(Recensione di The Deathcantation dei Nemecic)
Siamo bombardati quotidianamente di nuova musica. Nuovi gruppi che si aprono strada in un mondo sempre più pieno di musica e di nuove strade. Per quello non è affatto semplice dare il salto che permetta di arrivare ad un ampio pubblico. Spesso mi chiedo da cosa dipenda la possibilità di diventare famoso o meno e mi è difficile trovare una risposta definitiva, perché credo che i fattori in gioco siano tanti. Con questo non voglio assolutamente diminuire il lavoro di tante band che sono riuscite a conquistarsi un posto nel panorama musicale, ma credo che molto spesso sia anche necessaria una massiccia dose di fortuna, la capacità di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
Nel caso dei finlandesi Nemecic è molto presto per dire se riusciranno a cavare una strada, nella loro carriera, che sia in grado di portarli quanto più in alto, soprattutto perché dopo parecchi anni di esistenza quello che analizzo quest'oggi è il loro primo LP. Ma detto ciò c'è da dire che The Deathcantation è un lavoro molto onesto. Lo è perché si presenta con una grande sicurezza e con la, voluta, consapevolezza di non assecondare alcuna corrente prestabilita ma di divertirsi spaziando dentro a quello che sarà la musica che ha cresciuto i membri della band. Per quello questo lavoro diventa dinamico e variopinto. Un lavoro che non si basa su un'unica strada ma ne percorre diverse nello susseguirsi delle dieci tracce che troviamo dentro. La certezza è quella di muoverci dentro al metal, presenza unica nel sound e nell'attitudine della band. Come conseguenza questo disco è un disco pieno di energia, che anche quando prende una direzione più acustica, in pochi ed accurati momenti, non si sgonfia minimamente, perché è un punto d'impatto pieno dall'inizio alla fine.
Come attitudine bisogna dire che i Nemecic battono le strade della sicurezza, e anche se sono pronti a mettere insieme una serie di idee, lo fanno sempre tenendo un grande considerazione quello che è già stato fatto prima da altri gruppi che nuotavano più o meno nelle stesse acque. Per quello il loro sound spazia da quello che viene fatto da gruppi come Lamb of God a certe ricerche progressive dei vecchi Opeth. Ed è quella la grazia maggiore dentro a quello che fanno, cioè il fatto di non fossilizzarsi dentro ad un solo genere. Anzi, in certi momenti l band prende anche delle direzioni perimetrali che quasi entrano dentro a certe sonorità post. Qua c'è anche il tocco di modernità dentro a quello che propongono, altrimenti ci troveremo davanti ad una band con concetti troppo simili a quelli portati avanti una 15 d'anni fa, almeno. Ed invece c'è un apporto nuovo, una volontà di far capire che la musica è in costante evoluzione, ed è giusto che sia così. The Deathcantation diventa un disco da guardare in profondità e da ascoltare con cura. Perché non ci sono soltanto chitarre alla Lamb of God o Nevermore ma ci sono anche sfumature squisite come nel lavoro della batteria che ci regala certi giochi con i piatti che denotano la volontà di essere creativi ed originali.
The Deathcantation dimostra che i musicisti dietro ai Nemecic sanno perfettamente quello che vogliono e cosa devono fare per riuscirne. Non ci sono insicurezze o esperimenti finiti male. C'è soltanto una grandissima energia che viene incanalate nelle capacità di ognuno di esprimere il proprio strumento, e, di riflesso, nella quadratura finale di questo lavoro. Per quello questo insieme di generi metal trovano una nuova vita, assolutamente comandata e voluta dai membri della band. Quando le idee sono chiare ed un album te lo restituisce, allora vuol dire che lo scopo è stato ampiamente raggiunto.
Pesco due brani che da una parte servono a dimostrare le capacità della band nel mettere insieme tutte le idee che hanno in testa, ed un altro che è un po' il riassunto fedele di quello che possiamo ascoltare in questo disco.
Il primo è Void. In un certo modo la sua ritmica trascinante e i riff di chitarra che ricordano il lavoro di tante band thrash metal potrebbero portare a visualizzare una direzione molto diversa di quella che poi si verifica. Infatti l'entrata della voce pulita ed i fraseggi di chitarra, molto alla Opeth, finiscono per portarci in un altro mondo. Ecco, qua c'è la voglia di sorprendere, di far pensare che si stia andando in una certa direzione per poi percorrerne un'altra completamente diversa.
Il secondo brano è Clockwork e si tratta della canzone più estesa dell'intero lavoro. Anche qua bisogna trovarsi pronto a sorprendersi ascoltando costanti cambi. Per quello l'intro arpeggiata fa pensare ad un brano più intimo, ed invece il riff di chitarra successivo butta a terra quelle certezze. Questo è, curiosamente, un brano che sussegue in modo quasi ipnotico un paio di ritmiche che si reiterano con la voglia di essere inopinabili, perché insistendo ed insistendo tutto entra in testa.
Per chi ama quel suono del metal che sta a cavallo tra la fine degli anni 90 ed i primi 2000 ma che, allo stesso tempo, necessita di nuovi impulsi musicali, questo The Deathcantation sarà un disco da ascoltare assolutamente. Il debutto dei Nemecic non da alcun passo in falso, anzi, urla con sicurezza che c'è una nuova band pronta a mettersi in luce con argomenti molto validi.
Voto 7,5/10
Nemecic - The Deathcantation
Inverse Records
Uscita 01.09.2017
Nessun commento:
Posta un commento