lunedì 17 aprile 2017

Uneven Structure - La Partition: la convivenza del tutto

(Recensione di La Partition degli Uneven Structure)


Una delle domande alle quali non c'è mai una risposta unica è quella di come si compone nella musica. Ciascun artista usa un modo diverso, che non corrisponde ad alcun modo prestabilito. Ci sono gruppi dove la personalità di uno o più membri spicca molto di più ed è nelle loro mani, e teste, che nasce tutto. Altri gruppi sono riusciti ad acquisire una personalità collettiva così importante da fare tutto insieme. Insomma, su quello non ci sarà mai una regola fissa. Invece, quello che potrebbe essere molto più facilmente spiegabile, è perché qualcosa suona in un modo piuttosto di un altro. Alla fine ognuno di noi è figlio del suo proprio percorso, delle cose che ha vissuto, delle persone che ha incontrato, della musica che ha ascoltato. E' difficilissimo, se non impossibile, che qualche gruppo componga dei brani che si distanzino sostanzialmente dagli ascolti dei membri del gruppo. Ma di questo rimescolare nasce la novità.

La Partition

Gli Uneven Structure non fanno segreti delle loro intenzioni all'ora di scrivere musica. Nei loro brani cercano di mettere insieme gli elementi caratteristici di tre mondi musicali importanti: il tecnico, il progressivo ed il metal. Tre anime che convivono pacificamente ed armonicamente nel loro secondo LP intitolato La Partition. Questa convivenza è interessante perché definisce perfettamente la musica della band francese. Questo loro disco è tecnico senza essere pedante ed accademico, questo disco è progressivo senza cadere in quella trappola dove la forma diventa più importante della sostanza, questo disco è metal perché da lì pesca influenze, suoni e parti senza essere mai unidirezionale. Ma tutta questa varietà trova spazio in questo disco essendo equilibrato, nuovo e personale. Tutto quello che succede in questo lavoro da l'idea di venire fuori in modo naturale, senza forzature. 

La Partition

Vi parlavo di questa convivenza non solo pacifica ma anche costruttiva. Infatti i brani che compongono La Partition sono dei brani diventano dei veri e propri contenitori di provocazioni sonore che vengono da quei tre mondi principali; sono tecnici nella loro precisione, nella pulizia del suono molto articolato portando alla mente gruppi come i TesseracT; sono progressivi in quel modo di svilupparti orizzontalmente utilizzando spesso e volentieri delle poliritmie ricordando quest'interpretazione moderna del metal progressivo portato avanti da gruppi come i Textures, e, ed ecco il punto più interessante secondo me, sono metal, nell'accezione più moderna del termine, grazie a sonorità che spaziano tantissimo tra la musica di tanti gruppi. Infatti gli Uneven Structure, oltre a far ricordare i due gruppi precedentemente nominati, fanno pensare a gruppi come A Perfect Circle, ma anche ad altri come i Deftones. Questo a dimostrare la varietà di elementi messi in gioco, dando senz'altro un'interpretazione moderna di quello che è l'evoluzione del metal e dei suoi derivati in questi ultimi anni. 

La Partition ha un'altra caratteristica importante. E' un disco che intreccia tutti i brani tra di loro dando un'immagine globale, come se fosse un'opera da apprezzare nel suo insieme. Tutto va in quella linea, tutto è un confluire di fiumi che finiscono in questo grande mare sonoro chiamato Uneven Structure. Per quello ascoltando questo disco si ha l'impressione di essere di fronte a tanti elementi singoli ma tutti trovano una coerenza ed una naturalità. 

Uneven Structure

Ho scelto due brano da guardare più da vicino.
Il primo è Incube. Qua sentiamo inizialmente delle linee che potrebbero perfettamente venire fuori da un disco dei A Perfect Circle per dopo entrare in un discorso progressivo che ci porta da tutta un'altra parte. Ecco l'esempio perfetto di quello che succede in questo lavoro, dove l'evoluzione di un proprio pezzo non si racchiude a pochi cambi ma si presta ad un eterno andar e venire di suoni e di parti. Ma questo brano ha anche qualcosina in più, ha un tocco più persona ed introspettivo. E' molto bello.
Il secondo è Our Embrace. Anche qua non siamo di fronte al brano più esplosivo del disco ma se ho scelto queste due canzoni è per dimostrarvi la varietà messa in gioco dalla band riuscendo sempre ad avere grandi risultati. Questo è un brano un po' più "nebbioso", pronto a giocare con la parte più atmosferica della band, capace di creare degli ambienti molto definiti sono ci si cade vittime di un incantesimo. 


Lo ripeto un'altra volta, perché è importante ribadirlo. La Partition è un lavoro che sorprende per la sua naturalità tutt'altro che immediata e facile. C'è un equilibrio e non solo tra i diversi elementi che mettono in piedi questo disco. Il sound degli Uneven Structure viene fuori dal compendio che si riesce a creare con tutti le influenze della band, e il risultato, invece di essere un forzato collage è una creatura di una personalità molto ben definita. Funziona perfettamente.

Voto 8,5/10
Uneven Structure - La Partition
Long Branch Records
Uscita 21.04.2017

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