(Recensione di Songs from the Sorrow di Fearrage)
Una delle ambizioni maggiori, inseguite da sempre dall'uomo, è quella d'indovinare il futuro. Sin dall'antichità si venerava le figure che erano in grado di comunicare cosa sarebbe avvenuto nel futuro. Ormai questi personaggi non esistono quasi più ma in tutti i campi si apprezza chi riesce a formulare delle ipotesi che poi si rilevano la verità. Io non sono un indovino ne vorrei esserlo e non so cosa ci aspetta nel mondo della musica, infatti trovo molto più affascinante vedere che direzione prende tutto spontaneamente. Posso, invece, vedere qual è il percorso che la musica, soprattutto quella che mi piace, ha preso negli ultimi 30 anni, e mi sembra veramente interessante vedere che molte cose sono rimaste più o meno simili o riscattano uno spirito antico che sembra non essere mai mutato.
Andando oltre a l'osservazione che ho appena fatto credo che se certe cose sono rimaste immutate è per via del modernismo che hanno sempre presentato, come se fossero riflesso di un mondo che non è cambiato e che risponde, in gran parte, agli stessi concetti di qualche anno fa. Per quello ascoltando Songs from the Sorrow dei finlandesi Fearrage viene fuori l'impressione di ascoltare una serie di canzoni che perfettamente potevano essere state scritte vent'anni fa ma che allora come adesso suonano attuale e fedeli al riflesso del mondo che viviamo. E' impossibile, dunque, sottrarsi a una riflessione un poco più profonda sul perché di questo risultato. Indubbiamente nessuno riesce a scrivere musica senza avere almeno la minima influenza di quello che vive tutti i giorni, del suo intorno, dell'andamento del mondo, di come cambia tutto. E anche se magari sono passati molti anni credo che la vita del mondo dal 2000 in poi abbia molte similitudini e molti aspetti che sono rimasti sempre uguali. C'è sempre una costante tensione, un timore che si trasmuta in terrore che sostanzialmente diverso a quello che c'era prima. Non sono più guerre mondiali che impattano tutti ma è la paura di vivere uno nuovo genere di guerra, una guerra che tocca qualsiasi individuo, nessuno escluso. Per quello guardiamo con sospetto tutto e tutti, per quello ci chiudiamo nella nostra vita sociale buttando online la nostra esigenza di rapporti umani imprescindibili.
Arrivati a questo punto più di qualcuno potrebbe dire che non ho minimamente parlato di Songs from the Sorrow ma invece è così. Sebbene non ho ancora descritto informazioni che possono essere utili, come il fatto che questo è il secondo EP degli Fearrage, o come il fatto che la proposta portata dalla band sia un interessante insieme di melodic death metal con sfumature di thrash metal con qualche aspetto groove metal, credo che ho descritto quello che è l'anima di questo lavoro. Il dolore inteso come disaggio, come l'urgenza di sfogare, utilizzando la musica, di dire quello che si vede e si sente. E anche se al mondo sono cambiate certe cose molte cose che sono alla base di quel disaggio continuano a essere le stesse in questi ultimi 20 anni. E' come se l'umanità non potesse mai fare a meno dei suoi demoni, che non vengono mai eliminati ma mutano continuamente. Per quello nascono nuove modalità criminali, nuove droghe, nuove malattie psichiche. Per quello l'urlo di questa band è un urlo che può essere condiviso da parecchie persone. E per quello questo è un EP che funziona bene oggi come avrebbe funzionato bene ad inizio secolo.
La lotta principale diventa quella tra quello che suona vecchio e quello che tutt'ora è assolutamente attuale. Songs from the Sorrow è un lavoro che appartiene alla seconda categoria. Non importa che le scelte sonore non siano modernissime, non importa che non ci siano aggiunte sonore rivoluzionarie, la proposta dei Fearrage è spontanea e assolutamente gradita perché diventa un riflesso di quello che viviamo, di quello che ci limita nella nostra idea di come raggiungere un certo tipo di felicità.
Trattandosi di un EP di solo quattro canzoni approfondisco solo una di esse.
Ho scelto il brano d'apertura, The Day When Sun Fell Down. Musicalmente i riff di chitarra svelano immediatamente la natura della band, quell'influenza marcata del melodic death metal. Il brano si sviluppa dritto, con una logica simile a quella di tanti capi saldi di questo genere. Funziona, è trascinante, invoglia l'ascoltatore a sapere cosa ci sarà dopo. E' un'evoluzione naturale che s'inonda, che cresce, che tocca vette epiche, come se narrativamente si trattasse di un racconto che viene divorato dagli occhi curiosi di chi legge.
Songs from the Sorrow potrebbe essere visto come un termometro del mondo (non solo questo EP ma l'essenza che si racchiude dentro e che è anche presente in altri lavori). Se queste quattro canzoni proposte dai Fearrage continueranno a essere un fedele riflesso del mondo vorrà dire che nulla è cambiato, se invece improvvisamente sembrerà vecchio vorrà dire che finalmente il mondo ha dato un passo in avanti. Voi quale alternativa vedete come possibile?
Voto 7,5/10
Fearrage - Songs from the Sorrow
Inverse Records
Uscita 28.12.2018
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