(Recensione di Lykaia dei Soen)
Ancora oggi molte culture concepiscono dei veri e propri riti d'iniziazione, che sanciscono il passaggio dall'infanzia all'età adulta. Riti dove il futuro adulto deve dimostrare di avere le caratteristiche necessarie per vivere questa nuova tappa della vita. Storicamente questi riti sono carichi di significato ed invitano a lasciarsi dietro una parte fondamentale di quello che si è vissuto per mettersi sulle spalle un nuovo fardello pesante che bisogna imparare a portare. Sebbene questi riti siano molto spesso riconducibili a culture che si tengono strette le tradizioni credo che in modo più o meno conscio ognuno di noi viva questo rito ed a un certo punto percepisca che il passaggio è avvenuto, che siamo adulti, che è l'ora di vivere e non più di giocare.
La risposta a quest'attesa si chiama Lykaia e lo scopo dei Soen era quello di mandare un messaggio forte e chiaro: la creatura ormai si è sviluppata e adesso è diventata quello che si era proposta di essere.
Grande ambizione e, dunque, grande rischio. Ma quando prendi dei musicisti navigati, che non sono assolutamente alle prime armi, si sa che il rischio è misurato e che l'ambizione è un riflesso delle emozioni. Infatti sono pronto a scommettere che durante il processo creativo di questo nuovo disco sia stata la band, in prima persona, ad aver capito che il rito di passaggio era stato compiuto e che c'era un salto da fare assolutamente. Quel salto è quello che deve portare i Soen a non essere "la band del ex batterista degli Opeth" ma ad essere un gruppo riconosciuto, ammirato e presente nel maggior modo possibile.
Ecco, Lykaia è un rito di passaggio. E' un disco che sa di sicurezza, di forza, di fiducia. E' più asciutto dei due lavori scorsi, a tratti è più "facile", diventando così più "universale", ma è sempre, e ancora con più forza, un disco targato Soen. Strumentalmente continua ad essere un lavoro prevalentemente metal progressive e la voce di Ekelöf regala infinite sfumature che rappresentano una continuità con quello che si era sentito nei due dischi anteriori. Ma c'è altro, Lykaia è più immediato, s'insinua nella testa dell'ascoltatore essendo meno ostico dei lavori anteriori, e con ostico intendo complesso, riuscendo ad annidarsi molto più velocemente.
A questo punto, una lettura che potrebbe venire facilmente in mente, è quella di pensare che questo sia un disco commerciale. Niente di più sbagliato. Tutti gli elementi presenti nel passato dei Soen sono ancora qui, ma quello che è cambiato è il modo di metterli in gioco. Prima i brani potevano, qualche volta, sembrare un po' forzati, un po' abbondanti, invece Lykaia è molto più naturale. Non è più un disco di crescita, non è più una promessa. E' una certezza. Una certezza che si basa soprattutto nella consapevolezza di quello che deve essere il faro dentro alla costruzione dei brani. Questo disco, infatti, presenta un ventaglio di sfumature, di momenti diversi che s'intingono di quello che viene cantato, delle emozioni che attraversano una voce, un messaggio, un sentimento.
Il problema con i riti di passaggio è che, agli occhi degli altri, chi ne prende parte deve dimostrare di riuscir ad essere diventato quello che proprio gli altri vogliono. La bellezza di Lykaia è che i Soen sono diventati quello che loro volevano. Sono stati loro stessi a stabilire il rito, a dettarne le regole e a diventare la creatura che volevano essere, o che, spontaneamente, si è insinuata. Una creatura unica, che potrà avere similitudine con altre ma che non sarà mai al cento per cento come qualcun'altra. Ed eccola lì, davanti a noi, pronta a farsi accogliere.
Vi segnalo tre brani che sicuramente riflettono al meglio quello che i Soen sono riusciti a fare con questo disco.
Il primo è Sectarian, brano che ad un primo sguardo potrebbe riportarci ai dischi anteriori della band, grazie alle ritmiche progressive e molto trascinanti, a ritornelli di grande importanza, a parti che si susseguono con frenesia, ma andando oltre si capisce che tutto ciò è molto più misurato. E' l'essenza della band.
Secondo brano da me scelto: Orison. Anche qua è ultra riconoscibile l'impronta del gruppo. Si sente, si vive, si esalta ma diventa più diretta, più melodica, più aperta a tutti.
Mi sono lasciato per la fine quello che, secondo me, è il punto più alto di questo lavoro. Sto parlando di Paragon, brano che inizia con una misura ternaria che potrebbe dare l'impressione di essere una ballata per poi trasformarsi e diventare grintoso e struggente. Carico di emotività, di momenti sussurrati ed altri cantati a pieni polmoni. Toccante e molto ben riuscito.
C'è del rock/metal progressivo alla Dream Theater, ce n'è quello alla Tool e così via. Con Lykaia non sarà strano sentire dire che c'è del rock/metal progressivo alle Soen, dove i tecnicismi non sono una priorità ma l'emozione delle parole fa da padrone. Personalmente questa è la musica che mi segna e che mi regala dei momenti unici. Adesso spengo la luce ed alzo il volume, sono pronto a viaggiare.
Voto 9/10
Soen - Lykaia
UDR Music
Uscita 03.02.2017
Un grande gruppo, spero che non intendano fermarsi e che continuino a creare canzoni come queste che non fatico a dire mi stanno quasi guidando nei miei momenti peggiori.
RispondiEliminaNon credo che abbiano intenzione di fermarsi ;) Spero che i momenti peggiori passino e la musica continui :)
RispondiEliminaIo li ho scoperti da poco e ormai non riesco più a farne a meno! Periodo difficile anche per me e la loro musica mi sta letteralmente salvando. Soen, grazie di esistere!
RispondiEliminaE' la magia della musica! Non smettere di ascoltarli perché possono essere illuminanti!
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