(Recensione di To Heal a Broken Body di A Cunning Man)
Forse nella musica la cosa più difficile è quella d'iniziare. Avere la possibilità di aprirsi una strada e di raggiungere quanta più gente possibile. Viviamo dentro a un grande paradosso, perché da una parte sembra molto più semplice arrivare ovunque e avere la possibilità di diffondere quello che si fa ma, d'altra parte, c'è una tale saturazione di proposte e di artisti che fanno più o meno le stesse cose che diventa molto più difficile emergere. Molto spesso il talento si esprime in modi diversi e una capacità che diventa ancora più importante nei nostri giorni è quella di sapere vendersi, di riuscire a dare un'immagine così brillante di quello che si fa da obbligare la gente a ascoltarti e conoscerti. Insomma, la musica è un oceano pieno di squali pronti a sbranarti, per quello bisogna imparare a nuotare molto bene o a diventare squalo, mica semplice.
Se c'è un criterio che utilizzo all'ora di recensire qualche materiale è quello di essere toccato da quello che ascolto. Non m'importa se dietro c'è un artista "grande", "nuovo" o "vecchio". Non m'interessa se l'artista in questione ha un sacco di followers o se non ha proprio alcuna pagina social. Per quello le mie recensioni sono generalmente positive, perché quello che non mi piace non lo considero proprio. In quest'avventura di scrittura di questo blog ho avuto il piacere di essere spesso e volentieri contattato da artisti o case discografiche ricevendo delle proposte interessanti. La conferma di tutto quanto ritorna ancora una volta grazie all'EP del quale vi parlo quest'oggi. Si tratta di To Heal a Broken Body della one man band scozzese A Cunning Man. Questo è il secondo EP dell'artista Ged Cartwright, mente che si cela dietro al progetto. I motivi per i quali vi parlo di questo lavoro sono legati al fatto che siamo di fronte a qualcosa di molto ben concepito, molto coerente e che basa la propria originalità nel riuscir a mettere insieme tutta una serie di generi riuscendo a creare un linguaggio proprio.
To Heal a Broken Body è, anzi tutto, un EP divertente. Le tre traccie che lo costruiscono scivolano via con facilità e lasciando un'ondata di piacere. A Cunning Man ha la qualità di riuscire a fare della sua musica un'insieme complesso ma che finisce per prendere una direzione abbastanza chiara. Dal mio punto di vista perché la mentalità che c'è dietro alla stesura di questi brani è una mentalità progressiva. Per quello il metal, incontra aspetti più classici e li mette insieme con altre idee che appartengono più chiaramente a generi come il jazz o la musica classica. Ma occhio, perché il punto che unisce tutto quanto è sempre il metal. Se dovessi fare un paragone direi che quello che possiamo ascoltare in questo disco è un po' un mix tra le proposte dei Leprous e di Devin Townsend con l'epicità dei Blind Guardian, tutto quanto nutrito da un aspetto assolutamente non minore: l'orgoglio scozzese.
Non ho alcun dubbio che A Cunning Man merita una platea ampia, perché la sua musica è interessante, è complessa senza mai perdersi in mezzo a questa complessità. To Heal a Broken Body è un lavoro molto superiore a tante proposte che mi capitano di ascoltare. Ma l'aspetto che lo esalta maggiormente è la concretezza del suono, aspetto assolutamente non banale considerando che si tratta di un progetto di vita recente. Anzi, questo lavoro fa venire fame e curiosità oltre a catapultarci nel cuore della Scozia.
Questo lavoro è composto di tre brani.
Il primo Lemegeton & the Leaden Saviour funziona perfettamente. E' un brano divertente, emotivo, epico. Una perfetta apertura che lascia anche molto chiaro da che parte del mondo proviene questo progetto.
Il secondo s'intitola Picatrix & the Calcine Alchemist ed è un brano che fa capire molto chiaramente la componente letteraria della band, che racconta con musica e parole quello che vive e vuole.
Abramelin & the Silver Hand chiude quest'EP. Sembra un brano marinaio, quasi un'inno popolare che ha attraversato il tempo. Ma subito dopo prende un'altra sfumatura e ci indirizza in una dimensione molto più progressiva. Divertente ed epico.
A Cunning Man è uno di quei progetti che meritano attenzione e incoraggiamento. Questo perché dimostrazioni come To Heal a Broken Body fanno capire che c'è sostanza nella musica che viene proposta direttamente dalla Scozia, e che questa sostanza è costruita d'originalità e dalla capacità di creare un messaggio coerente e personale. A questo punto non ci resta che aspettare con piacere un primo LP che possa essere diffuso a grande scala.
Voto 8,5/10
A Cunning Man - To Heal a Broken Body
Autoprodotto
Uscita 23.02.2018
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