(Recensione di Earth Made Flesh di Wyrmwoods)
Quali sono i confini della musica? Esistono veramente? Che cosa può essere considerata "musicale" e che cosa non può esserlo? Rispondere a queste domande è veramente limitante oltre che a difficilissimo. Generalmente si suole fare la differenza tra quello che è la musica e quello che è il rumore ma nel corso degli anni parecchi musicisti ci hanno dimostrato che è possibile fare musica con i rumori. E' indubbio che nel corso degli anni il concetto di musica ha intrapreso un'espansione non indifferente e continuamente vengono fuori nuovi generi e nuovi modi di fare musica, e capita anche che dei musicisti regalino nuove interpretazioni e nuovi modi di comunicare reinterpretando la musica con elementi nuovi. Per chi segue questo blog sicuramente è chiaro che ogni volta che vengo a conoscenza di "sperimenti" del genere il mio entusiasmo non può che essere grande.
E' per quello che avendo avuto il piacere di ascoltare Earth Made Flesh sono rimasto tremendamente entusiasta della proposta di Wyrmwoods, one man band finlandese che sorprende con questo disco debutto. Come succede in questi casi non può che stupirmi il fatto che questo progetto non abbia ancora avuto una finestra più ampia dalla quale riuscire a far conoscere a meglio la sua proposta. Forse è proprio per via del fatto che si tratti del progetto personale di questo musicista, chiamato Nuurag- Vaarn, che la musica dei questo disco diventa imprevedibile e sorprendente. Questo è un lavoro dove l'originalità fa da patrona, dove ogni piccola sfumature non risponde a idee preconcette e dove l'intreccio di generi che vengono messi insieme finisce per dare nascita a un sorprendente mondo. Tutto questo sforzo musicale sembra andare incontro ad un'idea principale, cioè quella di costruire degli universi sonori assolutamente lontani dalla nostra realtà. Questo non è musica di tutti i giorni, questa è musica di istanti unici, di viaggi infra dimensionali o astrali.
Earth Made Flesh viene erroneamente, secondo il mio punto di vista, definito come un disco black metal. E' indubbio che questo genere sia molto presente ma non è assolutamente l'elemento predominante. Per me siamo di fronte a un disco di avantgarde metal o di advanced metal, cioè un lavoro che non rispetta alcuna imposizione, che avanza in direzioni insondabili con una sicurezza unica. Wyrmwoods non utilizza soltanto una serie di strumenti poco consoni per il genere suonato ma costruisce questo disco con rumori, con momenti nei quali sembra di essere di fronte ad un disco drone, altri dove sembra di essere di fronte ad un lavoro free jazz ed altri ancora dove l'idea principale fa pensare di ascoltare una serie di tracce di dark ambient. Più importante di questa presenza così variegata di idee musicali è il come vengono messe insieme, il come questi mattoni finisco per erigere la monumentale oscurità di questo LP. Nulla è semplice, nulla scontato ma tutto diventa coerente, tutto diventa parte di un'architettura stilistica assolutamente personale e ricca.
Earth Made Flesh ha quelle idee che sono tanto rare quanto preziose. Vale a dire la premessa che tutto quello che viene fatto deve seguire una strada definita, una strada costruita dentro a dei mondi dove in pochi vogliono avventurarsi. Wyrmwoods è a tutti gli effetti un pioniere perché, anche se questo sentiero è stato già intrapreso da altri, non ha alcun scrupolo nel buttarsi nell'ignoto. Quello che ci restituisce è un disco di grandissima stazza che non assomiglia a nulla.
Prendo due brani da questo lavoro ma tutti valgono un ascolto approfondito. Sono i due brani che mi hanno lasciato qualcosa in più.
Il primo è The Greater Festival of Masks. Se ci lasciassimo ingannare dalle prime note ci sembrerebbe du essere di fronte a un brano medievale che poi si evolve prendendo sembianze black metal, ma come ci insegna questo lavoro non bisogna mai lasciarsi guidare da pochi elementi. Le persistenti linee strumentali che si sviluppano sono preziose, ipnotiche, quasi psichedeliche. C'è la necessità di avvolgere l'ascoltatore, di farlo entrare in uno stato di trans per penetrare più imponentemente nella sua mente. Brano riuscitissimo.
Il secondo è The One as Caos an Egg. Brano di chiusura di questo disco, si dipinge di epica, e questa altezza non viene soltanto tradotta nell'aspetto temporale, essendo il brano più lungo dell'intero lavoro, ma anche nel modo nel quale è stato concepito. E' uno sviluppo orizzontale, una strada che bisogna seguire senza mai guardarsi indietro.
Purtroppo esempi musicali come Earth Made Flesh sono ancora pochi. Forse perché per riuscire a concepire dischi del genere bisogna avere un tipo di mentalità molto chiara e definita. La costruzione fatta da Wyrmwoods in questo lavoro è una costruzione assolutamente personale, dove il bagaglio musicale acquisito viene messo a servizio di quello che si vuole raccontare. Disco assolutamente interessante che invita a perdersi nelle sue note.
Voto 9/10
Wyrmwoods - Earth Made Flesh
Inverse Records
Uscita 15.01.2018
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