sabato 9 luglio 2016

Dischi d'ascoltare (almeno) una volta nella vita: Ænima dei Tool

(Recensione di Ænima dei Tool)


Negli anni 90 il metal andava molto forte e, per la prima volta, iniziò a essere un genere in espansione esponenziale. Non si parlava più di heavy metal o di thrash metal ma di anno in anno i sub-generi diventavano sempre di più facendo storcere il naso ai puristi. 

I miei veri primi approcci ai Tool avvennero nel 98. Ho un'immagine fissa: all'università c'era un ragazzo che veniva spesso e volentieri con la sua felpa del gruppo. L'illustrazione stampata sul tessuto raffigurava una chiave inglese, modificata in modo da assumere una forma falica, in posizione verticale, sulla quale si leggeva il nome della band. In quei anni andava alla grande il crossover e il nu metal, due generi che, personalmente, non prediligevo. Il pregiudizio e l'ignoranza mi portarono a pensare, per un bel po', che i Tool fossero dei fedeli "rappresentanti" di quei generi, e per quello gli tenevo un po' "alla larga". Sicuramente le insistenze degli amici e l'osservazione di qualche loro video mi portò a cambiare idea.




Ænima è stato il loro primo disco che acquistai nel 99 a New York. L'edizione statunitense del loro cd era veramente originale e fantastica. Sia la copertina che parte del libretto erano lenticolari, cioè, davano l'impressione di muoversi in 3D se si prendeva il disco in mano e lo si muoveva. Non vedevo l'ora di tornare a casa e di ascoltare quel disco, insieme a tutta una serie di cd acquistati.

Il primo ascolto fu devastante. Quello che usciva dalle casse del mio stereo era una roba che non avevo mai sentito prima. Era metal senza utilizzare neanche minimamente gli elementi caratteristici del genere. Era progressivo senza essere una musica "cervellotica". Era alternativo ma trenta secondi d'ascolto dimostravano che la preparazione musicale dei quattro di Los Angeles era inarrivabile per qualsiasi altro gruppo alternativo. Era crossover come "anima" e non come genere. Era psichedelico senza che ci fossero tracce di quel rock psichedelico anni 60 e 70. 
La cosa più interessante è che tutti quelli elementi confluivano in un risultato unico ed inuguagliabile. Erano i Tool e basta. Non potevi paragonarli a nessun altro gruppo, perché lì dove il paragone nasceva subito si spegneva.




 Ænima è un disco di protesta verso tutti i tabù imposti dalla società. E' un disco arrabbiato ma è di una poetica incredibile. Pensando a Los Angeles mi viene facile il paragone con Bukowski che percorrendo le strade ed i peggiori angoli di quella città trovò l'ispirazione per le sue storie. Anche i Tool sembrano pieni di Los Angeles, della falsità che si respira per le sue strade, dei limiti del corretto che, molto spesso, non coincidono con i limiti dell'osceno. Questo disco è un urlo di liberazione. E' uno schiaffo in faccia è tutto converge in quella direzione. Parole e musica sono indivisibili e si rafforzano a vicenda. Non solo,
 Ænima è un disco di un'intelligenza assurda perché pesca dalla realtà gli elementi che servono ad accentuare il suo scopo. Per esempio la registrazione del comico Bill Hicks, che introduce l'ultima, meravigliosa, traccia del disco, quel Third Eye ipnotico, psichedelico e grintoso. La voce di Hicks parla della relazione tra la droga e la musica, facendo intendere che l'assunzione di sostanze proibite abbia aiutato alla creazione di tanti capolavori musicali. Qualche moralista potrebbe urlare allo scandalo, definire i Tool come una band di drogati. Invece l'ascoltatore intelligente capirà la provocazione ed ascoltando il resto del brano si renderà conto che l'intento della band è quello d'illustrare i limiti mentali che abbiamo, la nostra "cecità". 
Un altro esempio viene dato dal brano Message to Harry Manback, che utilizza una registrazione lasciata in una segreteria telefonica. Le parole sono offensive, metà in inglese metà in italiano, sono minacciose ma vengono montate su un tappeto di pianoforte di una malinconia squisita. Una contraddizione geniale che fa pensare a quanto sia inutile e triste arrabbiarsi in un certo modo.




I dischi successivi dei Tool prendono una linea molto più spirituale. Questo Ænima, invece, ha un equilibrio perfetto tra il corpo e lo spirito. E' fisico e astratto allo stesso tempo. 

Vorrei tralasciare un analisi più "tecnico" della parte strumentale o della voce perché credo che la cosa che più importa è l'impatto del disco; ma una cosa bisogna dirla. Ænima compierà 20 anni ad Ottobre di quest'anno ma ha un suono attualissimo e non è un azzardo dire che, tra altri 20 anni, continuerà a suonare attuale. Questa è la magia dei Tool. Questa unicità è preziosa, è fondamentale, è una bombola d'ossigeno sempre pronta. Per quello l'attesa infinita che ci stano regalando prima di pubblicare qualche materiale nuovo fa tanto male, perché i dischi che hanno sfornato fino ad adesso sono troppo pochi.

Queste parole cercano di essere un invito all'ascolto di questo disco, perché ci sono dei dischi che DEVONO essere ascoltati al meno una volta nella vita. Se non ne avete ancora avuto modo Ænima è lì, pronto a regalarvi 77 minuti d'illuminazione. 

Voto 10/10
Tool - Ænima
Volcano Records
Uscita 01.10.1996

Sito Ufficiale Tool
Pagina Facebook Tool

2 commenti:

  1. Niente da aggiungere a questo magnifico disco, qui c'è scritto tutto quello da sapere; il resto va ascoltato. Mi raccomando continua a scrivere il blog.

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  2. Grazie mille delle tue parole, Giovanni. Continuerò a scrivere perché parlare di musica è bellissimo.

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