(Recensione di Blackbox dei Major Parkinson)
Uno degli aspetti più affascinanti della natura, e che lascia spazio alla maggiore immaginazione, è quello degli ibridi. L'ibrido è quello che nasce dall'unione di due razze o specie diverse e come si sa bene non sempre fare questo genere di esperimento garantisce un risultato ottimale, ma quando è così c'è sempre da essere molto entusiasta. La musica è un costante susseguirsi di ibridi e per quello la musica è viva, fresca, sorprendente e pronta a regalarci di volta in volta dei dischi preziosi.
Blackbox dei Major Parkinson è un ibrido perfetto, è la ridefinizione di una serie di idee orientate a regalarci un "prodotto" ricchissimo e completissimo. Per arrivare a questo punto si denota che dietro a questo album c'è parecchio lavoro, un lavoro fatto con cura maniacale, cercando di dare un senso anche ad ogni piccoli sfumatura. L'entrata ed uscita in gioco delle diverse sonorità che si susseguono sono un vero trionfo. Eh sì, come vedete questo disco mi è piaciuto parecchio. Il perché è dovuto all'originalità che lo costruisce ed al modo nel quale tutto viene messo insieme. Sembra di aver capito tutto quanto per essere sbattuto da una parte all'altra. Sembra di essere riusciti a capire la direzione che la band vuole prendere quando improvvisamente si svolta da un'altra parte. Questo è un disco progressivo ma non lo sembra, questo è un disco cinematografico ma non necessita d'immagini per esserlo, questo è un disco intelligente ma che non deve vantarsi con nessuno da questa intelligenza. Questo è dunque un disco che può essere preso da qualsiasi persona, a prescindere della musica che predilige, e rimanere catturato in questa scatola nera all'interno della quale succedono delle cose impensabili.
In molti tendono ad associare al nome dei Major Parkinson quello di Tom Waits, questo per via di due aspetti. Il primo è il timbro vocale del cantante della band, il secondo è per il carattere goliardico che prendono diverse canzoni. Ma fermarsi a questa comparazioni sarebbe molto limitante. Infatti per capire questo Blackbox bisognerebbe immaginarsi un Waits obbligato ad abbandonare l'aspetto più rock della sua musica per avvicinarsi all'elettronica intelligente con strutture progressive che delineano dei brani in costante evoluzione. Infatti per il modo, quasi sintetico, di lavorare con la componente musicale a me viene molto in mente quello che è stato fatto da un progetto molto interessante come quello di O.S.I. ma credo che i Major Parkinson regalino qualcosa in più a tutto quello che fanno. Infatti la loro musica è piena di pathos, piena di contaminazioni, piena di citazioni musicali, piena di strizzatine d'occhio a quello che è la cultura odierna. Per quello la loro musica è così interessante, perché è intelligente, è sarcastica quando deve esserlo, è seria quando ci dev'essere serietà.
Se io dovessi paragonare Blackbox con qualcosa lo farei con'opera teatrale di pieno successo. Perché non basta avere una bella storia da raccontare. Quello che rende immortale un'opera del genere è anche lo spessore del lavoro di recitazione degli attori. Ecco, nel caso dei Major Parkinson abbiamo una storia solida, originale, interessante, mai banale, ricca di colpi di scena, ma oltre a tutto ciò abbiamo anche degli interpreti che riescono a calarsi completamente nei ruoli, come se l'attore sparisse completamente e lasciasse spazio pieno al personaggio. Questo disco è uno spettacolo che si vuole vedere e rivedere, una e mille volte perché è prezioso, ma occhio, perché se non si svelti e veloci si rischia di rimanere senza biglietti.
L'album intero merita un attento ascolto perché regala ed assicura stupore minuto dopo minuto e dunque diventa molto difficile essere selettivo e pescare solo pochi esempi. A malincuore lo faccio per indirizzarvi verso tre dei brani che possono essere la perfetta porta dentro a questa scatola nera.
Il primo è Night Hitcher. Brano oscuro e ricercato, brano che sorprende per la sua capacità di ricreare un ambiente così presente da viverlo. Si respira questo mondo fantastico, fanta/scientifico che ci parla di viaggi spaziali, di un futuro dell'umanità che sembra essere nelle stelle e non nel nostro proprio pianeta, ma per arrivarci dobbiamo viaggiare in mezza alla notte eterna. Ma quando il viaggio sembra lineare ecco che il brano cambia, che ci parla con grandezza di quello che significa questo viaggio.
Il secondo è Isabel - A Report to an Academy. Qua entriamo nel mondo recitato, nel modo di raccontare storie in modo teatrale. Tra l'altro il gioco di voci tra quella maschile e quella femminile dell'ospite del disco Linn Frøkedal diventa prezioso. Un modo di costruire una tensione palpabile nella storia. In questo brano vengono fuori tanti personaggi da abbracciare e portarsi nell'anima.Ma vi parlavo anche del modo goliardico di concepire la musica da parte della band. Per quello un brano come Madeleine Crumbles diventa delizioso. Dalla sua citazione più o meno voluta a Stayin' Alive al modo di mettere insieme parti futuristiche con altre divertenti. Un brano che porta a dire: "ma cosa sto sentendo!" perché stupisce con una bellezza unica e divertente.
Non mi stancherò mai di affermare che la musica è un fonte inesauribile. E lo farò perché ci sono esempi come Blackbox dei Major Parkinson che mi regalano modo di dimostrare che è proprio così, che ci sono artisti in grado di costruire dischi intensi, intelligenti e profondi senza per quello essere pedanti o altezzosi. Questo è un disco che non annoia mai, che regala nuove letture ascolto dopo ascolto e che da nuove prospettive all'evoluzione preziosa della musica. Grazie.
Voto 9/10
Major Parkinson - Blackbox
Karisma Records
Uscita 27.10.2017
Sito Ufficiale Major Parkinson
Pagina Facebook Major Parkinson
Nessun commento:
Posta un commento