(Recensione di Weltenasche di KARG)
La musica, come tante altre discipline artistiche è un modo per esorcizzare i fantasmi che ci portiamo dentro. Per quello nella carriera di ogni artista ci sono diverse tappe, dischi solari ed altri immersi nell'oscurità totale, oscurità che si traduce in tanti modi, depressione, rabbia, aggressività, introspezione. Bisogna stare alla larga degli artisti che non sono onesti, che dipingono un mondo che non è il loro.
Quest'emotività tanto spinta è chiave e fondamentale nella musica di J.J., pseudonimo della mente che si cella dietro al progetto KARG. La sua discografia è un riflesso della sua vita, di quel che sente in ogni momento, del suo modo di rapportarsi col mondo. E', perciò, coerente che il suo terzo disco sia stato il suo modo di raccontare le sue sensazioni sull'assunzione di medicinali anti depressivi, patologia che lo afflisse alla fine della registrazione del suo secondo disco, o che il quarto disco abbia tradotto tutto il suo disappunto in aggressività ed energia.
La domanda essenziale è: ed oggi? In che tappa vive KARG? La mia risposta sarà solo l'interpretazione di quello che trasuda dal suo quinto disco: Weltenasche.
Il primo concetto chiaro è quello della complessità. Weltenasche è un disco che non appartiene ad un singolo genere musica ma striscia in mezzo a diversi input. Infatti l'ascolto dei primi minuti potrebbe suggerire di essere di fronte ad un pregevolissimo lavoro post rock ma bastano pochi secondi per rendersene conto che non è così. Questo disco passeggia senza problemi tra quel genere, il black metal, il shoegaze, il post metal ed anche, perché no, il death metal e la new wave. La cosa particolare è che quest'insieme non viene concepito come un nuovo genere, cosa che viene fatta da altri artisti, ma lavora come se fosse un collage sonoro. Questa concezione artistica si sviluppa in due direzioni, orizzontale e verticale. Nel primo caso perché determinati punti sono una successione di parti che potremmo inglobare nei generi prima descritti. La seconda perché, invece, in altre porzioni si coniugano insieme caratteristiche proprie di questi diversi suoni; è così che ci possiamo ritrovare una base strumentale assolutamente post rock sulla quale la voce canta con un registro black metal.
Come al solito quando si ha a che fare con un lavoro del genere le vie sono due, o le ambizioni sono tante da finire per inciampare in un progetto troppo grande per le reali capacità o l'obbiettivo è stato centrato dando nascita ad un lavoro coerente. Nel caso di KARG l'alternativa valida è la seconda. Weltenasche è un disco che funziona molto bene e che permette di scoprire degli aspetti di coerenza tra questi generi che, ad un primo sguardo, potrebbero sembrare sconnessi.
Per rispondere alla domanda che è sorta prima bisogna aggiungere un altro dato significativo. Weltenasche è il primo disco di KARG ad essere completamente cantato nel suo dialetto nativo, quello dei monti di Tennen, in Austria. Scelta molto particolare perché fa diventare l'intero lavoro in qualcosa di alquanto ermetico e di facile e totale comprensione solo per un limitato pubblico.
Prendendo in considerazione questa caratteristica e l'insieme d'impulsi musicali presenti in questo Weltenasche posso azzardare a dire che per KARG questo è il disco della maturità. Lo è perché la scelta della lingua, o del dialetto, fa capire che è qualcosa di privato, di molto interno, e la musica mette in mostra l'universo musicale dell'artista austriaco. E' un KARG che si denuda di fronte all'ascoltatore raccontando la sua vita, la sua rabbia, i suoi fantasmi, le sue paure. Il risultato è molto bello, perché in mezzo a tutte quelle ombre spicca un mondo interessante da apprezzare completamente.
Come sempre cerco di lasciarvi qualche impulso che vi permetta di avvicinarvi a questo disco.
Il primo consiglio è Tor zu tausend Wüsten, brano che permette di apprezzare abbastanza fedelmente quell'insieme di elementi musicali che prima ho descritto. E' un brano molto completo, interessante dal punto di vista musicale.
Il secondo brano da consigliare è ...und blicke doch mit Wut zurück che inizia con delle sonorità che potrebbero addirittura avvicinarsi alla new wave per poi svilupparsi in quel mix tra sonorità post e black.
Tirando le somme Weltenasche è un disco illuminante perché mette in relazione una serie di generi che potrebbero sembrare distanti grazie all'aspetto che gli unisce, cioè l'introspezione. Quello che sentiamo è quello che KARG ha dentro, è la sua storia ed i suoi sentimenti. Un esercizio di onestà ben riuscito.
Voto 8/10
KARG - Weltenasche
Art of Propaganda
Uscita 14.11.2016
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