(Recensione di Of Angel's Seed and Devil's Harvest dei DeRais)
Qualche altra volta ho parlato della funzionalità del mistero dentro della musica. Dell'importanza che può avere il riuscir a mantenere abbastanza nascosta l'identità di un gruppo di musicisti, di far girare delle voci che fanno presupporre certe cose senza mai avere conferme o smentite. E nel giorno d'oggi risulta sempre più difficile fare qualcosa del genere. Ormai basta inserire su un motore di ricerca un qualsiasi nome per ritrovarsi una valanga d'informazioni più o meno utili. Per quello riuscir a mantenere qualcosa al buio della maggioranza delle persone ormai è una interessante eccezione.
Del gruppo del quale vi parlo quest'oggi si sa ben poco. Anzi tutto vi dirò cosa ne so io. So che vengono dalla Germania, so che hanno una pagina su Bancamp e basta. Non ho trovato alcun'altra informazione su di loro su internet, né sulla pagina della loro casa discografica, la Ván Records, né attraverso la rete in genere. Tanto che mi sono anche imbattuto su un forum dove un utente chiedeva informazioni sulla band senza essere riuscito ad ottenere alcuna. La band si chiama DeRais e presumo che abbiamo preso il proprio nome dalla figura di Gilles de Rais, nobile francese del quindicesimo secolo accusato di essere un assassino seriale e di praticare l'alchimia e la stregoneria, essendo condannato alla morte per impiccagione e posteriore rogo. Il loro disco di debutto ha il titolo di Of Angel's Seed and Devil's Harvest, titolo che può illustrare ulteriormente l'immaginario che hanno scelto. Non ci sono ulteriori informazioni, non si sa chi suona in questo progetto, non si sa dov'è stato registrato o altro. Anzi, se non fosse per Bandcamp non saprei neanche la data d'uscita di questo primo lavoro. E qui abbiamo un ulteriore mistero, perché questo disco mi è arrivato digitalmente soltanto la settimana scorsa quando in realtà la sua pubblicazione è già di un paio di mesi fa.
Ma spazziamo via il mistero per addentrarci dentro a quello che si trova in questo Of Angel's Seed and Devil's Harvest. Questo è un disco validissimo che ci regala quattro tracce che si dividono in una di apertura ed una di chiusura di durata che va dai tre minuti fino ai quattro e quaranta. In mezzo, invece, troviamo due canzoni lunghissime che vanno dai sedici fino ad oltre i venti minuti. Musicalmente parliamo di un disco di doom con certe incursioni nel dark metal e, in misura molto più limitata, piccole sfumature di dark ambient. In realtà c'è un'altra informazione che viene semi svelata, ed è il fatto che la fotografia promozionale del gruppo, che potete vedere sopra a questo paragrafo, ci presente tre componenti della band, informazione che ci porta a pensare che musicalmente abbiamo un trio basso-chitarra-batteria. Niente voci ma la sovrapposizione di registrazioni audio regala una dimensione cinematografica molto interessante, quasi come se si trattassi di una specie di post rock dannatamente oscuro. Insomma, questo dei DeRais è un lavoro molto sentito, emotivo ed oscuro. E' uno di quei dischi che ti catturano e ti portano in altre dimensioni, noncuranti della realtà che ciascuno sta vivendo.
Of Angel's Seed and Devil's Harvest è un disco che va dritto dove vuole, che catapulta l'ascoltatore in quella dimensione oscura che la band desidera ricreare. E', curiosamente, uno dei dischi più oscuri di questo periodo senza per quello avere bisogno di eccedere in formule che suggeriscano il buio. E' un disco bellissimo nella sua dimensione nascosta, sofferta e viscerale. Ecco, la musica dei DeRais è profondamente viscerale, come se ciascuno dei tre musicisti che compongono la band fossero così addentrati in quell'assenza di luce da porre in ogni tocco dei loro propri strumenti tutta l'oscurità possibile.
Lo sviluppo del disco viene effettuato nelle due tracce centrali ed io voglio approfondirvi una delle due. S'intitola White Night ed è la più lunga del lavoro. In venti minuti è una canzone che sembra non cambiare mai ma che in realtà cambia continuamente. Ci porta a sperimentare questa notte di veglia dove c'è una tensione tale da non permettere di abbandonarsi neanche per qualche secondo al sonno. E' una canzone dove il doom dialoga con quello che mi permetto di definire come dark post rock, cioè delle strutture cicliche che hanno l'ausilio di registrazioni audio e che disegnano mondi cupi.
Non so se sarebbe un bene sapere qualcosa in più dei DeRais, anzi, credo che il loro intento, fino ad adesso perfettamente riuscito, di stare al buio sia un piccolo trionfo, questo perché in questo modo l'ascoltatore non deve perdersi in considerazioni e pregiudizi ma può darsi un lusso che ormai è molto raro, quello di godersi a pieno questo Of Angel's Seed and Devil's Harvest.
Voto 8,5/10
DeRais - Of Angel's Seed and Devil's Harvest
Ván Records
Uscita 04.05.2017
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