lunedì 1 ottobre 2018

Madder Mortem - Marrow: l'entità definita e presente

(Recensione di Marrow dei Madder Mortem)



Quanto profondo è il nostro essere? Ci si arriva mai a capirlo completamente e nella sua essenza o c'è una parte che rimarrà sempre ignota, anche a noi stessi? Quante cose ci sono dentro di noi stessi che non riusciamo a tirare mai fuori? 
Musicalmente tutte queste domande hanno un riflesso nel percorso di ogni band. Perché fare parte di un progetto non è mai semplice, è un compendio di equilibri fragili, d'inquietudine mutabili che si nutrono di esperienza ed evoluzione; di scelte che non sono sempre condivise da tutti quanti. L'onestà musicale piena forse non esiste mai, tranne nel caso dei cantautori o dei progetti musicali individuali, e avvicinarsi è un privilegio di pochi.

Marrow

Dopo un silenzio durato parecchi anni nel 2016 i norvegesi Madder Mortem ci hanno sorpreso con un graditissimo ritorno intitolato Red in Tooth and Claw (recensione che trovate qui). Un album energico, in un certo modo cattivo, ma certamente il riflesso dell'evoluzione di una band che aveva tutte le carte in gioco per continuare a raccontarci una serie di storie meravigliose con la propria musica. Il ritorno è stato molto ben colto e dopo una lunga serie di concerti affiancando uno dei progetti musicali più interessanti del panorama attuale, cioè quello degli svedesi Soen, ecco che la band norvegese ci regala un album prezioso che certifica l'accerto di essere tornati. L'opera in questione si chiama Marrow, midollo, e,in un certo modo, denuda l'essenzialità del gruppo, mettendo sotto lo sguardo di tutti i 360 gradi del loro mondo musicale. Una scelta assolutamente coraggiosa e degna d'applauso che da risultati molto positivi.

Marrow

Marrow ha, anzi tutto, una caratteristica fondamentale che edifica tutto quello che viene poggiato sopra. Questa caratteristica è la sicurezza. Siamo di fronte a un disco che non si perde intraprendendo delle strade disconnesse. Tutto sembra essere parte di percorso studiato, verificato e percorso un'infinità di volte. Ma non per questo diventa monotono, routinario, scontato. Questa "gitta" musicale permette ai Madder Mortem di farci vedere quante più caratteristiche possibili del loro universo musicale, che vanta ben sette LP, spaziando senza mai uscire da quello che sono, quello che è il loro midollo. Il punto centrale, intorno al quale ruota tutto il resto, è il progressive metal ma le strade che confluiscono in questo punto hanno tutta una serie di sfumature che le portano a offrirci dei brani di una bellezza emotiva unica, e che meritano di essere annoverati come esempi pratici di come si devono costruire una serie di ballate rock o metal, ma ci portano anche a soluzioni per nulla scontate e che abbracciano così, un'altra parte essenziale della storia della band, cioè quella dell'avantgarde metal. Nella descrizione dell'album, fornita dalla lungimirante casa discografica Dark Essence Records, si parla del loro lavoro più doom fino ad oggi. Posso essere d'accordo in parte con questa definizione, perché se bene molto spesso ci siano effettivamente delle sonorità che vanno in quella direzione il tempo e le atmosfere sonore ricreato non sono propriamente di quella linea. 
Il messaggio principale è che i norvegesi sono in grado di passare da uno stato emotivo, tradotto naturalmente in musica, a un altro molto distante con una grande maestria.

Marrow

Marrow si trasforma a tutti gli effetti nella fotografia più fedele dei Madder Mortem. Sembra che non si lasci nulla al caso, che non ci sia alcuna voglia di nascondere nulla, che non ci siano bisogno di approfondire solo un aspetto di quello che fa la band ma che quello che arriva alle nostre orecchie sia l'essenza stessa del percorso musicale intrapreso. I contrasti ci sono, e sono drastici, la bellezza c'è, e si cella negli angoli meno scontati. Tutto funziona con una semplicità che più che mai non è semplice, perché contrasta la complessità che c'è dietro al mondo musicale di questo disco.

Madder Mortem

Prendo tre brani da approfondire maggiormente come riflesso di quello che ho cercato di spiegarvi precedentemente. 
Il primo è Until you Return, forse il punto più alto del disco. Siamo di fronte a una ballata struggente, di una bellezza sconvolgente. Un brano costruito con delle atmosfere sonore che potrebbero sembrare quasi dal post rock, per poi esplodere con una grinta che fa capire che non siamo assolutamente in linea con un brano smielato e scontato. E' epico, emozionante, onirico.
Il secondo è Far from Home. Di nuovo siamo di fronte a un brano che potrebbe sembrare parte della parte più tranquilla della band. Ma anche qui nulla è scontato, tutto procede su una strada che non ha paura di addentrarsi in mondi rarefatti, perché nulla è scontato, perché qualsiasi emozione può prendere direzioni che sono da esplorare. E' un invito.
La terza è Waiting to Fall, brano di chiusura del disco, anche se per dovere di cronaca c'è un'ultima traccia che s'intreccia con quella di apertura di questo lavoro. Questo brano permette di capire al meglio l'anima progressiva della band e anche il nulla pregiudizio nell'abbracciare tutta una serie di elementi iniziali che all'inizio non si accosterebbero al loro genere. E' un brano che effettivamente ci trasmette questa resistenza interna, questa opposizione a una caduta, questa ribellione dell'anima, fatta di urla liberatorie.


Marrow è un esercizio di onestà assolutamente non semplice. E' il modo nel quale i Madder Mortem ci raccontano quello che sono come band, quello che hanno percorso, quello che hanno visto, quello che hanno ascoltato, quello che poi è il riflesso di quello che sono come entità. Perché, alla fine, le band importanti diventano a tutti gli effetti delle entità che siano sempre presenti nelle nostre vite.

Voto 9/10
Madder Mortem - Marrow
Dark Essence Records
Uscita 21.09.2018 

Nessun commento:

Posta un commento