sabato 3 giugno 2017

Postvorta - Carmentis: dalle crepe entra l'epica

(Recensione di Carmentis dei Postvorta)


Non c'è evoluzione senza passato. Non c'è uno sguardo futuro senza sapere cos'è successo precedentemente. Non c'è vita senza una base. Per quello la musica ci sorprende continuamente con la dicotomia passato-futuro. Una costante evoluzione ci regala continuamente nuovi generi ma se guardiamo come sono costruiti, e da cosa prendono spunto, ci ritroviamo con un quintale di tracce del passato. Per quello la musica ha anche un fondamentale ruolo di divulgazione, perché porta a nuove generazioni degli spunti storico e culturali che entrano molto meglio che non in aula di classe. Per quello la musica dovrebbe essere un patrimonio molto più tutelato.

Oggi vi parlo una interessante band italiana, per niente nuova al panorama underground. Si tratta dei Postvorta che danno spazio a parlare di loro grazie al loro terzo album Carmentis. C'è da dire che come, purtroppo, capita spesso questa band sembra raccogliere molti più consensi fuori dal territorio nazionale, ma questa è una battaglia insormontabile. Il giorno che gli italiani scopriranno il livello delle band che animano il panorama underground musicale ci sarà una piccola rivoluzione. Collegato a questo discorso non c'è da sorprendersi se questo nuovo disco conta con un paio di collaborazioni internazionali. Ma andiamo adesso più nel profondo cercando di capire che cosa c'è dentro a questo nuovo disco. Come al solito le definizioni sono un po' leziose e non sempre rendono il quadro della situazione ma possiamo dire che i Postvorta si muovo prevalentemente nella landa desolata del post metal. Nel loro caso c'è anche uno sguardo più cupo con rispetto a nomi saldi di questo genere. Infatti è questo monocromatismo grigio quello che è dominante nelle sei tracce della loro nuova fatica. Ma se questo vi fa pensare ad un disco piatto vi sbagliate di grosso, infatti Carmentis è molto dinamico e ci dimostra infinite vie di quello che è quel grigio dominante. 

Carmentis

Perché il grigio? Perché è l'insieme di bianco e di nero, come se entrambi i colori si cercassero ed avessero bisogno l'uno dell'altro. Per quello anche se la prevalente emotiva di questo disco è molto cupa ci sono delle piccole crepe dalle quali si filtra una luce così nuova da sembrare violenta.Musicalmente questo si traduce nell'idea di un disco molto drastico, dove la band avanza in blocco attraverso quest'oscurità che non è altro che un paesaggio riflesso di quello che si sente. Ma se Carmentis fosse solo quello secondo me non avrebbe tutti i meriti che ha. Per quello a rompere quell'oppressione presente ci pensano una serie di intervalli misurati e tranquilli, dove si respira e, per chi ama cercare la bellezza nell'oscurità, si viene molto appagati. Spazio dunque che si giostra tra due mondi quasi opposti nelle estese composizioni musicali dei Postvorta. Per quello questo disco sembra essere composto di tre capitoli, che nello specifico sono i tre brani centrali, che si sviluppano in lunghi minuti, attraversando in questo modo tante sfumature. Infatti come succede con tanti dischi post metal c'è una capacità narrativa che si traduce in musica ed è possibile sentire fedelmente quello che viene raccontato, con momenti rabbiosi, altri strazianti ed altri di piccoli lumi di speranza.

In un certo modo, e anche se musicalmente sono due dischi lontani, sento che questo Carmentis ha dei tratti in comune con un altro disco italiano recente. Parlo dell'ultimo capolavoro degli Ornaments, Drama, dove la storia mitologica straziante veniva interpretata musicalmente con grande maestria. Ripeto che i mondi sono lontani, soprattutto perché gli Ornaments sono prevalentemente strumentali, ma c'è in comune la forza narrativa di una storia molto sentita e di un'epicità quasi mitologica. Questo nuovo disco dei Postvorta ha quella altezza che non è sempre facile da raggiungere.

Postvorta

La struttura di questo disco si basa su due brani che aprono e chiudono il disco con l'unico ruolo di essere intro ed outro, ed in mezzo tre brani di importante durata sviluppano l'intero lavoro.
Di questi tre io pesco uno: Colostro. Come dicevo prima è la dinamica a far grande questo disco, dinamica che si vede nella successione di momenti musicali, nella creazione di veri e propri scenari dentro ai quali poi la narrazione prende piede. Ed è quello che succede fedelmente in questo brano. La prima parte serve a capire dove siamo, cosa vivremmo e come la vivremmo. Gli intrecci musicali di basso e chitarre sono bellissimi e quando il brano esplode per prima volta tutta la tensione si rompe. E' lì che bisognava arrivare. Devo dire che ascoltando ripetutamente ci sono dei paragoni interessanti che vengono fuori, come quello con i Heretoir dei loro ultimo album The Circle.


Carmentis è intenso. E' un disco sentito con idee molto chiare che regala una notevole nuova visione da parte dei Postvorta al mondo musicale che possiamo inglobare come post metal. Come ho detto in altri punti di questa recensione c'è un lavoro narrativo non indifferente che guida questi brani attraverso la loro estesa strada, e fare un lavoro del genere non è roba semplice. Questo è un disco all'altezza di tanti altri interessantissimi lavori usciti nell'ultimo periodo.

Voto 8,5/10
Postvorta - Carmentis
Third I Rex
Uscita 14.05.2017

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