovare la strada, come il fascino di ritrovarci un paesaggio maestoso rimanendo senza parole di fronte a tanta bellezza, come lo stupore di fronte a qualche bestia che incontriamo per la prima volta senza sapere bene como comportarci. Sun of the Sleepless ci regala  tutte queste sensazioni grazie ad un disco intenso e perfettamente centrato sulla sua intenzione.

Sun of the Elements

Voglio pescare due brani da guardare con la lente d'ingrandimento, questo per farvi capire come i limiti di questo disco vengono spinti al massimo verso altri luoghi.
Il primo è The Owl. Delizioso nella sua intro di chitarra acustica ci introduce perfettamente nel mondo che vuole descrivere. Si sente la notte, si sentono i movimenti minimi che non bastano per diventare una preda. Poi viene lo scoppio, la festa solitaria, il godersi i risultati della caccia. E' un brano cinematografico, pieno di immagini, prezioso.
Il secondo rappresenta la nota diversa di questo disco. Mi riferisco a Forest Crown. E' un brano interamente acustico dove la parte folk prende il sopravento regalandoci una specie di ballata con riminiscenze medievali. Bellissima parentesi.



Tirando le somme c'è da dire che i 18 anni presi da Sun of the Sleepless per regalarci il suo primo disco intero sono stati sicuramente degli anni dedicati a trovare la miglior sintonia tra quello che To the Elements ci racconta e il modo di raccontarlo. Per quello questo disco ha una grandissima personalità, dove, trattandosi di un progetto solista, si capisce alla perfezione la strada intrapresa dall'ideatore di questo gruppo. Si capisce che il disco che ci ritroviamo tra le mani è pieno di impulsi che ci devono portare a guardare la natura con altri occhi. Perché sicuramente è quello il modo migliore di guardarla.

Voto 8,5/10
Sun of the Sleepless - To the Elements
Lupus Lounge
Uscita 21.07.2017

Pagina Facebook Sun of the Sleepless
Pagina Bandcamp Sun of the Sleepless