(Recensione di Sweet Home, Go! dei Wang Wen)
L'Oriente. Posto magico e misterioso per chi, come me, ha passato tutta la sua vita nell'occidente. L'Oriente che è legato, soprattutto, ad un'idea di vita diversa, ad una profonda filosofia spirituale che porta a guardare il mondo con altri occhi. L'Oriente, che è sinonimo di disciplina, di lavoratori instancabili. L'Oriente che vorrebbe, per certi versi, essere più simile all'occidente e l'occidente che lascia la porta aperta all'Oriente.
Per la prima volta, oggi vi parlo di una band cinese, i Wang Wen, e del loro nono album intitolato Sweet Home, Go! La curiosità che avevo appena mi è arrivata la copia di questo disco era grande perché non capita spesso di sentire un gruppo post rock di quelle latitudini ed in tutta onestà riconosco che fino a poco non sapevo proprio della loro esistenza e della loro fiorita carriera. Ed è stato un vero peccato perché questo Sweet Home, Go! è un disco pregevolissimo che equipara questa band cinese con tanti nomi sacri di questo genere regalandoci, anche, il loro tocco personale. Chiama l'attenzione, infatti, la grande versatilità che si trova in quest'album, in parte grazie all'aiuto di una serie di strumenti "off-rock". Corde e fiati intervengono in punti mirati ingrandendo il discorso musicale intrapreso dalla band cinese. E se a questo aggiungiamo altri interventi sonori elettronici "rubati" alla drone music possiamo completare il quadro di questo lavoro.
L'aspetto più interessanti di questo disco è quello degli incontri tra mondi diversi. L'orientalismo dei Wang Wen ha ritrovato l'occidentalismo di due produttori europei che, stando alle informazioni che ho su questo lavoro, hanno dato chiarezza alla voglia di sperimentazione della band. Non solo, il gruppo narra che il processo compositivo aveva in mente un'altra contraddizione fondamentale: quella del modernismo. L'idea di riuscir ad essere facilmente collegati con tutto il mondo, di riuscir a stabilire relazioni multiculturali ma, nello stesso tempo, la povertà di relazioni "vere" e "tangibili". Un altro aspetto sottolineato dalla band è il valore diverso del tempo dove qualcosa che è appena nato sembra, subito dopo, superato. Sweet Home, Go! è magnificente perché manifesta una grande voglia di trattare, musicalmente, queste tematiche. E ci riesce, molto bene aggiungo. Ci riesce perché la band cinese è perfettamente in grado di prendere il ruolo essenziale del post rock, cioè quello di essere un genere fondamentalmente evocativo, e costruisce delle canzoni che diventano dei veri e propri racconti pieni di colpi di scena e di transizioni emotive che spiegano perfettamente come si passa dall'essere ammagliati da qualcosa a capire che, in realtà tutto è superficiale e basta.
Musicalmente bisogna ribadire che il punto di partenza è quello del post rock ma i Wang Wen dimostrano un vorace appetito musicale che si traduce nell'aggiunta di elementi musicali di altri generi come il rock sperimentale, il drone, l'ambient, il post metal e l'elettronica con sfumature di trip hop. Un insieme molto particolare che li avvicina ed allontana contemporaneamente a tanti gruppi. Per giustificare questo monumentale compendio di elementi c'è solo il lavoro evocativo che utilizza il registro migliore che serva a descrivere quello che si vuole raccontare senza parole.
Children's Place è un esempio perfetto. E' un brano che inizia con una base elettronica che profuma di trip hop per poi addentrarsi in pieno dentro ad un discorso post rock che, successivamente, si contamina d'elettronica per finire con la grinta del post metal. E' bella come un rifugio segreto di un gruppo di bambini ma è anche misteriosa come lo è la curiosità che spinge i bimbi a voler sapere e conoscere.
Heart of the Ocean è un'altra traccia molto interessante. Inizia con un base drone sulla quale un pianoforte si diverte a buttare giù delle melodie malinconiche che danno il via al vero sviluppo del brano, vasto quanto è vasto l'oceano.
Sweet Home, Go! è un perfetto riflesso dei nostri tempi. E' globale ed è contaminato. Sono due culture, l'orientale e l'occidentale, che si cercano, si prendono per mano e si respingono. E' la tecnologia che fa diventare tutto semplice e alla portata di ognuno ma che ha tolto il valore a qualsiasi cosa. Ormai tutto è passeggero nell'era dell'usa e getta. La bravura dei Wang Wen sta nel narrare musicalmente tutto quello ma anche il momento successivo, cioè quello della solitudine e delle riflessioni. E' allora che capiamo che non siamo mai stati così collegati col mondo e, nello stesso momento, così soli. Ancora un'altra volta dobbiamo ascoltare l'Oriente.
Voto 8,5/10
Wang Wen - Sweet Home, Go!
Pelagic Records
Uscita 30.09.2016
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