sabato 15 dicembre 2018

Speaker Bite Me - Future Plans

(Recensione di Future Plans degli Speaker Bite Me)


Dove si va? Chi lo può sapere. Il nostro percorso personale è sempre soggetto a quello che succede sopra di noi, a quello che il mondo ci offre, a quello che la nostra patria vive, a quello che le dinamiche internazionali determinano. I tempi cambiano e cambiano i modi di essere governati, i modi di dominio, le dinamiche imposte. C'è chi è abile a interpretarle e sa trarre vantaggio, c'è chi non riesce a stare al passo e precipita. L'Europa non è più l'Europa di vent'anni fa ma diventa impossibile sapere dove si troverà tra altri vent'anni; intanto noi cerchiamo l'equilibrio, come un surfista sulla sua tavola.

Future Plans

Lo sapete, se seguite assiduamente questo blog, cerco sempre di portarvi dei dischi appena usciti o di uscita imminente. Qualche volta, però, per svariati motivi non riesco ad ascoltare tutto il materiale che mi arriva e, in certi casi, mi rifaccio alla distanza di qualche mese andando a pescare dei veri gioielli. Future Plans è uno di questi. Uscito nel giorno della "scoperta" dell'America, il 12 Ottobre, il primo album in undici anni dei danesi Speaker Bite Me è una di quelle opere che sconvolge sin dal primo ascolto. Lo fa perché una personalità così ricca da investire l'ascoltatore o, nel mio caso, il recensore. Questo, che è il sesto album della band, è un lavoro che nasce dall'osservazione di quello che capita in Danimarca o più estesamente in tutta Europa. E' la riflessione della band di fronte a un momento storico rarefatto, dove non è chiaro fino in fondo dov'è la crisi e dove ci vuole che ci sia questa crisi. Un momento dove, citando le parole di Signe, cantante e chitarrista del gruppo, "le relazioni tra le persone sono sparite. Forse perché ci sentiamo deboli. (...) Invece di goderci il nostro benessere combattiamo per il nostro surplus." Per quello musicalmente questo disco è freddo, malinconico e molto complesso. E' un conflitto tra la realtà e l'ideale, tra il modo che ci viene imposto di essere e quello che sarebbe l'ideale. E dal conflitto nasce sempre la meraviglia.

Future Plans

E' difficile definire musicalmente questo Future Plans. E' un disco sperimentale, sporco, elettrico, alternativo ma profondamente rock. La butto lì, in certi momenti sembra di essere di fronte a certi brani dei The Gathering ma senza la parte metal o più dark degli olandesi. Gli Speaker Bite Me sanno creare delle atmosfere intense che bastano ad avvolgere chi prende in mano questo disco. Una volta dentro a queste atmosfere tutto cambia, tutto si arricchisce prendendo direzioni complesse. Senza essere una band progressiva la maggioranza dei brani hanno un'importante lunghezza che diventa fondamentale per raccontare la storia che vogliono raccontare. Ecco il conflitto, ecco la luce in mezzo al fumo, ecco il ricordo delle cose essenziali che in fondo sono quelle importanti. La band prima ci dipinge il mondo attuale e poi ci insegna come si potrebbe venire fuori, come la vita sia preziosa semplicemente perché è vita. Per quello la loro musica passa dal rumore a l'asciuttezza di una melodia preziosa. Dal molto al poco, dall'acidità all'emozione. Come dicevo prima: ecco il conflitto. 

Future Plans

Sono un amante degli oasi. E non mi riferisco a quelle isole verdi in mezzo ai deserti. Gli oasi sono quei posti sacri che sembrano resistere a tutto quello che c'è intorno. Future Plans è un canto agli oasi e diventa, esso stesso, un oasi musicale. La meraviglia che ci regalano gli Speaker Bite Me è quella di offrirci un disco nato da riflessioni attuali ma che fa bene all'anima adesso, ieri e domani. Perché questo disco è una guida da seguire se si vogliono scoprire gli oasi, quelli fisici ma anche quelli spirituali.

Speaker Bite Me

Prendo due brani da questo maestoso disco che, in tutti casi, va ascoltato per intero.
Il primo è Act, apertura perfetta di questo lavoro. Subito viene fuori un brano fumoso, immerso nel grigiore della vita. Ci sono diversi elementi che mi portano al triphop ma piano piano che scivola via si capisce che il grigio è solo il contorno e che bisogna cercare la parte centrale, quella luminosa, perché lì c'è la luce, la gioia, la bellezza. Il rumore non riesce a mascherare l'intensità melodica e l'insieme armonico. Chitarre alla The Gathering, basso pieno di groove, voce celestiale: conflitto.
La seconda è Sweet Expectation. Sembra un brano tiratissimo, intenso, sudato, vissuto e per più della metà del tempo è così. E poi... l'oasi, la fine del rumore e la bellezza di una tastiera che fa il tappetto di pianoforte per delle voci vellutate. Perché le cose belle stanno nel profondo e si svelano piano piano solo a chi ha la pazienza di trovarle. Bellezza pura.


Undici anni sono tanti. Molte cose cambiano aldilà del modo di guardare il mondo. Nel caso degli Speaker Bite Me questi undici anni sono stati degli anni dove tutta la loro osservazione e il loro modo di essere e di vivere viene tradotto in cinque brani, quelli che compongono Future Plans. Non so voi ma io ho l'impressione che tutto può cadere a pezzi ma ci sarà sempre un luogo del cuore dove essere al riparo da tutto.

Voto 9/10
Speaker Bite Me - Future Plans
Pony Rec
Uscita 12.10.2018

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