(Recensione di Returno dei Kaos Krew)
Se ci fermiamo a meditare su quello che è la musica industriale andiamo ad abbracciare un genere abbastanza giovane. Questo per via delle sue caratteristiche, da una parte strumentali che rendevano impossibile in passato l'esistenza di queste sonorità, perché, semplicemente, non esistevano gli strumenti o i mezzi per suonarla. Ma d'altra parte entra in gioco quello che cerca di comunicare, essendo un fedele riflesso di quello che sono gli ultimi decenni. Per quello si tende ad associare questa musica ad una estetica futuristica, quasi robotica.
Come dovrebbe sembrare logico il disco del quale vi parlo quest'oggi è un disco che prende molto spunti dalla musica industriale. Si tratta del quarto full-lenght dei finlandesi Kaos Krew. Ma come vedremo la cosa interessante è che questo disco non si muove soltanto in questo contesto, anzi, la parte industriale è soltanto un tassello dentro alla loro inventiva, che prevede molte più cose. Infatti molto spesso si tende a pensare a questo genere musicale come qualcosa di freddo, di molto calcolato che tende a prendere molta forza proprio dall'aspetto quasi neutro emotivamente parlando. Invece questo Returno è un disco dove lo spirito hard rock è tanto presente quanto la parte industrial. Questo potrebbe sembrare un grande controsenso perché sulla carta questi due generi sono quasi opposti. La sorpresa sta che in questo lavoro le caso vanno di pari passo con grande maestria. Com'è possibile arrivare a questo compromesso? Tutto dipende dalla capacità che c'è nel prendere un aspetto di uno ed un altro dell'altra parte. Diciamo che l'energia e il modo di fare musica provengono proprio dall'hard rock, invece tutti gli elementi che possono regalare qualche sfumatura diversa hanno origine nell'industrial.
Tradotto in musica quello che è questo Returno è un disco trascinante, che non cede mai minimamente all'idea di essere divertente ed energico per l'ascoltatore. Infatti non ci sono brani lenti o variazioni di dinamica nelle dieci tracce che compongono questo disco. Arrivati a questo punto verrebbe da chiedersi allora qual è l'elemento industrial visto che la descrizione appena fatta fa parte dall'idea di hard rock, di qualcosa quasi festiva che non si arresta mai. Ebbene, quell'altra parte è presente nel modo di concludere i brani, di aggiungere degli aspetti che lo rendono unico agli occhi di qualsiasi persona. In quel senso possiamo dividere strumentalmente le due parti. La base del gruppo è assolutamente rock, con chitarre, basso e batteria; la parte industrial, invece, viene a manifestarsi nell'utilizzo accurato di synth, tastiere e basi programmate. Senza di esse il discorso musicale dei Kaos Krew rischierebbe di essere un po' banale e semplice, invece grazie a quella sfumatura questo disco diventa un contenitore di grande originalità.
Come al solito quanto di fronte si hanno due elementi quasi opposti lavorare con questa contraddizione diventa prezioso e molto bello. Soprattutto perché ci si muove su sabbie mobili dove un solo passo falso rischierebbe di farci profondare. Ed invece i Kaos Krew hanno in mano un'equilibrio effettivo. Partono con delle idee molto chiare e le inseguono in tutto questo Returno. Sanno che oramai nella musica non basta avere delle belle idee o essere riusciti a costruire delle melodie che funzionano bene. Serve altro, e quell'altro, in questo caso, è regalare alle loro composizioni degli elementi nuovi, di cose già esistenti ma messe in gioco con una luce inedita.
Per darvi un'idea di quello che intendo quando parlo delle caratteristiche di questo disco, vi invito ad ascoltare questi due brani:
Man Down, che sin dal primo momento lascia molto chiaro come si muove tutto quanto. I riff di chitarra iniziale lasciano spazio al lavoro della tastiera, che non ha alcun altro scopo di espandere i territori musicali sui quali si muove la band. Forse questo brano diventa più industriale con rispetto alle restanti tracce di questo disco. Ma vediamo anche delle melodie ricorrenti che definiscono la struttura di questo lavoro e quello che finisce per rimanere impresso nella testa dell'ascoltatore.
Il secondo brano è When Soldiers Cry e anche se ho indicato che questo è un disco che è sempre molto alto, in quanto a dinamica e voglia di raccontare cose questo potrebbe essere considerato come un punto d'inflessione. Per quello inizia con un ipnotico giro di basso che viene accresciuto dall'aggiunta di synth. E' un intro molto lunga per quello che fa la band ma è piena di pathos, in un certo modo diventa epica. Quando entra la voce sembra quasi di star ascoltando un brano dei Rammstein, ma basta che inizi il ritornello per rendersi conto che la direzione non è soltanto quella. La versatilità della voce fa un lavoro prezioso che regala nuovi elementi positivi sul lavoro della band.
Tirando le somme posso dire che Returno è un disco che si fa ascoltare con grandissima facilità. Non è un lavoro da riflettere o da studiare con cura perché non pretende prendere quella direzione. E' un disco con idee chiare e modi diretti. La formula dei Kaos Krew funziona molto bene, perché gioca con aspetti che sono diretti, divertenti ed energici. E come capita molto spesso, fare le cose facili è molto più difficile.
Voto 8/10
Kaos Krew - Returno
Inverse Records
Uscita 15.09.2017
Nessun commento:
Posta un commento