giovedì 24 agosto 2017

Caronte - Yoni: Thelema fatta musica

(Recensione di Yoni dei Caronte)


Un aspetto abbastanza interessante dentro della musica è quello della consapevolezza. Sicuramente è un fattore che appartiene alla vita un genere ma nella musica è molto interessante che qualcuno senta di essere giunto ad un certo punto. Questo perché, quando si arriva a quel punto, si ha la sensazione di aver fatto qualcosa che difficilmente sarebbe andata meglio. Un po' come se il collegamento tra la creatività ed il risultato finale fosse un ponte dritto che funziona alla perfezione. Arrivarci non è semplice, ma se ci riesce è una bellezza.

Il terzo album dei nostrani Caronte viene a chiudere un ciclo che raggruppa i primi sette anni di vita della band. L'album in questione si chiama Yoni ed è la terza parte di una trilogia dedicata alla Thelema, filosofia inventata da uno dei personaggi più complessi ed interessanti del secolo scorso: Aleister Crowley. Infatti questo disco riesce a ricreare attraverso la sua musica quello che è l'immaginario legato a questa figura. Non soltanto, le scelte musicali della band spesso ci riportano indietro nel tempo, creando un ulteriore collegamento con l'immagine che da sempre è esistita della parte thelemica nella musica. Questo potrebbe perfettamente essere un disco uscito 40 anni fa, quando il doom iniziava ad avere delle caratteristiche molto specifiche che rispondevano non soltanto ad un certo genere di struttura musicale ma anche al modo di raccontare certe tematiche. Per quello c'è del mistero in questo disco. Per quello c'è anche una grande dose di oscurità, ma un oscurità particolare, mai eccessiva. Infatti questo non è un lavoro che celebra certe cose ma piuttosto ci gioca intorno. Come se volesse attrarre e scandalizzare allo stesso tempo. E ci riesce, perché le solite persone di mentalità chiusa e tradizionalista urleranno alla blasfema, invece chi avrà una mentalità più aperta proverà ad avvicinarsi ad un mondo che è sempre rimasto come molto marginale, quando invece, se si facesse un analisi accurato, ci sono degli insegnamenti molto validi che vanno aldilà di qualsiasi pensiero religioso.

Yoni

Il grande vantaggio che i Caronte riscontrano nella loro musica è il fatto di essere legati a delle immagini molto chiare, immagini che si tramutano in un mondo, musicale e filosofico, dove il doom passa ad essere qualcosa in più che un "semplice" genere musicale. Per quello i fans di queste sonorità troveranno che Yoni è un disco perfetto. Un lavoro che racchiude l'essenza stessa del doom, di quel modo di vivere e di essere. Infatti questo disco è costruito con una grandissima personalità, con la voglia di dimostrare che le storie che vengono raccontate prendono un colore molto particolare e non lo abbandonano mai. Questo lavoro è una specie di "full immersion" in un mondo alternativo, spesso guardato male dalle menti più conservatrici. Per quello funziona molto bene, perché, in un certo modo, è un lavoro puro. Non necessita di virtuosismo o di contaminazioni, viene fatto con un'intenzione chiara ed è quella che viene raggiunta. 

Yoni

Mi è capitato di ascoltare questo disco in diversi momenti divisi da diversi giorni. Questo, senz'altro, dovrebbe essere un esercizio da fare con qualsiasi disco, ma in questo caso mi sono ritrovato ad essere sempre più immerso dentro all'idea che viene sviluppata dentro a Yoni. Questo non può essere che un segnale di una buonissima riuscita e si capisce perché gli stessi Caronte parlano di essere stati in grado di chiudere al meglio questa trilogia che ingloba i loro primi sette anni di vita. E questa è una sensazione che viene fuori andando aldilà dei singoli gusti musicali, perché quando si utilizza un ascolto critico è impossibile non denotare le virtù di questo disco.

Caronte

Pesco due canzoni da sottoporvi ad una maggiore attenzione. 
La prima è la prima traccia Abraxas. Il collegamento con un passato musicale è praticamente immediato. Diventa molto chiaro che la band non ha alcuna intenzione di "mascherare" il proprio messaggio, ma che, al contrario, vuole che entri prepotentemente nella testa di ogni ascoltatore. Per quello i riff di chitarra sono semplici e contundenti, perché vogliono essere un martello che non si ferma mai. 
Il secondo brano da segnalarvi è The Moonchild. Bisogna dire che le linee generali che riguardano la parte musicale sono costanti in tutto il disco, per quello non bisogna aspettarsi stravolgimenti con rispetto alle altre tracce. Ma in questo brano, in particolare, è molto interessante il dialogo che si forma tra la voce principale e il coro. C'è qualcosa di sacro e blasfemo nello stesso tempo, oltre a restituirci l'idea di un coro che verrà urlato dagli spettatori di un eventuale concerto della band.

Yoni è trasparente dentro alla sua atmosfera misteriosa. Yoni è un disco che non regala tante possibilità di letture diverse, perché ha le idee molto chiare e ci arriva con una semplicità che è tutto tranne che "semplice". Perché i Caronte riescono a buttare nelle sette tracce di questo disco tutto quello che hanno in mente senza perdere mai il loro nord. O sarebbe meglio dire il loro sud del cielo?

Voto 8/10
Caronte - Yoni
Ván Records
Uscita 25.08.2017

Pagina Facebook Caronte

2 commenti:

  1. Finalmente qualcuno che espone pensieri "originali" in un disco che solitamente mette "in difficoltà" gli addetti ai lavori tra paragoni ridicoli e riferimenti a tematiche cui nessuno è mai realmente addentro...Sensazioni e via! ;)

    davide

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    1. Ciao Davide. Mi fa molto piacere il tuo commento. Parlare di musica non è mai semplice ed io cerco di buttare giù la mia "lettura" di quello che sto ascoltando.

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