mercoledì 15 febbraio 2017

Ghost Iris - Blind World: un mondo ceco pieno di colori

(Recensione di Blind World dei Ghost Iris)


L'evoluzione è il motore che muove il mondo. Grazie ad essa progrediamo e compiamo dei veri e propri salti da gigante. Anche la musica vive in eterna evoluzione. Di anno in anno nascono nuovi generi dalle ceneri di altri e sono un riflesso di quello che succede a scala globale, sia musicalmente che culturalmente.

Ghost Iris

Lo djent come genere musicale è uno dei sinonimi dell'evoluzione nella musica metal. E' un nuovo passo dentro i tecnicismi ossessivi che caratterizzavano certi generi. Con grande velocità una serie di gruppi si sono posizionati subito nell'avanguardia di questa, relativamente, nuova creatura. Dalla Danimarca arrivano i Ghost Iris, fedelissimi esponenti di questo genere, che con il loro secondo disco, intitolato Blind World, danno una dimostrazione di forza, di qualità, ma anche, e forse è l'aspetto fondamentale, di grande originalità. Sono gli orizzonti ampi quelli che acconsentono di avere un lavoro dove la parte tecnica non si sovrappone al resto, dove le variazione al tema che potrebbe sembrare fondamentale regalano delle canzoni fresche, piacevoli e moderne.

Ghost Iris

Dicevo che i Ghost Iris devono essere, inizialmente, accostati ad un discorso musicale tech-metal/djent. Questo perché le loro creazioni sono ricche di tecnicismi virtuosi di chitarra e il resto della band sembra sostenere quest'intenzione. Ma c'è molto altro, ed è proprio quando la band contamina quella direzione con generi che a tratti non appartengono al metal che viene fuori una serie di pregevolissimi esempi. E' lì che entra in gioco la voce, molto versatile da costruire delle linee in growl ed altre assolutamente pulite e melodiche. Sono quelle piccole strizzatine d'occhio ad un certo genere di pop che regala un contrasto molto interessante perché conficca i brani di questo Blind World nella testa dell'ascoltatore. E finisce che tutta la band prende queste nuove direzioni, a volte funkeggianti, a volte post metal, a volte pop, a volte epiche. C'è anche l'ausilio di una voce femminile, che ricorda quella di Cristina Scabbia dei Lacuna Coil, che fa crescere ulteriormente lo spazio nel quale si muove la band.
Blind World


Un ventaglio di sensazioni, di colori, di sfumature, questo Blind World più che essere ceco abbonda di colori senza mai cadere nella reiterazione. I Ghost Iris ci riescono proprio lì dove tanti gruppi analoghi sbagliano. Sanno cambiare, sanno aprire gli orizzonti, sono aperti a tutto quello che può dare una nuova luce. Per quello questo disco viene divorato senza troppi problemi.
Ghost Iris

Due brani da segnalarvi su tutti.
Il primo è Pinnacle, brano che sorprende per le infinite direzioni che prende. A tratti è funk, a tratti è un fiume in piena d'energia. Prevalentemente cantato con voce pulita è molto ben riuscito. 
Time Will Tell è, invece, un lavoro che sorprende per le aperture. Inizia con un disco molto tecnico, con ritmiche ricercate e poi, verso metà brano, prende tutta un'altra piega. Diventa molto melodico, diretto, in un certo modo "facile". E' il primo brano che vede la presenza di una voce femminile. Tra l'altro si tratta della canzone più lunga di tutto questo lavoro.



Blind World è moderno. Vive dentro ad un contesto musicale impensabile fino a qualche anno fa. Questo potrebbe essere molto accomodante, molto semplice. Invece i Ghost Iris hanno la forza e l'onestà di mettere nel loro calderone tutto quello che frulla nelle loro teste. Per quello in questo lavoro si sentono sfumature del passato, con passaggi di death metal melodico, linee vocali che potrebbero tranquillamente sembrare pop, giochi strumentali "rubati" al post metal e molto altro. Ed è proprio in questa costruzione che si aprono nuovi orizzonti. Via i purismi, benvenute le contaminazioni.

Voto 8,5/10
Ghost Iris - Blind World
Long Branch Records
Uscita 17.02.2017

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