(Recensione di Beneath.Below.Behold degli Antlers)
Vi siede mai fermati a chiedervi quanto vi sentite rispecchiati dal mondo nel quale vivete? Vi siete mai chiesti quanto sentite di avere in comune con le persone che vi circondano, col governo che è al potere, con la musica che trasmettono in radio e in tv? Questo blog è un blog di resistenza perché è destinato a persone che come me sentono di avere ben poco in comune col mondo "standard". Non si tratta di una falsa presunzione o della voglia di essere elitisti ma è una consapevolezza profonda maturata nel corso degli anni. E per quello la maggioranza dei dischi dei quali vi parlo sono dei dischi per pochi. Dischi che molto spesso sono in contrapposizione con quello che si considera "normale". Dischi che fanno capire che il mondo è molto più complesso, ricco ed intimo di quanto convenga. Dischi, dunque, che hanno una grande intelligenza dietro.
Il secondo disco dei tedeschi Antlers è un disco che già nel suo titolo fa capire che direzione prende. Questo lavoro si chiama Beneath.Below.Behold come se tutto quello che vediamo ha un opposto, un lato oscuro, un elemento che equilibra completamente tutto quanto. E la consapevolezza di tutta quella parte è forse quella che rende più saggio l'essere umano. Per quello questo è un disco che non cerca assolutamente di essere luminoso o speranzoso. Questo è un disco che si nutre di abissi, della profondità della disperazione dell'anima in certi momenti e certe circostanze. Per quello è un disco che scende come una valanga, senza alcuna intenzione di ammorbidire il proprio messaggio, senza alcuna intenzione di passare per quello che non è. Ma la cosa interessante di questo lavoro è che regala un sacco di spunti che permettono di capire che fare un esercizio del genere non è soltanto necessario ma diventa anche qualcosa d'istruttivo.
In certi momenti Beneath.Below.Behold sembra quasi di essere un lavoro eccessivo, dove ci sono troppi elementi messi insieme che non permettono di trovare un respiro ma in altri si verifica proprio il contrario. Sono in queste aperture che la musica degli Antlers raggiunge le quote più alte ed importanti, perché è in quei frangenti che si capisce che è difficile limitare quello che viene suonato a uno o un paio di generi. E' indubbio che si parte da un black metal sporco, che ricorda in parte quello che viene fatto da gruppi come Urfaust ma c'è anche una grande ricerca di quello che è un aspetto più malinconico e melodico, liberando così qual muro sonoro per lasciare spazio a passaggi melodici molto più puliti. Qui è dove diventa difficile classificare questo lavoro, perché qualsiasi aggettivo che posso attribuire rischia di diventare fuorviante e di non riportare a pieno quello che è lo sforzo musicale della band. Per quello può essere più utile definire quello che sono le idee che impulsano la creazione di questi brani piuttosto che il generi dai quali vengono conformati.
Beneath.Below.Behold non è soltanto un disco d'opposizione. Non è soltanto un lavoro che vuole evidenziare tutto quello che può sembrare oscuro ed improprio. E' un lavoro che invita a osservare per capire. Perché non c'è nulla di peggio che temere quello che non si conosce. Non sapiamo spiegare qualcosa, allora la mitizziamo e la temiamo. Il messaggio degli Antlers sembra proprio rivolto a non cadere in questa dinamica sbagliatissima. Non solo, sembra anche voler farci capire che i mostri che temiamo sono molto spesso creati da noi stessi, dalla nostra complessità come esseri viventi.
Riscatto in modo particolare due brani di questo lavoro.
Il primo è Theom perché permette di capire quello che vuole fare la band, cioè prendere una strada dove il "molto" viene messo in contrasto con la possibilità di avere delle parti molto articolate e diverse. Mi spiego meglio. In certi momenti sembra di essere di fronte ad un brano sovraccarico, dove la parte ritmica spesso copre tutto il resto, ma andando ad ascoltare con cura viene fuori che quell'intrecciarsi di queste diverse linee creano un mondo sonoro complesso ma molto interessante allo stesso tempo.
Il secondo è Metempsychosis. Qui abbiamo una maggiore dinamicità, con giri che si susseguono diversamente, lasciando anche spazio a ritornelli più corali, a più voci. Mentre il primo brano che ho indicato sembra essere più "moderno" questo qua dà l'impressione di essere più classico.
Beneath.Below.Behold è uno di quei dischi che sembrano trovarsi così dentro a certi mondi sommersi da non essere sempre facilmente ascoltabili. Ma quando vengono presi col giusto spirito ed impegno lasciano degli spunti assolutamente interessanti. Una lotta non facile per gli Antlers ma per chi arriverà alla comprensione estesa di questo lavoro ci saranno nuovi confini molto più lontani da quelli preesistenti.
Voto 8/10
Antlers - Beneath.Below.Behold
Totenmusik/Ván Records
Uscita 06.04.2018
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