(Recensione di Bethlehem dei Bethlehem)
Chiudere gli occhi di fronte a certe cose sembra, spesso, la soluzione che cancella quello che si ha di fronte. Tutti proviamo orrore o paura di fronte a certe immagini, situazioni o sentimenti e vorremmo non dover mai affrontarle. Forse è una buona prassi affrontare le nostre paure o prendere una minima famigliarità con le cose che ci scioccano. Non è semplice ma è necessario, perché il mondo non è colore rosa.
I tedeschi Bethlehem hanno il grande pregio di essere stati i propulsori di un nuovo sotto genere chiamato dark metal e questo loro nono album, omonimo, permette fedelmente di capire il perché di questa definizione. La loro musica si tinge di tutto quello che ha a che fare con la parte oscura del mondo. Ma sarebbe sbagliato pensare a cose metafisiche o spirituali. La parte oscura cantata dai Bethlehem è quello che ognuno di noi ha all'interno. E' quella parte che ci toglie il sonno e che ci domina accecandoci. Per quello diventa molto più viscerale ed onesta, perché, in fondo, ci appartiene.
In questo nuovo disco i Bethlehem hanno rimescolato le carte dando una nuova personalità alla band. Questo grazie all'ingresso nella loro formazione di due nuovi musicisti, il chitarrista Karzov e la eccentrica cantante Onielar, già nota al mondo del black metal grazie alla sua band Darkened Nocturn Slaughtercult. Da questo insieme di elementi viene fuori un'insieme musicale che va a pescare negli origini della band, che quest'anno festeggia i suoi 25 anni d'esistenza, per metterlo in equilibrio con i nuovi contributi degli ultimi arrivati.
Attraversando questo disco i Bethlehem ci guidano magistralmente dentro agli inferi interni di ognuno. Si passa dallo strazio alla pazzia per circondare la violenza. Questo è un disco di sofferenza ma anche di vendetta, di irrazionalità. Tutti elementi da inglobare nella definizione di dark metal. La cosa interessante è che,l'approccio della band tedesca a questi particolari lidi, non è scontato o facile. Non si basa su ritmi martellanti monopolizzati dalla doppia cassa, da distorsioni oscure di chitarra e di voci urlate. No, la loro costruzione è ricercata e spazia tanto, fino al punto di poter affermare che la parte musicale si muove in uno spettro molto ampio che va dal black metal alla dark wave. Su questo tappetto musicale si adagia la voce di Onielar brava ad essere la portatrice più viscerale e sentita dei sentimenti musicali della band. La sua voce è sofferente, violenta ma anche ipnotica e stregata. Costantemente voce e musica si cercano, si allontanano e tornano ad essere un discorso unico, indugiando ulteriormente in quel campo dell'insanità mentale.
Bisogna essere coraggiosi e non avere dei pregiudizi per capire fino in fondo questo disco. Un primo ascolto superficiale potrebbe creare una reazione di allontanamento tra i musicisti e gli ascoltatori ma l'invito che vi faccio è quello di, da una parte, cercar di capire il perché di queste sonorità e, d'altra, di ascoltare oltre alla superficie. Per chi farà così questo Bethlehem si svelerà un disco che ha la capacità di denudare il nostro lato oscuro con una poetica musicale molto interessante.
Per rendervi conto di questo di quello che è questo disco come al solito mi permetto di suggerire qualche traccia.
La prima è Gängel Gängel Gang. Sembra una filastrocca maledetta. Un relato tribale fatto da una strega. E' alienante e oscuro. Ossessivo e dissacrante.
La seconda traccia che vi consiglio è Arg Tot Frohlockt Kein Kind. Questo brano permette di apprezzare la complessità dentro al suono della band tedesca. E' un brano sicuramente molto oscuro che musicalmente passeggia tra metal, rock gotico e dark wave, con un cantato lineare che, invece, proviene più dal black metal.
Per finire vale dare un ascolto a Kein Mampf. Brano musicalmente assolutamente associabile alla dark wave che, ancora una volta, viene espanso dalla voce.
Questo nuovo disco dei Bethlehem regala delle profondità sonore che profumano di oscurità. Sono i contrasti quelli che ci parlano del messaggio del gruppo e di quello che noi siamo, perché quelli stessi contrasti fanno parte di noi stessi e di quello che siamo, anche se cerchiamo di nasconderlo. Avvolte fa bene affrontare la nostra parte oscura.
Voto 8,5/10
Bethlehem - Bethlehem
Prophecy Productions
Uscita 02.12.2016
DE LO MEJOR SALUDOS...
RispondiEliminaMuchas gracias! Saludos!
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