(Recensione di Bonehead dei Rückwater)
Che cos'è il rock & roll? Sembra e, sicuramente, questa è una domanda stupida, scontata. Ma mi serve per parlare di tutto quello che va oltre al semplice genere musicale, per altro molto vasto. Il rock & roll è cultura, è moda, ma è anche una filosofia di vita. Ecco, quello è il punto che m'interessa. Vivere in modo rock & roll sembra voler vivere di giorno in giorno puntando tutto al divertimento, godendoci la vita fino in fondo. Per quello piace tanto questa filosofia e ci sono tanti "addetti".
Nel caso dei Rückwater la loro filosofia viene chiamata in un altro modo. Loro vivono la vita in modo rück & roll, chiaro adattamento al loro nome e al mondo nel quale si muovono. Infatti questo trio finlandese naviga indisturbato le acque del rock & roll spaziando tra generi e reminiscenze sonore di diverse epoche, anche se, guardando più approfonditamente, sono gli anni a cavallo tra i 90 e i primi 2000 a fare da padrone. Per quello il loro Bonehead, terzo EP in sei anni di carriera, è un compendio di musica dinamica ed universale. Loro si definiscono come una band di alternative stoner rock ma in realtà c'è molto altro.
Come detto in precedenza, lo svolgimento di Bonehead non ha una sola direzione, anche se l'impronta stoner è quella più marcata. I suoi brani si muovono indisturbati attraverso il rock che faceva da padrone una ventina d'anni fa. Per quello ci sono piccoli indizi che ci parlano di grunge, altri che ricordano l'hard rock e certi sperimenti, molto graditi, che si muovono invece nella direzione di un psych rock che confina con certi aspetti post rock.
I Rückwater tengono a precisare che le loro registrazioni sono in presa diretta, perché ci tengono a che arrivi tutta l'energia che, da buon power trio, riescono a sprigionare. Senz'altro questa energia arriva e non lascia indifferente l'ascoltatore. C'è molta coesione e voglia di divertimento nelle tracce di questo lavoro.
Dunque il rück & roll, cioè una lettura moderna, musicalmente parlato, di quello che è lo spirito rock che ha trasformato la cultura popolare degli ultimi 70 anni. Per quello i Rückwater ricordano sonoramente dei gruppi come i Foo Fighters, i Queens of the Stone Age, ma anche gli Audioslave, i Soundgarden o i Pantera. Gruppi che differiscono molto come risultato finale ma che hanno, nel profondo, questo spirito rock che potremmo definire come un spirito rock 2.0.
Pertanto la grazie di questo Bonehead sta nell'evidenziare questa unione d'intenti che ha lasciato un'impronta salda in questi tre musicisti.
Delle sei tracce incluse in questo EP vi lascio un paio che permettono di capire abbastanza fedelmente quello che c'è dentro a questo lavoro.
La prima è Once More with Feeling. Brano che risponde a tutti i presupposti di quello è lo stoner rock. Ritmiche sostenute, grandissima compattezza sonora e uno sguardo distaccato della realtà, pensando al divertimento. Infatti è un brano che fa divertire.
Il secondo è Flame Doesn't Cast a Shadow. La canzone più lunga dell'EP è una bella chiusura. Nei suoi 9 minuti di durata riesce a ricreare delle atmosfere molto piacevoli che hanno un gusto psichedelico che esplode, e monopolizza, la seconda parte del brano. Sa anche di post rock e quest'apertura sonora della band è molto bella e gradita.
E' lo stesso concetto ad essere la forza e la debolezza di questo Bonehead. E' quel compendio di generi a far sembrare che, da una parte, ci sia un'insieme di elementi sonori che, coniugati, creino lo spettro sonoro sul quale fluttuano i Rückwater, ma questo stesso insieme fa prefigurare una certa dispersione dentro al messaggio della band, come se ci fosse un impeto a strafare, a mettere sullo stesso tavolo un menu troppo variegato. Sarebbe bello che il loro punto di partenza venisse contaminato da quelle aperture sonore, in quel modo di sarebbe una proposta molto originale ed interessante.
Voto 7/10
Rückwater - Bonehead
Secret Entertainment
Uscita 24.02.2017
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