(Recensione di In the Passing Light of Day dei Pain of Salvation)
La rinascita non è per tutti. La rinascita non è unica. C'è chi vive tante piccole morti nella vita ma riesce a rialzarsi. C'è invece chi si lascia andare allo spegnimento totale della propria vita. In certe culture è proprio voluto questo "cambiare pelle" e molti riti tradizionale mettono in scena l'avviarsi di una nuova vita. La cosa interessante è la potenza di un'idea come questa. Riuscir a riscrivere la propria vita spazzando via tutto quello che è successo prima. Quante opportunità del genere capitano?
Per chi non conoscesse il soggetto, la vita di Daniel Gildenlöw, leader dei Pain of Salvation, è stata segnata da una bruttissima malattia, la fascite necrotizzante, contratta nel 2014 e che ha rischiato di portarselo via. Dopo mesi di cure e di qualche intervento chirurgico, le sue condizioni di salute tornano alla normalità consentendoli di riprendere in mano la band.
Dopo di quest'episodio così drastico sono successe un bel po' di cose. Alla fine del 2014 viene pubblicato Falling Home, album acustico che include delle versioni acustiche di vecchi lavori, qualche cover abbastanza famosa ed un paio di inediti, e l'anno scorso vede la luce una nuova versione del grandissimo disco Remedy Lane, che si divide in due dischi, il primo re-masterizzato ed il secondo con l'album integro suonato dal vivo. La mia recensione di questo lavoro la trovate qui.
Ma il lavoro che era veramente dovuto e che incuriosiva tutti quanti è il disco del quale vi parlo quest'oggi: In the Passing Light of Day.
Perché mai questo lavoro dovrebbe avere un peso maggiore di tanti altri album della band? Perché è il disco che racconta la rinascita di Gildenlöw. Una rinascita che mi azzardo a definire sia fisica che psicologica. Infatti sarebbe interessante sapere quale direzione avrebbe intrapreso la band se non fosse per quell'avvenimento così forte. Se questa direzione avesse cavalcato l'onda generata dagli ultimi dischi di studio, Road Salt One e Road Salt Two, allora era molto verosimile pensare che le sonorità hard rock di scuola americana avrebbero continuato a prendersi il protagonismo.
E qua scatta la magia e l'aspetto psicologico di questa rinascita. In the Passing Light of Day è un lavoro grandioso che pesca i suoi elementi musicali in tutta la carriera dei Pain of Salvation. Non è un ritorno al passato e neanche un continuum di quello che stavano facendo. E' una rinascita che ha il peso dell'esperienza di vita vissuta fino ad adesso. Ci sono impronte di tutti i dischi di questo quarto di secolo di storia della band ma la forza è che vengono messe insieme non come un banale e triste collage ma bensì come un disco di una forza emotiva e di una coerenza incredibile.
A questo punto viene fuori solo una spiegazione: rinascere significa vedere tutto con chiarezza, significa capire cosa si deve salvare, cosa si deve esaltare e cosa si deve cancellare.
Musicalmente c'è il riflesso di tutto quello che ho enunciato. C'è il ritorno a quella caratteristica che ha reso celebre la band, cioè quel metal progressivo che ha regalato qualcosa che mancava a tutti i gruppi che fino a quel momento si districavano in quel genere, vale a dire una carica emotiva, molto spesso nostalgica, che attraversava l'aspetto tecnico per regale quello che deve regalare la musica: emozioni. Ma In the Passing Light of Day ha anche una parte acustica e hard rock che si traduce nella costruzione di brani che rimangono impressi nella testa dell'ascoltatore senza volerla assolutamente abbandonare. E' un disco pieno di melodie che potrebbero essere anche considerate pop ma nella migliore accezione che si può dare ad un genere dove convivono dei geni ed una montagna di spazzatura nel triste rapporto 1 a 10. Ebbene, le melodie di questo nuovo disco appartengono a quel dieci per cento prezioso ed essenziale. Solo le melodia, perché null'altro è pop.
Come si canta una rinascita? Con gioia, con dolore? Io non lo so ma so come è stata cantata dai Pain of Salvation. Con filosofia, immensa filosofia che ci porta ad apprezzare la vita, ad afferrarla con forza, a capire che bisogna lasciare da parte la superficialità e bisogna incanalare le energie in quello che veramente conta, essere felici al massimo, senza compromessi. In the Passing Light of Day è un disco autobiografico che non si limita ad essere uno sfogo o una esorcizzazione. Questo è un lavoro che insegna, che lascia una traccia in chi lo comprende fino in fondo. E' un viaggio emozionante, toccante e brillante. Per quello bisogna dire grazie.
Non voglio scegliere qualche brano da consigliarvi su gli altri ma vi sottopongo qualche osservazione di certi aspetti che risaltano in questo lavoro.
La scelta dei brani di apertura e chiusura è tutto tranne che casuale. On a Tuesday è l'introduzione perfetta, è la definizione dello scenario che ci toccherà vivere nell'ascolto del disco. The Passing Light of Day è invece l'insegnamento, quello che deve rimanere nella mente di ognuno dopo quest'ascolto. Entrambi sono i brani più lunghi dell'album e hanno una ciclicità perfetta perché aprono e chiudono il cerchio dentro al quale veniamo catapultati.
Ci sono brani intrinsechi d'intimità, come Silent Gold, Angels of Broken Things, If it is the End o la stessa The Passing Light of Day. Sono dialoghi profondi tra un uomo e se stesso.
Invece altri sono dei brani arrabbiati, dei urli esorcizzanti. In questa linea troviamo Tongue of God o The Taming of a Beast.
Gli altri hanno una capacità encomiabile di trasformare in canzoni universali dei racconti non semplici. Includo in questa linea Meaningless, Full Throttle Tribe, che gioca con i suoni di un ospedale, e Reasons.
Ultima considerazione. La citazione di Ending Theme che ritroviamo in The Passing Light of Day è tutt'altro che casuale. Ancora una volta il cerchio si chiude e ci dimostra che il tempo è relativo, che la vicinanza delle vicissitudini se ne frega dei calendari. Remedy Lane e In the Passing Light of Day hanno molto in comune.
Per chi, come me, ha la fortuna di ascoltare quasi quotidianamente dei dischi nuovi non è sempre semplice essere accattivati da qualcosa d'inedito. In the Passing Light of Day l'ha fatto. E' un disco che ti cattura subito ma che regala nuove emozioni ad ogni ascolto. E la sua forza è che, anche se non si conosce la storia dietro alla sua scrittura, riesce a comunicare perfettamente il suo messaggio. Vi giuro, la vita è più bella e va compresa meglio dopo il suo ascolto.
Voto 9,5/10
Pain of Salvation - In the Passing Light of Day
InsideOut
Uscita 13.01.2017
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