(Recensione di Tvilja dei Dunderbeist)
Una delle tante scelte che bisogna fare prima di affrontare un discorso di creazione musicale è quella di capire in che lingua scrivere, sempre che i brani non siano strumentali. Non è una scelta tanto semplice perché bisogna avere chiaro a chi si vuole arrivare. Ci sono tanti pubblici diversi, tanta gente che può prendere in modo diverso qualcosa cantato in un modo o nell'altro. Non soltanto, si sa che, in linee generali, l'inglese è una lingua universale, abbastanza musicale e facilmente imparabile, ma rimane il fatto che per tutti quelli che non provengono da la porzione geografica dove si parla l'inglese c'è sempre una piccola violenza nel tradurre i testi dalla propria lingua. Per quello chi sceglie di cantare nella sua lingua ha sicuramente una maggiore capacità poetica, riuscendo ad essere molto più chiaro e diretto.
Questa è la scelta intrapresa dai norvegesi Dunderbeist, che nel loro ultimo EP, Tvilja, hanno deciso di scrivere e cantare soltanto nella loro lingua, una lingua particolare, di una musicalità strana, che si combina con la musica creando un contrasto prezioso. Questa scelta viene giustificata da due aspetti principali. Il primo è che quest'EP, prima parte di una trilogia, ha come filo conduttore il dubbio. Il secondo è che si nota una grande introspezione nella musica della band, generalmente molto più estroversa. Di tutti e due, che sono strettamente collegati, l'aspetto più interessante è quello del dubbio. Lo è perché è un concetto così vasto che è facilmente sviluppabile in tante direzioni. La scelta dei Dunderbeist ricadde in una serie di interpretazioni: quella del dubbio come stato mentale, il dubbio come crocevia di una situazione particolare, il dubbio di fronte ad una persona o a noi stessi, ma anche il dubbio come imposizione per andare avanti, per progredire, e anche il dubbio come una devastante esperienza.
Tutte tematiche abbastanza filosofiche che necessitano dunque di un riflesso importante nella musica. E questo Tvilja regala dei bei esempi musicali che non si chiudono nell'aspetto ermetico di questo EP perché continuano a riflettere la personalità di una band con dieci anni d'esperienza sulle spalle con otto lavori tra LP ed EP. Questo lavoro rappresenta anche la giusta evoluzione dentro alla musica dei Dunderbeist che passeggiano con autorità tra quel calderone chiamato metal alternativo ed un, altrettanto ampio, hard rock. Anzi, l'anima sembra essere più rock ma la profondità delle composizioni riporta tutto sui binari del metal più introverso ed emotivo. Brani compatti, capitanati da una voce calda molto presente, che lasciano spazio al riparto chitarristico, forse quello che più ricorda il metal senza mai dissociarsi del resto.
A questo lavoro strumentale bisogna aggiungere la musicalità complessa e ricercata del norvegese, avendo di fronte degli esempi musicali esotici che guadagnano tanto in sfumature, sfumature che andrebbero perse se il disco fosse stato cantato in inglese.
Il dubbio come motore creativo dunque. Chissà quanti dubbi frulleranno in testa ai Dunderbeist prima di dare per conclusa la composizione di ogni brano. E forse dovremmo imparare da tutto ciò, perché questionarsi su tutto è una prassi ottimale per rafforzare le proprie scelte, per quanto siano grandi o piccole. Tvilja ci presenta diversi modi di vedere e, soprattutto, di vivere il dubbio, come a voler comunicarci che è fondamentale dubitare senza mai lasciarsi portare da questo dubbio, ma tenendolo come prezioso consigliere.
Sulle cinque canzoni che compongono questo disco ne ho scelte due.
La prima è Vakum. Impregnata di grande nostalgia sembra parlarci del dubbio in modo triste, forse buttandolo nelle relazioni umane, nell'incapacità di capire fino in fondo qualcuno o noi stessi. E' un brano lento, piacevolissimo, molto sentito.
La secondo è Isvind (grå gås). Qua il gioco è geniale, perché dall'intimità si passa all'esterno, a quello che deve essere cantato, forse come insegnamento. Per quello sembra una canzone solare, di quelle che fanno venire un sorriso in faccia e la voglia di correre ed urlare al mondo quel che senti.
Tvilja è un EP con una grande qualità. E' perfetto. E' un cerchio che si chiude. Non è un assaggio di un qualcosa ma è veramente un'opera coerente ed intelligente che si ascolta con piacere e che rimane impressa. Sarà che gli anni regalano la saggezza, perché questa è la sensazione che viene fuori ascoltando questo nuovo lavoro dei Dunderbeist. Ne avete qualche dubbio?
Voto 8,5/10
Dunderbeist - Tvilja
Indie Recordings
Uscita 10.03.2017
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