(Recensione di (fonetic) degli Sliding Words)
Il live è "il momento" nel quale un gruppo viene messe a nudo e fa capire quanta energia, voglia e qualità abbia. Ci sono concerti che rimangono impressi per sempre perché la forza emotiva che c'è dentro non lascia nessuno indifferente. Ci sono gruppi che fanno degli spettacoli che vanno ben oltre la musica, vere e proprie performance dove tutto viene curato fino al minimo dettaglio. Altri scommettono solo sulla forza della propria musica senza utilizzare nulla che possa essere fuorviante dentro al loro percorso. Personalmente penso che il tipo di live offerto dev'essere in linea con la proposta musicale di ogni gruppo e con quello che si propongono di fare, l'importante è che il risultato finale lasci l'ascoltatore completamente soddisfatto.
Se c'è un genere che si presta a avere dei risvolti artistici che si modulano a 360 gradi questo è sicuramente il triphop. E c'è una cosa strana, perché parliamo di un genere ormai "grande" che continua ad avere una sonorità giovane e futurista. E' senz'altro per quello che il duo francese Sliding Words ha scelto prevalentemente quel genere come quello da portare avanti nelle loro composizioni. Anche se oggi mi ritrovo a parlare soltanto della parte musicale che possiamo apprezzare nel loro primo disco, intitolato (fonetic), bisogna tenere in considerazione che la loro musica acquista un nuovo livello nelle loro esibizioni live, dove vengono distribuiti delle cuffie attaccate a vecchi apparati telefonici per riuscire a dare una dimensione più intima e stereofonica alla loro musica. Fatta questa premessa posso tuffarmi completamente nelle tracce di questo interessante lavoro. Come succede con opere del genere la musica sembra essere una complessa operazione di taglia e cuci che finisce per dare un risultato vellutato, elegante e molto sensuale.
Se c'è un'altra fondamentale caratteristica del triphop, e che lo rende un genere senza scadenza, è l'idea di mettere insieme diversi generi, di essere un filo che attraversa tutta una serie di elementi e li mette insieme. Questa filosofia c'è anche dentro alla musica di (fonetic). Come prima cosa bisogna partire dall'idea che questo disco mette insieme non solo due persone ma anche due percorsi ed inquietudini musicali. Per quello si cerca sia la parte elettronica, costruita con questo collage sonoro, e quella acustica, presente nella scelta di certi strumenti. Ma l'inquietudine musicale delle due menti dietro a Sliding Words va anche a cercare il macro ed il micro. In altre parole, questo è un disco che ha elementi universali che potrebbero aver dato nascita a questo disco in qualsiasi angolo del mondo, ma d'altra parte c'è la ricerca di suoni della world music, anche attraverso certi strumenti. Questa è una formula che generalmente funziona molto bene e che acconsente di avere dei dischi veramente interessanti. Ancora una volta, e so che lo faccio spesso, credo che sia fondamentale sottolineare che un risultato come questo è raggiungibile solo grazie a due premesse, l'esperienza e l'apertura mentale. Entrambe le cose sono presenti in questo piacevolissimo disco.
L'esperienza live proposta dagli Sliding Words è assolutamente replicabile anche nel privato. Cercate una sistemazione comoda, eliminate qualsiasi possibile distrazione, chiudete gli occhi e con le cuffie alle orecchie lasciate scorrere la musica di (fonetic). Chissà che mete raggiungerete, chissà cosa vivrete, ma in un modo o nell'altro sono sicuro che non rimarrete nello stesso luogo fisico da quando avete iniziato quest'esperienza. Sarà una coccola preziosa e necessaria.
Prendo due brani che permettono anche di capire le diverse vie che percorre questo disco.
La prima è Bukowski Crash Test, titolo che già di per sé garantisce un brano molto interessante. Più che mai si capisce come un brano possa essere costruito assemblando una serie di elementi, trovando ispirazione da una registrazione, da un arpeggio di tastiera, da una registrazione, da accordi di chitarra che rimangono sospesi nel vento, da un ukulele che potrebbe non c'entrare nulla con tutto il resto ma invece s'incastra alla perfezione. Un brano sorprendente.
Il secondo è Time Is Never Here. Malinconico, elegante, degno erede di quell'aria francese che riesce a rendere tutto raffinato. Bellissima la voce di Maÿen che ci guida tra queste note bellissime. E' un brano di quelli che toccano il cuore, nel quale artista e ascoltatore siglano un accordo permanente. Consiglio di ascoltare la versione estesa e non quella radio edit.
Sliding Words, parole che scivolano, che possono cambiare significato cambiando il significato di tutta la frase. Questa è l'idea di (fonetic), cioè quella di riuscire a fare capire ad ogni ascoltare che quel brano esiste lì, in quel singolo momento solo per lui, come se l'ascoltatore stesso diventasse per qualche minuto il terzo membro del gruppo e la sua presenza diventasse preziosa.
Voto 8,5/10
Sliding Words - (fonetic)
Atypeek Music
Uscita 14.12.2018
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