martedì 22 gennaio 2019

Der Rote Milan - Moritat: la devastazione dell'anima in guerra

(Recensione di Moritat dei Der Rote Milan)


Per via dei tempi che viviamo e dove viviamo le nostre sensazioni su quello che è una guerra sono molto limitate. Sono figlie dei racconti di chi ha vissuto qualche guerra o dagli scritti storici che documentano parte di quello che significa un conflitto armato. E anche se le testimonianze del terrore che si vive in guerra sono molto toccanti sembra che ancora ci sia parecchia gente affascinata con gli eventi come quello. Per quello non credo che bisogna essere pacifista per moda e per bontà di quello che significa esserlo ma bensì per l'intelligenza di capire che uno dei principi basilari deve essere quello. La guerra significa sempre un prezzo troppo caro che paga chi non dovrebbe.

Per molti storici la guerra dei trent'anni è stato il conflitto più devastante della storia europea. Per quello non è strano se una band come i Der Rote Milan ha scelto proprio una vicenda collegata a quel conflitto per costruire il loro ultimo lavoro intitolato Moritat. Sebbene a livello linguistico, essendo cantato in tedesco, io non sia in grado di capire e dunque di dare un'opinione, per quanto riguarda la parte musicale non c'è alcun dubbio nel dire che siamo di fronte a un disco che si sviluppa parallelamente su due livelli: quello della devastazione e quello dell'introspezione e dell'animo alterato. Proprio quello fa da questo lavoro qualcosa di estremamente interessante. Raccontare musicalmente quello che significa vedere interi paesi razzi al suolo più o più volte, con la violenza dei saccheggi, degli stupri, come se la vita e qualsiasi tipo di dignità umana non esistessero minimamente. Ma c'è anche l'altro aspetto, quello di chi subisce la violenza e rimane in vita; di tutte quelle persone che magari hanno sofferto sulla propria pelle il dolore di essere mutilati, umiliati, violentati, di vedere perdere tutta la famiglia e di rimanere con quel fardello di fronte al mondo. Che pensieri passano per la testa di qualcuno che vive qualcosa del genere? Che domande esistenziali trovano risposte importanti? Mi è impossibile rispondere a queste domande.

Moritat

Musicalmente Moritat è indubbiamente un disco black metal ma con delle aperture molto interessanti verso il blackgaze e un certo genere di post metal. Un contrasto che funziona perfettamente e che va a alimentare quella doppia direzione che prende questo lavoro. Come se la parte predominante fosse quella della devastazione, della rabbia ceca che spazza via tutto quanto. Ma le altre sfumature messe in atto dai Der Rote Milan sono quelle che ci parlano della introversione dell'anima ferita, del modo nel quale si osserva la distruzione dopo che questa ti ha spazzato i luoghi, gli spazi ma, soprattutto, l'affetto. Per quello se c'è qualcosa che non appartiene a questo disco quello è la banalità. Questo contrasto diventa chiave, diventa il motore che porta avanti tutto questo lavoro. Una macchina senza freni che improvvisamente scompare per entrare nella testa di chi ha vissuto un atto traumatico, come se alla regia di un film trovassimo un artista pronto a raccontare la sua storia su due livelli molto diversi.

Moritat ha dunque il merito di offrire due letture molto diverse. Ci fa capire la violenza e la cecità che la genera quando si vuole prevalere su qualunque altro. Ma ci fa anche sentire le conseguenze di chi si ritrova a vivere tutto ciò sulla propria pelle. Non è una scelta scontata, quella dei Der Rote Milan, e neanche semplice, perché riescono a intrecciare due sensazioni molto diverse con un gran bel risultato. 

Der Rote Milan

Prendo due brani da questo lavoro.
Il primo è Die Habsucht. L'intro non fa presupporre quello che ci sarà dopo, anzi, sembra di essere di fronte a un disco che non ha grande presenza di black metal, ma ecco che passa qualche secondo e veniamo investiti da una potenza sonora dissacrante e quando siamo sfiniti ecco un altro respiro di malinconica speranza. Un'altalena di emozioni.
Gnosis der Vergänglichkeit è il secondo brano che seleziono. Qui la violenza è più contenuta, come se invece di essere fisica si muovesse a un livello psicologico. Non per quello il brano è meno devastante degli altri, anzi, può anche esserlo di più, perché tocca certi livelli molto più difficili da raggiungere.


Dentro all'immaginario popolare di quello che è il black metal ci sono una serie di idee e concetti che non combaciano neanche parzialmente con questo disco. Anzi, certi momenti e certi brani dovrebbero essere fatti ascoltare a chi questi sbagliati preconcetti. Sicuramente si scoprirebbe che la profondità presente in Moritat non è qualcosa di scontato. Già solo per quello bisogna applaudire il lavoro dei Der Rote Milan.

Voto 8/10
Der Rote Milan - Moritat
Unholy Conspiracy Deathwork
Uscita 01.02.2019

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