(Recensione di Viscere dei Sangue Nero)
Molto spesso non siamo capaci di accettare come siamo formati. Pensare che il nostro corpo è composto da una serie di organismi fa ribrezzo a più di qualcuno che preferisce vivere "al oscuro" di ciò. Ma come sempre dovrebbe essere importante avere la consapevolezza completa di come funzionammo, di quello che abbiamo dentro, delle funzioni di ogni parte del nostro corpo. Per quello diamo una definizione molto forte al concetto di "viscerale", perché lo associamo a qualcosa che non ha filtri, che arriva diretto senza chiedere permesso.
Il disco del quale vi parlo quest'oggi è viscerale, tanto da intitolarsi proprio Viscere. E' il debutto dei toscani Sangue Nero che si presentano al grande pubblico con un disco massiccio. Questo perché se c'è qualcosa che contraddistingue il lavoro di questo trio, è il fatto che le cinque traccie che formano questo disco, che non hanno alcun titolo oltre alla numerazione, sono delle traccie piene di personalità che presentano un progetto che può trovare paragone in certe band ma solo fino ad un certo punto. Infatti qui le viscere non solo rappresentano il posto di provenienza dell'intenzione musicale della band ma sono quasi l'elemento essenziale di un rito sciamanico di magia oscura. Per quello si passa dalla brutalità ad un certo genere di spiritualità oscura molto velato per poi riabbracciare l'energia che viene fuori dai brani di questo lavoro. Ma occhio, perché sarebbe semplice lasciarsi ingannare pensando che la brutalità sia l'elemento cardine di questo lavoro e così lasciarsi sfuggire delle sfumature veramente interessanti.
Come prima cosa, per capire Viscere, bisogna sapere che ci troviamo dentro il mondo del black metal. Ma da questo punto di partenza prendiamo una serie di direzioni contraddittorie che ricordano, come intenzione, quello che viene fatto dagli olandesi Urfaust. Personalmente credo che non sia sbagliato affermare che c'è anche una ricerca un po' avanguardista nella musica dei Sangue Nero, che non disdegnano l'utilizzo di accordi dissonanti per incrementare la propria estraneità con rispetto al mondo estero. L'utilizzo, poi, di uno strumento così particolare ed inconfondibile come il didgeridoo da un tocco di ancestrale a quello che ci viene proposto dalla band. Rimarco, ancora una volta, la forte presenza di una spiritualità oscura, di una specie di racconto che fluttua nel vento parlando di quello che c'è d'oscuro in ognuno di noi. Ma questa oscurità non viene celebrata, questo non è un disco panflettistico. Questa oscurità viene raccontata, quasi come se fosse un discorso in prima persona dove strumenti e voci s'intrecciano per far capire al meglio queste storie.
Un canto oscuro, dunque, che ritrova le radici nell'alba dell'uomo, perché, diciamocelo, certe paure non tramontano mai ed accompagnano l'umanità dai suoi albori. Viscere ha quel peso, il peso di qualcosa di così terrificante da lasciarci bloccati, ma come sempre è quel non voler guardare che ci fa guardare di più. Ecco, la musica dei Sangue Nero va in quella direzione, in quell'orrendo insieme che diventa affascinante. C'è da celebrare la loro capacità d'individuare gli ambienti sonori che amplificano questa sensazione, per quello questo è un disco intelligente, non semplice. ma una volta dentro a quel vertice non ci sono molte vie di scampo.
Come dicevo prima un'altra particolarità di questo lavoro sta nel fatto che i brani non hanno dei titoli ma corrispondono soltanto ad una numerazione. Pesco due canzoni che mi sembrano le più interessanti.
La prima è III. Si tratta di un fiume in piena dove la band toscana da mostra di certi aspetti principali. Uno, che il riuscir ad impattare non dipende tanto dall'energia messa in gioco quanto di come si lavora con quello che si ha a disposizione. Infatti certe cose mi ricordano tanto il lavoro di una band fantastica come i Ved Buens Ende. Questo perché non siamo di fronte ad un "semplice" lavoro di black metal ma ha un'ondata oscura che ci travolge. Per quello le dissonanze sono d'obbligo e molto ben riuscite.
