(Recensione di Eight Coffin Nails degli Alghazanth)
Iniziare non è difficile. Il difficile è finire. Finire con la consapevolezza che quella è l'unica strada possibile, che insistere su qualcosa porterebbe soltanto un degrado progressivo di qualcosa che ha funzionato benissimo. Ma finire è difficile perché ci si aggrappa sempre alla possibilità che tutto torni com'era, che le cose si sistemino. Per quello applaudo il coraggio di chi decide di mettere un punto finale a qualsiasi cosa, la consapevolezza che è meglio girare pagina e, magari, dare vita a un nuovo inizio.
L'ottavo disco dei finlandesi Alghazanth non è un disco qualsiasi, non rappresenta un nuovo lavoro di una band con più di vent'anni di attività alle spalle, non è una nuova tappa nella loro carriera. Quest'ottavo album, dal significativo titolo di Eight Coffin Nails, è, a detta della stessa band, un funerale. Ed è così perché il gruppo ha deciso di dire stop, di concludere una carriera che da sempre ha dato una bella visibilità. Ci vuole molto coraggio per fare qualcosa del genere, per focalizzarsi alla certezza che la creatura che hai creato e visto crescere finisce. Ma oltre al coraggio entra in gioco anche una specie di trappola, cioè la possibilità di cullarsi sul significato di un atto del genere e fare un disco leggere, facile, un disco che girerà non per la sua qualità ma per il semplice fatto di essere l'ultimo. Ed invece la band non prende proprio questa strada, questo lavoro ha tutte le carte in regola per essere considerato un grandissimo lavoro, un disco che da dimostrazione di come fare bella musica toccando, in certi momenti, dei punti molto alti.
Forse il grande pregio degli Alghazanth sta nella loro capacità di fare un black metal melodico, cioè un genere che sebbene ha tutte le caratteristiche proprie di uno dei generi più celebri del metal riesce lo stesso a entrare nella testa dell'ascoltatore grazie all'individuazione di giri che funzionano alla perfezione. Tutto questo è molto chiaro in questo Eight Coffin Nails, perché siamo di fronte ad un disco che è sicuramente una fedelissima mostra di black metal di scuola scandinava ma regala, allo stesso tempo, dei brani che rimangono impressi in testa con grande facilità. E questa formula non è semplice da raggiungere, soprattutto perché si corre il rischio di perdere l'essenza del genere madre andando ad abbracciare quella sintesi melodica. In un certo modo siamo di fronte a una sfida vinta, a un modo di andarsene a testa alta, perché questo disco regala dei momenti molto belli, brani che si sviluppano con elementi diversi dando all'ascoltatore la possibilità di estraniarsi per un'ora circa in un mondo che parla di quello che non viviamo di giorno in giorno.
Eight Coffin Nails diventa dunque una dimostrazione di forza, un funerale che sembra più una festa e credo che questo sia con chiarezza l'intenzione degli Alghazanth. Non c'è spazio per i pianti ma ci si deve addentrare con corpo ed anima in questa ultima opera maestosa. Più esaltante che mai, più intensa che mai. Un modo perfetto per mettere in atto la parola "fine".
Come detto prima in questo lavoro ci sono dei brani che sono veramente interessanti e che dimostrano con chiarezza questo punto alto al quale è arrivata la band. Sottolineo uno su tutti:
Pohjoinen è un brano bellissimo perché diventa un messaggio. Molto spesso si critica indicando che c'è un eccessivo purismo dietro a certi generi, che è difficile spalancare la porta verso nuove direzioni. Ebbene, questo brano lo fa. Per un po' sembra che quel black metal apra una breccia dentro ad altri generi o, forse, che succeda l'esatto opposto. Ed è in questa freschezza che nasce quello che per me è il miglior brano di questo lavoro. Si tratta di un pezzo strumentale, e in un certo modo questo potrebbe andare contro alla concezione di quello che è vuole essere questo disco ma quel momento diventa prezioso, un'eredità alla quale afferrarsi.
Se qualcuno dovesse mai scrivere una guida su come fare e vivere un funerale perfetto creo che il risultato sarebbe molto simile a quello di questo Eight Coffin Nails. Questa è un'uscita di scena nel momento più adatto, la chiusura del sipario in mezzo a una standing ovation. Viene da chiedersi come potrebbe essere proseguita la carriera degli Alghazanth ma non c'è alcun dubbio che se hanno deciso di fermarsi qui c'è un perché, e già soltanto quello bisogna rispettarlo.
Voto 8,5/10
Alghazanth - Eight Coffin Nails
Woodcut Records
Uscita 31.03.2018
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