(Recensione di Unplugged dei Klone)
Quando, negli anni 90, MTV era veramente un faro dentro al mondo musicale e svariati generi trovavano vita senza dover rendere conto a criteri commerciali, l'ascesa del formatto unplugged diede una nuova dimensione a tanti brani. L'acustico obbligava a togliere l'aspetto più maestoso delle creazioni musicali di tanti gruppi e queste nuove versioni sapevano d'intimità e di essenzialità, oltre ad essere delle vere e proprie sfide dove si poteva apprezzare la dinamicità dei musicisti. E' stata una moda fortissima e trascinante e, a un certo punto, equivaleva a cavalcare l'onda. Solo i migliori facevano dei concerti unplugged.
La motivazione musicale che ha spinto i francesi Klone a misurarsi con questa formula è molto diversa da quelle originali. Qua non c'è stata la richiesta di un noto network e questo loro lavoro non è andato in onda su alcun canale. All'origine di questo Unplugged c'è il fascino provato misurandosi con questa tipologia d'interpretazione. Eh sì, perché questa band francese ha dovuto adattare il proprio repertorio a queste sonorità acustiche per avere, così, la possibilità d'aprire una serie di concerti dell'olandese Anneke Van Giersbergen. Il risultato ha talmente affascinato la band che la decisione d'incidere questo disco è stata la scelta più naturale.
Unplugged è una sfida perché i Klone sono un gruppo che affonda le proprie radici in un'interpretazione moderna del rock progressivo, genere che necessità di suoni "elettrici" come la terra necessità dell'acqua per far crescere la vita. Qua si racchiude la chiave di questo lavoro, perché, senza voler togliere alcun merito ad altri dischi acustici che hanno fatto la storia, è molto più difficile arrangiare dei brani progressivi che fare la stessa cosa con canzoni di altri generi più spogli e "poveri" strumentalmente parlando. Anzi, tanti dischi acustici non presentano grandi variazioni per quanto riguarda la parte degli arrangiamenti, sembrano delle versioni "da spiaggia" dei brani originali. Nel caso dei Klone il lavoro si è svolto in tutt'altro modo. Senza modificare la struttura dei brani hanno dovuto cercare un modo di regalare la stessa dinamicità che le versioni originali avevano. A questo punto entrano in gioco delle scelte obbligate. Perché molte cose possono rimanere invariate, per esempio una progressione d'accordi, una melodia vocale, una linea di basso, ma altre vanno riviste. E' in questo lavoro di "pulizia" che risiede la grazia di questo Unplugged e la giustificazione d'aver intrapreso quest'avventura. I brani di questo disco non sono mondi lontani da quello che si poteva ascoltare nelle canzoni originali ma c'è un tocco diverso, delle sfumature velate che differiscono dalle versioni primordiali. E' questa la nuova vita di queste canzoni e la sfida da portar a compimento, e nel caso dei Klone è una sfida vinta. Questo Unplugged è coerente e corretto. Regala un piacevole ascolto.
Ci sono due vie che si possono percorrere quando bisogna "adattare" dei brani propri a delle versioni acustiche. O si prende tutto così com'è, si cerca lo strumento acustico equivalente, e si suona, o si lavora su una nuova vita per queste creazioni. Una nuova vita che tenga conto delle possibilità interpretative e giochi proprio su quelle. Per fortuna la scelta dei Klone in questo Unplugged è la seconda.
E siamo alla selezione dei brani più interessanti di questo lavoro. Ma prima di sottoporvi le mie scelte vi segnalo che in questo lavoro è inclusa una cover di People are People dei Depeche Mode, cover che regala essenzialità ed intimità ad un brano che faceva parte di un altro mondo sonoro.
La mia prima scelta è Immersion, canzone che apre il disco e che ho selezionato perché è un perfetto compendio di quello che possiamo trovare in questo lavoro. Da gli oltre cinque minuti di durata della versione elettrica originale in questo lavoro troviamo una versione di tre minuti ed undici secondi. Dunque la filosofia che c'è dietro a questo disco è quello di selezionare accuratamente tutto quello che può rendere eliminando il superfluo o i dettagli che non hanno lo stesso impetto, e resa, nelle versioni acustiche. Esce un brano emotivo, diretto e molto bello.
La seconda scelta va a Gone Up in Flames, scelta che ricade sulla bella capacità melodica di questa canzone, regalandoci un brano che s'insinua senza alcuna difficoltà nella testa dell'ascoltatore.
Per finire ho selezionato Nebulous, brano che permette di capire che i Klone sono un gruppo di rock progressivo e che la sfida di misurarsi con l'acustico non li spaventa affatto.
Tirando le somme bisogna dire ce questo Unplugged ha le stesse caratteristiche naturali di questa tipologia di versioni, vale a dire dei brani che diventano più "brillanti" e meno "complessi" ma la grazia fondamentale è che per arrivare a questo risultato la band ha fatto un vero e proprio lavoro di arrangiamento, compiendo delle scelte che hanno avvicinato i brani selezionati alla resa ottimale di un repertorio acustico. Un esperimento pienamente riuscito.
Voto 8/10
Klone - Unplugged
Pelagic Records
Uscita 17.02.2017
E siamo alla selezione dei brani più interessanti di questo lavoro. Ma prima di sottoporvi le mie scelte vi segnalo che in questo lavoro è inclusa una cover di People are People dei Depeche Mode, cover che regala essenzialità ed intimità ad un brano che faceva parte di un altro mondo sonoro.
La mia prima scelta è Immersion, canzone che apre il disco e che ho selezionato perché è un perfetto compendio di quello che possiamo trovare in questo lavoro. Da gli oltre cinque minuti di durata della versione elettrica originale in questo lavoro troviamo una versione di tre minuti ed undici secondi. Dunque la filosofia che c'è dietro a questo disco è quello di selezionare accuratamente tutto quello che può rendere eliminando il superfluo o i dettagli che non hanno lo stesso impetto, e resa, nelle versioni acustiche. Esce un brano emotivo, diretto e molto bello.
La seconda scelta va a Gone Up in Flames, scelta che ricade sulla bella capacità melodica di questa canzone, regalandoci un brano che s'insinua senza alcuna difficoltà nella testa dell'ascoltatore.
Per finire ho selezionato Nebulous, brano che permette di capire che i Klone sono un gruppo di rock progressivo e che la sfida di misurarsi con l'acustico non li spaventa affatto.
Tirando le somme bisogna dire ce questo Unplugged ha le stesse caratteristiche naturali di questa tipologia di versioni, vale a dire dei brani che diventano più "brillanti" e meno "complessi" ma la grazia fondamentale è che per arrivare a questo risultato la band ha fatto un vero e proprio lavoro di arrangiamento, compiendo delle scelte che hanno avvicinato i brani selezionati alla resa ottimale di un repertorio acustico. Un esperimento pienamente riuscito.
Voto 8/10
Klone - Unplugged
Pelagic Records
Uscita 17.02.2017
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