(Recensione di Swept In Black dei Lifesick)
La musica è salvezza. E' evasione, è una valvola di sfogo. Forse per quello chi ascolta metal invece di essere, come i pregiudizi vorrebbero, un esaltato distruttore, arrabbiato o depresso, è molto spesso una persona saggia ed equilibrata. Tutti abbiamo bisogno di un metodo che ci permetta di scaricare l'energia negativa e il metal da ottimi risultati. Forse sarebbe un bene che tutti prendessero coscienza di tutto ciò e forse inizierebbero a guardare tutto con altri occhi.
Swept in Black è il secondo disco dei danesi Lifesick e si presenta come un perfetto punto equidistante dall'hardcore e il thrash metal. Brani concreti, senza ambiziose pretese, con la voglia di arrivare diretti. Non c'è spazio per metafore, per complicazioni, per strutture elaborate. Il messaggio deve arrivare quanto più diretto possibile o, andando anche oltre, dev'essere esagerato in modo che chi ascolta non si perda neanche un secondo dall'obbiettivo dei brani. Storie che parlano di dolore, d'ingiustizia, di separazione tra quello che è il "mondo" e chi viene tagliato fuori. Insomma, un tuffo in acque profonde senza alcuna possibilità di emergere o di raggiungere qualche costa diversa da quella che ci avvolge. Per quello i brani sono un concentrato di forza, senza quasi perdersi in intro elaborate o sviluppi inattesi. Detto ciò, però, è fondamentale dire che se qualcosa non c'è in questo lavoro è staticità. I brani possono essere diretti e concisi ma non per quello non hanno la forza di avere cambi di ritmo e una dinamica che, sebbene rimanga molto alta, permette di sviluppare diversi livelli di rabbia e dolore.
E' importante capire cosa prende Swept in Black dell'hardcore e cosa dal thrash metal. I Livesick riescono a esprimere la loro propria energia in una media di tre minuti, argomento che gli avvicina tanto alla parte hardcore, anzi, sembra che se ne freghino della bellezza, della perfezione, della cura per i dettagli. I loro brani partono a razzo e finiscono a razzo, più di qualche volta con dei tagli che sembrano tutto tranne che logici. Invece dal thrash metal c'è indubbiamente la scelta sonora, il modo nel quale le canzoni vengono suonate, le ritmiche scelte, la potenza dei riff di chitarra. D'altronde quest'unione tra entrambi i generi è sempre stata una costante, come se tutta quell'energia molto più grezza e aggressiva coabitasse nei due mondi. Per quello anche in questo lavoro si trova un equilibrio lodevole, dove entrambe le cose vanno bene e funzionano alla perfezione.
Swept in Black è una caduta inarrestabile ma consapevole. E' la follia di buttarsi su una discesa sapendo che i freni non funzionano. Perché quello che cercano i Lifesick è l'impatto, il fatto che l'ascoltatore non può assolutamente fare finta di nulla. Bisogna affrontare questa macchina impazzita, bisogna aprire gli occhi e vedere cosa sta succedendo, questa è la scommessa, vinta dalla band.
Pesco due brani che spiegano ancora meglio quello che ho cercato di scrivere fino ad adesso.
Il primo è Lifesick 2. Brano che apre questo disco con il feedback della chitarra, suono, o rumore, che è quasi onnipresente in tutto il lavoro. Perché qua nulla dev'essere piacevole o ricercato. Bisogna scagliare calci e calci sono. I cambi di ritmiche vanno capire anche l'appartenenza thrash funzionando perfettamente. Non è necessario avere una strofa o un ritornello, l'unica cosa che serve è macinare e macinare.
Il secondo brano è Suicide Spell. Brano più lungo del lavoro andando oltre ai quattro minuti di durata. Unica canzone dove, in un certo modo, si osa di più affidando un'intro a una chitarra acustica arpeggiata. Questo respiro fa bene, perché incrementa molto di più le variazioni dinamiche per regalare un brano straziante e potente.
Swept in Black fa pensare ai primi anni 90, quando il thrash metal prepotentemente si rubava la scena del metal facendosi anche spalancare le porte dei mezzi più mainstream, qualcosa che oggi sembra impossibile. Ma la forza dei Lifesick sta nel recuperare quello menefreghismo e quell'energia autentica ed inarrestabile che per molti, come me, è stata la porta d'ingresso nell'universo del metal.
Voto 7,5/10
Lifesick - Swept in Black
Isolation Records
Uscita 21.12.2018
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