giovedì 5 ottobre 2017

Ulrike Serowy - Skogtatt: una storia black metal

(Riflessioni su Skogtatt di Ulrike Serowy)


Costanti e proficue sono le contaminazioni interdisciplinari che vedono come un tipo d'arte influenzi fortemente un altro. Generalmente la letteratura ha la grande forza di lasciare uno spunto forte alla parte musicale o cinematografica. Infatti ci sono dei grandi capisaldi della letteratura che hanno dato nascita ad una lunga serie di film o di dischi che prendono come spunto quello che è stato raccontato. Questo è il caso che si presenta più spesso, ma quando accade il contrario tutto diventa ancora più interessante e particolare.

Queste linee che scrivo quest'oggi sono abbastanza diverse da quello che normalmente faccio. Per la prima volta mi ritrovo a parlarvi di un libro, ma è un libro molto particolare. Il suo nome è Skogtatt ed è il primo libro della scrittrice tedesca Ulrike Serowy
Quando l'autrice mi contattò, un po' di tempo fa, per chiedermi se poteva mandarmi una copia del suo libro ero molto curioso di vedere di cosa si trattasse, soprattutto perché mi aveva accennato che si trattava di una storia black metal. E non fu meno intrigante ritrovarmi con un libro con una copertina di cartoncino dove, inciso a modo dei migliori loghi di band black metal, si indovinava il titolo di quest'opera.

La copia che ho avuto contiene la storia originale in tedesco ed un traduzione in inglese, cosa che mi è stata fondamentale perché il tedesco non lo mastico neanche un po'. E questa è già una bellissima mossa perché permette di arrivare ad un pubblico molto più vasto.

Ulrike Serowy

Addentriamoci però in questa storia e in quello che sono gli elementi che possono portare ad avere il piacere di leggere questo libro. Anzi tutto bisogna dire che non si tratta propriamente di un romanzo, visto che la storia è abbastanza veloce e concisa, e dunque possiamo definirlo come un racconto lungo. Per capire quello che ci capita sotto gli occhi bisogna partire da un dato di fatto. La scrittrice di Skogtatt è un'appassionata di musica, soprattutto di black metal e questo suo libro è il suo intento di tradurre in letteratura quello che le viene suggerito dall'ascolto di questo genere musicale. Un'altra scelta molto azzeccata che sposa in pieno quest'idea è il fatto che Ulrike Serowy abbia cercato l'ausilio di una illustratrice, Faith Coloccia, che ha regalato dei preziosi disegni che danno ancora di più la dimensione di quello che viene raccontato. 

Riassunto molto sommariamente, e senza fare alcuno spoiler, Skogtatt narra le disavventure subite da un musicista black metal di ritorno a casa dopo aver finito le prove con la sua band in una freddissima notte d'inverno in mezzo alla notte. 

La piccola biografia di Ulrike Serowy ci segnala che lei trasforma la musica in parole e anche se potrebbe sembrare un frase molto costruita è proprio così. Anzi, se dovessimo dire altro c'è da segnalare che Skogtatt prende come struttura il modo di costruzione di un brano di black metal. Non solo, ma anche a livello di tematiche ci avviciniamo a quello che normalmente viene trattato in tanti brani del genere, cioè la maestosità della natura che è la vera governante del mondo e il fascino della notte, del silenzio, del freddo. 

Skogtatt

Skogtatt è a tutti gli effetti un libro black metal, un libro che "suona" che ci racconta qualcosa di epico dentro al conflitto tra l'uomo e la natura, tra l'illusione di saper vivere la natura e la realtà che dimostra che non è così. Ma è anche un libro pieno di sensazioni ultra sensoriali perché fa sentire il freddo gelido, perché obbliga ad abituare gli occhi al buio pesto, perché fa capire che un conto è quello che vediamo nelle nostre teste ed un altro è la realtà. 

La Serowy utilizza una prosa ricca d'immagini, è molto brava a descrivere i luoghi nei quali si sviluppa la storia ed a farci sentire, oltre a vedere, questi luoghi. Credo che questa sia gran parte della forza del suo stile narrativo, perché arricchisce al massimo una storia che potrebbe chiudersi subito. Anche psicologicamente farci sentire quello che vive il protagonista è molto interessante, perché la mutazione di sensazioni tra la sicurezza di sapere dove si è, e di pensare di "dominare" la natura, tutto cambia ad una lotta per la sopravvivenza. Si sente il dolore, la desolazione, la speranza che vacilla, la sensazione di aver incatenato una serie di sfortunati eventi di fronte ai quali c'è solo impotenza.

Skogtatt è un libro accattivante che non appartiene soltanto all'immaginario di chi ascolta black metal, c'è qualcosa che ricorda Jack London dentro alla prosa con la quale Ulrike Serowy costruisce questa sua prima e molto interessante opera.

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