La seconda traccia è IV e qua c'imbattiamo nella parte più ancestrale ed oscura della band. Complice fondamentale è il didgeridoo che non ci mette nulla a progettarci in un mondo tribale. Ma sarebbe troppo facile che basta solo quello per creare un brano inquietante. Per quello è tutta la band ad assecondare ed a fare crescere il discorso musicale del brano fino a farlo diventare qualcosa d'impattante, di psicotico, di ossessivo ma d'infinita ed oscura bellezza.
Viscere è un disco che potrebbe sembrare essere un disco fatto di getto, con la voglia di buttarci tutta l'oscurità possibile ma non è così. Questo è un lavoro che dimostra che da parte dei Sangue Nero c'è una bella riflessione, un capire come intrecciare i diversi elementi e le diverse parti che costruiscono questo disco, dando così come risultato un linguaggio proprio che, torno a ripetere, può trovare paragoni in cose esistenti ma con non è stato fatto fino ad adesso con questa modalità. Ottimo debutto.
Voto 8,5/10
Sangue Nero - Viscere
Third I Rex
Uscita 23.07.2017
Pagina Facebook Sangue Nero
Un canto oscuro, dunque, che ritrova le radici nell'alba dell'uomo, perché, diciamocelo, certe paure non tramontano mai ed accompagnano l'umanità dai suoi albori. Viscere ha quel peso, il peso di qualcosa di così terrificante da lasciarci bloccati, ma come sempre è quel non voler guardare che ci fa guardare di più. Ecco, la musica dei Sangue Nero va in quella direzione, in quell'orrendo insieme che diventa affascinante. C'è da celebrare la loro capacità d'individuare gli ambienti sonori che amplificano questa sensazione, per quello questo è un disco intelligente, non semplice. ma una volta dentro a quel vertice non ci sono molte vie di scampo.
Come dicevo prima un'altra particolarità di questo lavoro sta nel fatto che i brani non hanno dei titoli ma corrispondono soltanto ad una numerazione. Pesco due canzoni che mi sembrano le più interessanti.
La prima è III. Si tratta di un fiume in piena dove la band toscana da mostra di certi aspetti principali. Uno, che il riuscir ad impattare non dipende tanto dall'energia messa in gioco quanto di come si lavora con quello che si ha a disposizione. Infatti certe cose mi ricordano tanto il lavoro di una band fantastica come i Ved Buens Ende. Questo perché non siamo di fronte ad un "semplice" lavoro di black metal ma ha un'ondata oscura che ci travolge. Per quello le dissonanze sono d'obbligo e molto ben riuscite.
La seconda traccia è IV e qua c'imbattiamo nella parte più ancestrale ed oscura della band. Complice fondamentale è il didgeridoo che non ci mette nulla a progettarci in un mondo tribale. Ma sarebbe troppo facile che basta solo quello per creare un brano inquietante. Per quello è tutta la band ad assecondare ed a fare crescere il discorso musicale del brano fino a farlo diventare qualcosa d'impattante, di psicotico, di ossessivo ma d'infinita ed oscura bellezza.
Viscere è un disco che potrebbe sembrare essere un disco fatto di getto, con la voglia di buttarci tutta l'oscurità possibile ma non è così. Questo è un lavoro che dimostra che da parte dei Sangue Nero c'è una bella riflessione, un capire come intrecciare i diversi elementi e le diverse parti che costruiscono questo disco, dando così come risultato un linguaggio proprio che, torno a ripetere, può trovare paragoni in cose esistenti ma con non è stato fatto fino ad adesso con questa modalità. Ottimo debutto.
Voto 8,5/10
Sangue Nero - Viscere
Third I Rex
Uscita 23.07.2017
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