(Recensione di First Death of the Lutheran dei Mansion)
In genere sono una persona che rifiuta qualsiasi rappresentatività. Questo perché credo che non sia possibile essere completamente allineato con qualsiasi gruppo, al di là della sua natura. Per quello non simpatizzo con alcun partito politico, non professo alcuna fede che mi avvicini a chiesa o credo alcuno e non seguo altri pensieri spirituali. Mi stupisce anche il come certa gente venga completamente plagiata da altri pensieri e la propria personalità venga annullata. Credo e difendo l'individualità perché ogni essere umano è un essere complesso.
First Death of the Lutheran è il primo LP dei finlandesi Mansion, band esistente già dal 2012. E questo dato sorprende molto perché questo debutto è di grande spessore, regalandoci un disco rotondissimo che non presenta punti bassi e che si fa ascoltare con assoluto piacere. Liricamente è un disco che ha come principale tematica la spiritualità, sicuramente perché uno degli spunti creativi che più hanno segnato la band è il fenomeno del kartanoesimo in alcune regioni della Finlandia d'inizio secolo venti. Fede così estrema da reputare che qualsiasi manifestazione sessuale, anche da sposati, non era altro che la manifestazione del demonio. Un altro fenomeno molto particolare di questa fede era la massiccia presenza di bambini preti. Tutto questo materiale si presta perfettamente ad avere un'interpretazione teatrale e musicale che gioca con questo modo così distorto di vivere la propria vita. Per quello di esalta anche la figura di Satana, come se dando vita a quest'altra faccia della medaglia rimanesse molto chiara questa contrapposizione.
Fatte queste premesse sicuramente viene in automatico capire che il mondo musicale perfetto per questo First Death of the Lutheran sia il doom metal, genere che più di qualsiasi altro è riuscito a regalarci una visione di un satanismo quasi istituzionale, dove l'adorazione del demonio non sembra un'aberrazione ma una religione piena di fondamenti come tutte le altre. Naturalmente sta ai Mansion come a tutti gli altri gruppi del genere sapere se questo mondo è soltanto uno spunto creativo o diventa veramente una filosofia di vita. Sta di fatto che quello che a me interessa è la qualità del lavoro che vi sto raccontando. E la qualità è molto alta. Questo è un disco dinamico, concepito perfettamente, immerso in un'aurea di mistero molto ben studiata. E' un disco che ha tutti i fondamenti del doom ma non si culla nel replicare il sound classico dando nascita a una serie di canzoni trascinanti, funzionali e funzionanti. Questo è uno di quei lavori che si presentano veramente interessanti ma che fanno immaginare dei live veramente interessanti, come se fossero dei rituali tutti da vivere.
First Death of the Lutheran dev'essere vissuto come una recita e come tutte le grandi compagnie teatrali sono in grado di fare, da quando si apre il sipario fino a che l'opera non si conclude, lo spettatore/ascoltatore rimane completamente immerso in quello che vede/ascolta. I Mansion sono una compagnia perfetta perché restituiscono completamente quell'effetto. Incuriosiscono, ammagliano, tentano e poi scioccano. Fanno credere che la tentazione sia la miglior scelta per poi urlare al peccato. Avete il coraggio di assistere a questo spettacolo?
Per chi legge spesso questo blog saprà che in certi casi mi ritrovo con dei dischi dove diventa difficile consigliare solo pochi brani. Questo è il caso di questo disco perché merita veramente di essere ascoltato interamente seguendo l'ordine dei brani. In tutti casi mi sforzo e vi selezione tre tracce.
La prima è quella apripista, cioè Wretched Hope. La voce della cantante femminile, Alma, è perfetta, è l'anfitrione perfetta per questo rito. Il brano è pieno di pathos. Cattura, ammaglia e dissacra.
La seconda è The Eternal ed entra in gioco la coabitazione molto azzeccata delle due voci, femminile e maschile. Quella maschile, di Osmo, è profonda ed autorevole. Praticamente il riflesso maschile di quella femminile. Sono due serpenti, uno bianco ed uno nero, che s'intrecciano in una perfetta coreografia. Tutto su una base trascinante, perfetta, pronta a creare il tappetto ottimale delle voci e a prendersi il protagonismo quando corrisponde.
Chiudo con First Death. E' il brano che racchiude tutto ed è il più esteso dell'intero lavoro. Per quello diventa ancora più articolato degli altri, per quello tocca diverse vette per poi rifiatare. E' epico e grandiloquente. E' la coronazione del rito, è il compimento dell'incantesimo. Ormai non c'è via di fuga.
First Death of the Lutheran brilla di una luce strana. I maestri di ceremonia, Mansion, sembrano conoscere perfettamente il loro mestiere, perché catturano l'ascoltare e lo trascinano dentro a un mondo lontano, irreale, che forse non avrebbero mai scelto, diventando invece l'unica via a poter e voler prendere. Brillante e strano.
Voto 9/10
Mansion - First Death of the Lutheran
I Hate Records
Uscita 07.12.2018
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