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venerdì 28 dicembre 2018

Top 10 Album 2018

Lettere dall'Underground


Come di consuetudine mi fa molto piacere condividere con voi quello che musicalmente mi ha lasciato un segno maggiore in questo 2018. Questo, a livello personale, è stato un anno dove, per motivi lavorativi, non sono riuscito a stare dietro a tutte le uscite discografiche che avrei voluto. In tutti i casi sono diversi i lavori che ascolto e riascolto con grandissimo piacere e che dimostrano che la musica è una macchina che non si ferma mai.
Fare questi elenchi non è mai semplice e la scelta di escludere dei dischi eccellenti non è facile d'affrontare ma filtrando e filtrando credo di essere riuscito a stilare un bell'insieme di musica variopinta che, forse, a in comune la voglia di regalare qualcosa di nuovo, sia come genere, sia come riflessione. Ecco a voi la mia Top 10 Album 2018.


Earth Made Flesh

  • N°10 Wyrmwoods - Earth Made Flesh
Come in ogni elenco servono degli outsiders e quello per eccellenza è questo disco. Un lavoro dove i limiti non esistono. Cosmico, pazzo, psichedelico e, soprattutto, avanguardista.
(la recensione completa la trovi qui)


Sedation

  • N°9 Rotting Sky - Sedation
Se il disco anteriore era a tutti gli effetti un lavoro "outsider" per motivi molto diversi anche questo non è da meno. La magia che permette la presenza di questo lavoro in questa classifica è il fatto che ha in sé una capacità rarissima, cioè generare la bellezza dal caos.
(la recensione completa la trovi qui)


Vaitojimas

  • N°8 Erdve - Vaitojimas
Un mix ricercato che funziona alla perfezione. Un'opera prima che sembra figlia di tanta esperienza ma che, forse, alla sua chiave nell'essere spregiudicata. Un disco da divorare.
(la recensione completa la trovi qui)


shouldhavebeens

  • N°7 Tengil - shouldhavebeens
Chi è assiduo lettore di questo blog sa che se c'è qualcosa che cerco sempre di fare è di avere un'apertura mentale che si estenda, musicalmente, a diverse proposte. Per quello non c'è da sorprendersi se un disco appartenente all'emocore fa parte di questo elenco. Questo è un lavoro dissacrante ed emozionante.
(la recensione completa la trovi qui)


Marrow

  • N°6 Madder Mortem - Marrow
Una band che cavalca la scena del progressive metal da anni e dopo 8 anni di silenzio torna a farsi sentire con autorità è già una gran bella cosa. Nel caso di questo gruppo sembra che il ritorno non sia stato solo un modo per rimettersi in carreggiata ma anche per affinare un sound proprio che trova in questo loro secondo disco dopo il silenzio la loro miglior versione di sempre.
(la recensione completa la trovi qui)


Into Dark Science

  • N°5 Phantom Winter - Into Dark Science
Un disco dissacrante. Un urlo misurato che improvvisamente sfugge al controllo. Una dimostrazione di forza di una band che confeziona uno dei lavori più interessanti di quest'anno.
(la recensione completa la trovi qui)



A Ring of Blue Light

  • N°4 Hemelbestormer - A Ring of Blue Light
Questo è l'unico disco strumentale presente in questa classifica. Il perché è molto semplice. Più di qualsiasi altro disco di post rock, post metal o generi affini questo è quello che riesce a raccontare di più e a catturare l'attenzione dell'ascoltatore. Un gioiello.
(la recensione completa la trovi qui)


Phanerozoic I: Palaeozoic

  • N°3 The Ocean - Phanerozoic I: Palaeozoic
Il gradino più basso del podio viene occupato da questa magnifica opera, prima parte di un nuovo capitolo della band più vicina all'archeologia che ci sia. Ho ascoltato questo disco decine di volte ed ogni volta migliora e non stanca, dimostrazione che si tratta di un lavoro da tenere assolutamente a casa.
(la recensione completa la trovi qui)


Mother Culture

  • N°2 Avast - Mother Culture
Forse il disco più sorprendente di quest'anno. Un blackgaze colto, intenso, intelligente, emozionante. Il debutto sognato per una band che farà molto parlare di sé stessa. 
(la recensione completa la trovi qui)


Great Escape

  • N°1 Crippled Black Phoenix - Great Escape
Ogni anno diventa fondamentale che nascano dei nuovi classici, dei dischi che permettano di capire com'era la vita in quel momento anche alla distanza di molto tempo. Grazie a questo disco il 2018 ha il suo classico. Un lavoro che riflette quello che in tanti pensano, cioè che bisogna evadere a questa realtà. Questo album è un biglietto di solo andata e TUTTI dovrebbero averne uno. Meraviglioso.
(la recensione completa la trovi qui)


A questo punto non posso fare altro che augurarvi di vivere un 2019 pienissimo di musica, di risate, di aneddoti e di piccole rivoluzioni interne che migliorino il vostro mondo. Spero di stare lì a bisbigliarvi all'orecchio quanta altra incredibile musica dovete inserire nella vostra vita.  












lunedì 12 febbraio 2018

Erdve - Vaitojimas: precipitare dentro

(Recensione di Vaitojimas degli Erdve)


Sembra assurdo e paradossale che più si va avanti e più sembra che il nostro mondo tolleri certi atteggiamenti dal mio punto di vista inaccettabili. Come se un certo genere di violenza sia da accettare senza fiatare, come se fosse normale che "la vita è dura e bisogna difendersi con unghie e denti". Per me tutte queste attitudini non vanno che a rafforzare un'idea chiara: sempre più spesso accettiamo dei disturbi mentali senza trattarli come tale. Perché qualsiasi persona che gode a fare del male agli altri è qualcuno con gravi disturbi, e nessun aspetto dovrebbe essere mai accettato.

