(Recensione di Shun the Reptile dei Zombies Ate my Girlfriend)
Uno degli aspetti che odio di più nell'essere umano è la presunzione di onnipotenza, la presunzione di sapere come si vive in qualsiasi angolo del mondo, anche se molto lontano dal proprio angolo. Ma c'è anche un'altra presunzione pericolosa, cioè quella di credere che che qualsiasi altro posto sia l'ultimo angolo dimenticato della terra, senza mai pensare che forse ogni posto riserva delle cose interessanti. Per quello bisognerebbe viaggiare e conoscere tanta altra gente, mescolare le culture, ascoltare i racconti degli altri e capire che il mondo è vasto, ampio e bello.
Mi fa molto piacere poter occuparmi per la prima volta di un disco che viene dal Sudafrica. Questo acconsentimento è dovuto ai Zombies Ate my Girlfriend e al loro secondo LP Shun the Reptile. Mi fa piacere farlo perché il risultato che si può ascoltare e la testimonianza di vita in un angolo di terra complesso e, in un certo modo, unico. L'unicità è dovuta al fatto che siamo nella parte più meridionale dell'immenso continente africano, in un paese dove le disuguaglianze sociali hanno toccato delle vette uniche e, anche se l'appartheid non esiste più ci sono ancora interi quartieri in tutte le grandi città dove la vita si presenta nel modo più crudele possibile, pieno di disaggi sociali, di delinquenza e di una prospettiva crudele sul valore della vita. In queste idee c'è il nocciolo della musica di questa band, la loro necessità di trasmettere al mondo quello che vedono e vivono di giorno a giorno che è qualcosa di assolutamente diverso dalla nostra realtà. Per quello questo è un disco che s'impregna dell'indignazione umana di fronte a certi atteggiamenti. Per quello può sembrare ostico, crudele e violento ma allo stesso tempo umano. D'altronde che cosa si può fare quando si è immersi in una realtà dove la crudeltà e la delinquenza sono all'ordine del giorno, dove la vita è qualcosa di così fragile da rischiare di perderla in modi crudeli e dove essere nati sembra una corsa alla sopravvivenza? Credo che la musica giochi un ruolo fondamentale per andare avanti.
Shun the Reptile è un disco dove il melodic death metal si avvicina al metalcore dando una versione dei 2010, cioè con una sonorità e un modo d'interpretare questi generi che nulla a che fare con quello che veniva fatto venti o trent'anni fa. E' un'evoluzione naturale che ci presenta una band come Zombies Ate my Girlfriend pronta a erigere un ponte tra il presente e le radici di questi generi. Regalando anche una propria interpretazione, un modo di far capire quello che è il presente loro che può essere radicalmente diverso dal presente di qualche altra band in qualche altro paese. Questo è un quintetto pronto a far capire di essere cresciuti ascoltando dei mostri sacri del metal e trovando degli elementi musicali che si sposavano completamente con la propria voglia di urlare al mondo le proprie impressioni di fronte al mondo che hanno dovuto affrontare. Come se la loro musica fosse l'urlo che permette di scrollarsi di dosso tutte le tensioni, la rabbia e l'impotenza. Questo arriva all'ascoltatore, questo è il loro modo di comunicare e di salvarsi dalla propria realtà. Ancora una volta siamo di fronte alla capacità della musica di essere un veicolo di salvezza e di speranza, in quanto che grazie a essa si riesce a esorcizzare quello che si vive o quello che si è. Per quello credo che questo disco meriti di essere visto come un'esorcizzazione e come una fotografia di una realtà che non è conosciuta a tutti.
La parte più selvaggia del mondo è quella che viene raggruppata in Shun the Reptile. Ascoltare questo disco in un certo modo equivale ad affrontarla e a non far finta che la propria realtà sia l'unica esistente. I zombie di Zombies Ate my Girlfriend non sono morti viventi ma sono dei viventi che hanno sempre un piede nella morte e che in un certo modo devono uccidere per non morire, qualcosa che sembra essere lontane secoli e secoli ma che invece è ancora la realtà di tanti paesi.
Prendo tre brani da questo disco ma il consiglio è di ascoltarlo per intero.
Il primo è il brano omonimo Shun the Reptile. Forse il brano più onirico dell'intero lavoro, un brano che ci regala la costruzione di un essere quasi mitologico che è la metafora della realtà distorta. Un brano molto melodic death metal e anche profondamente epico. Uno dei punti più alti di questo disco.
Il secondo è van Eck. Brano che dimostra abbastanza fedelmente qual è l'intenzione della band, la loro capacità di pescare i suoni del passato e trasformarli in qualcosa di assolutamente attuale. Anche in questo caso la costruzione musicale è impeccabile perché individua un finale esplosivo che funziona perfettamente.
Per concludere segnalo Icarus, brano conclusivo di questo lavoro, una finestra aperta alla possibilità di recensione, di fuga ma anche di essere trattenuti dal fallimento. Proprio come il racconto mitologico di Icaro. Scappare o rassegnarsi?
Shun the Reptile diventa molto più di un disco, diventa qualcosa d'ibrido tra un documentario e un film cruento. La voce dei Zombies Ate my Girlfriend è quella di chi ha l'intelligenza di vedere una realtà e volerla cambiare, prendendo così altre vie come quella della musica. E' un disco di protesta ma è anche un disco di esorcizzazione, per non dimenticare quello che si vive e farlo sapere a chi non è lì.
Voto 8,5/10
Zombies Ate my Girlfriend - Shun the Reptile
Burning Tone Records
Uscita 02.11.2018
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