(Recensione di Lady in Gold dei Blues Pills)
La musica è magica, lo sapiamo. Ma il tipo di magia che riesce a ricreare è molto molto variopinta. Oggi ci occupiamo di quei trucchetti magici che collegano la musica a delle voglie extra sonore.
Qualche volta ascoltare dei dischi fa venire fame, o ci suggerisce dei profumi. Ci sono dischi che profumano di pioggia in estate, altri che sanno di natura, di campagna, ed altri ancora che hanno una dose di urbanesimo così importante che sanno di strade sporche, di pozzanghere di acqua nera, di fumo da scarico. E poi ci sono i dischi che fanno venire sete, o più che sete, voglia. Oggi vi parliamo di un lavoro che sa da whisky liscio che scende una meraviglia.
I Blues Pills sono un esempio perfetto di quello che significa mettersi insieme per passione senza che ci siano elementi divisori. Due svedesi, un francese ed uno statunitense uniti per la passione del blues rock. Quattro bianchi, a tratti eccessivamente bianchi, che suonano come dei neri ma che s'ispirano ad altri bianchi che sembravano di essere nati col colore sbagliato di pelle. Il loro ultimo lavoro, Lady in Gold, ha un sapore nostalgico e riesce a ricreare un immaginario molto specifico che mescola Woodstock, la Route 66 e la forza emotiva delle frontwomen alla Janis Joplin.
Lady in Gold è un disco che serve da perfetta eredità del movimento musicale che "rubò" il blues ai neri per mescolarlo col rock. Una calamita così potente da attirare tanti musicisti nel corso degli anni ricordando le incursioni blueseggianti dei Led Zeppelin e che in anni recenti ha visto l'apparizione e gloria di artisti come Joan as Police Woman. Voce femminile, della carismatica Elin Larsson, profonda e sentita, ampia presenza di tastiere Hammond, chitarra acida e puntuale, del ottimo Dorian Sorriaux, adescato nella band quando aveva solo 16 anni, batteria compatta e concreta, mai eccessiva, di André Kvarnström, ed un basso profondo, effettato quanto basta, di Zack Anderson. Il tutto condito da sopra incisioni vocali che giocano da coro pieno di groove.
Questo è un disco che ha il suono di un flanger, di scale pentatoniche, di rullante stridulo, di accordo dominante. La domanda obbligata è: ma cosa c'è di nuovo con rispetto ai dischi usciti quattro decadi fa? La risposta non è semplice ma forse si può racchiudere in un concetto: il passo del tempo. Questo disco ha un peso attuale, ha delle contaminazioni quasi inconsapevoli che renderebbero impossibile la sua esistenza quarant'anni fa. Sono quattro personaggi molto diversi che giocano a suonare una cosa in comune, un blues sporco di hard rock e rock psichedelico. Sono abbastanza tecnici da ricreare le fondamenta del genere ma, nello stesso tempo, abbastanza emotivi da essere veri.
La title track è perfetta per introdurre quello che è il resto del disco. E' un brano che ricorda tanti altri brani suonando, lo stesso, assolutamente nuovo. Permette di capire i ruoli di ogni componente della band.
Il consiglio va anche a Gone So Long, brano psichedelico ed esplosivo.
La prova del nove, nella musica, sta nella capacità evocativa di quello che si suona e si trasmette. I Blues Pills hanno la grande capacità di proiettare l'ascoltatore in un mondo lisergico vecchio dieci lustri, riuscendo a suonare attuali. Lady in Gold è un lavoro encomiabile, divertente e che scende molto bene, come un whisky pregiato. Ora è venuta l'ora di bere.
Voto 8,5/10
Blues Pills - Lady in Gold
Nuclear Blast
Uscita 05.08.2016
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