Vaitojimas

Nel lungo viaggio musicale che ho intrapreso da quando ho aperto questo blog per la prima volta atterro in una nazione che sembra essere sempre più moderna e sviluppata: la Lituania. Tutto ciò grazie a Vaitojimas, primo album degli Erdve. Il debutto è sempre un punto critico, un modo di spalancare porte o di finire in un oblio dal quale non si è mai uscito. Se mi ritrovo a parlare di questo disco e di questa band è perché, in questo caso, siamo di fronte ad un'opera massiccia, riuscitissima, trascinante e incredibilmente matura. Bisogna prendere in considerazione che siamo di fronte ad un gruppo che esiste dal 2016 ma che sembra avere una padronanza incredibile su quello che vuole esprimere a livello musicale. Non è qualcosa di scontato perché la band non prende una strada già tracciata ma cerca di aprirsi passo attraverso la propria concezione musicale, processo mai immediato e che molto spesso necessita di grandi sbagli per rettificare la rotta. Invece nel caso della band lituana tutto ha una sicurezza conclamata, una personalità che dimostra che sia individualmente che in gruppo i musicisti di questa band sanno perfettamente quello che vogliono.

Vaitojimas

Vi parlavo di una strada nuova, quella che vogliono percorrere gli Erdve, una strada fatta di prendere certe caratteristiche di diversi generi musicali per poi incanalare tutto in un unico torrente. Vaitojimas è un disco che per certi versi mi ricorda  molto quello che viene fatto dai Nidingr, dando una nuova vita al black metal ma sarebbe molto riduttivo limitarmi a dare quell'unica indicazione. C'è tanto altro in questo disco, c'è un'attitudine hardcore e post hardcore, ci sono momenti sludge e, aggiungo io, ci sono delle chiare strizzatine d'occhio verso il post metal e la propria capacità di generare spazi sonori inarrivabili. 
Ma tutto ciò sarebbe il nulla se non ci fosse un elemento a giustificare qualcosa del genere. Quell'elemento è la rabbia musicale della band, la voglia di portare nel formato "musica" una serie di riflessioni verso la pazzia aggressiva del mondo, verso le aberrazioni commesse quando si perde il lume non solo della ragione ma di quello che significa essere "umano". Per quello ci vogliono atmosfere rarefatte, per quello i colori di questo disco sono il nero, il grigio e il rosso, per quello questo è un disco che scuote l'ascoltatore.

Vaitojimas

La mente umane è fragilissima. Basta che entri dentro a un vortice per non riuscire più a vedere la luce, affondando sempre di più l'individuo che precipita in quell'abisso,  trascinando con sé le persone che stanno intorno. Questo è il racconto di questo Vaitojimas. E' la descrizione di quest'abisso, di quella discesa inarrestabile e delle sue conseguenze. La musica degli Erdve è viva andando al di là di qualsiasi dimensione. E' una musica che si respira, che si vede, che si soffre, che ci angoscia ma che diventa spunto perfetto di riflessione.

Edrve


E' difficile andar a individuare i brani migliori di questo disco perché dal mio punto di vista il livello di tutte le tracce è molto alto e coerente, ma cerco di raccontare i due brani che più mi hanno colpito.
Il primo è Išnara. Bellissimo nella sua intro rarefatta e ricercata, forse è una delle espressioni più fedeli della concezione musicale messa in atto dalla band. E', anche, un brano dove il lavoro strumentale dietro a questo disco viene esaltato. Gli intrecci tra basso, chitarra e batteria diventano dei flussi che s'incontrano, scontrano, uniscono e rifiutano. Preziosa, uno dei migliori brani che ho ascoltato ultimamente.
Il secontro è Atraja. Se il primo brano era ipnotico, ricercato, esaustivo questo qua è di  un'effettività impressionante. Un brano che non nasconde nulla, che diventa una dichiarazione d'intenti, una dimostrazione della potenza che si cella dietro alla band. 


Il coraggio paga, sempre. La sfacciataggine di essere l'ultimo arrivato ma di urlare quello che si ha dentro. Gli Erdve difficilmente potevano presentarsi in società con un disco migliore di questo Vaitojimas. Si respira la loro onestà, la loro intenzione e, la cosa più ardua in assoluto, il modo di trasformare in musica le loro idee e concetti. Una bomba musicale da far esplodere ripetutamente.

Voto 9/10
Erdve - Vaitojimas
Season of Mist
Uscita 09.02.2018

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