domenica 2 aprile 2017

Lynhood - Septembre: il dondolarsi della foglia prima di raggiungere la terra

(Recensione di Septembre di Lynhood)


Una tendenza naturale che viene fuori in ognuno di noi è quella di cercare delle comparazioni in tutto quello che scopriamo. Abbiamo quel bisogno di creare dei ponti tra quello che conosciamo e quello che stiamo scoprendo, forse perché è un modo di reggerci, di sentirci meno sospesi nel vuoto. E forse queste comparazioni possono anche essere utili per la fonte di provenienza, perché possono aiutare a scoprire dei mondi sommersi dei quali imparare più cose.

Se faccio questa premessa è perché ascoltando Septembre, primo EP della francese Lynhood, dietro al cui nome si nasconde la cantante e bassista Chloé Della Valle, mi sono venuti spontaneamente tre nomi abbastanza distanti tra di loro ma che possono trovare punti d'incontro. I tre nomi sono: Soap & Skin, The Third and the Mortal e Juana Molina. Queste comparazioni sono dei veri complimenti, perché nel loro modo personale di vivere la musica questi tre progetti hanno qualcosa d'unico, di profondamente sentito che ho incontrato in quest'EP.
La costruzione di questo disco vede la sovrapposizione di diverse tracce di basso alle quali viene aggiunta la piacevolissima voce di Della Valle. Quindi è un disco studiato, composto e registrato con la chiaroveggenza che viene fuori dai progetti personali di questo tipo, dove i limiti potrebbero sembrare tanti ma l'onestà che trasuda da ogni nota prevale su tutto. 

Septembre

Musicalmente Septembre ha diversi momenti che si susseguono su dei loop che esaltano la versatilità di uno strumento che può sembrare molto monocorde come il basso ma che, grazie a una serie d'interventi sonori attraverso degli effetti, diventa una fonte inesauribile di suoni. Siamo dunque su un campo sperimentale dove il suono è un materiale che viene trattato ed utilizzato per ricreare gli ambienti dell'anima inquieta di Lynhood. La sua musica è ricercata, è vellutata, è misteriosa, è nostalgica.

Septembre è autunno. E' un disco di un'intimità tale che fa venire alla mente le foglie secche degli alberi che riempiono dei lunghi viali deserti appena dopo l'ora di pranzo e che si colorano sempre più di dorato piano piano che tramonta. Lynhood costruisce un EP di quelli che ascolteresti senza sosta in particolare momenti, dove spalanchi la mente alla musica e ti lasci guidare, come una foglia che dondola appena si stacca dall'albero raggiungendo la terra senza alcun dolore.

Lynhood

The Master è la canzone che più mi ha toccato di quest'intero lavoro, ma tutte hanno una grande valenza, un peso specifico molto alto. Perché questa canzone? Perché nella sua prima parte mi ha riportato alla mente una band che amo, cioè The Third and the Mortal e il loro disco In This Room, disco che, senza eguali, è riuscito ad abbracciare una serie di generi dando nascita ad un linguaggio nuovo che mi è rimasto sempre dentro. Per quello ascoltare questo brano è stato illuminante, perché mi ha regalato cinque minuti di quella sostanza che da anni mi affascina.



Septembre parla all'anima con un discorso che viene dall'anima. Septembre non cerca di sembrare quello che non è. Non si costruisce con idee già fatte, con trucchi ricorrenti. Questa "nudità" si sente, si apprezza e ci incanta. Lynhood mi ha regalato 20 minuti di nostalgica pace e solo per quello bisogna ringraziarla. Mi auguro di riascoltarla molto presto.

Voto 9/10
Lynhood - Septembre
Atypeek Music/[reafførests]
Uscita 31.03.2017

Pagina Bandcamp Lynhood

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