mercoledì 8 novembre 2017

Adimiron - Et Liber Eris: vivere il presente

(Recensione di Et Liber Eris degli Adimiron)


La bellezza di scrivere un blog, nel giorno d'oggi, è che lo puoi fare ovunque, basta avere una connessione ad internet. Per quello molti dei post che avete avuto modo di leggere sono stati scritti nelle più variopinte situazione, per essere nel bar di un molto popolato centro commerciale all'ora di punta di una domenica estiva, o in una piazza desolata dove una salvatrice rete wifi gratuita acconsentiva di lavorare egregiamente. Ma la maggioranza di quello che scrive nasce nella città che da più di tredici anni è la mia casa. Mi riferisco a Brindisi, posto pieno di contrasti e di aspetti che potrebbero portare a odiare di più questa città piuttosto che amarla. Come capita con le piccole realtà quando qualcuno "ce la fa" il senso di ammirazione da parte dei concittadini si esaspera e si venera il personaggio in questione. Qualche anno fa qualcuno mi nominò una band che, anche se stabilita a Roma, aveva avuta la sua genesi in questa città. Per quello sento che c'è un particolare legame che mi porterà a raccontarvi questo disco in modo leggermente diverso da quello che di solito faccio.

Una sola volta ho incontrato Alessandro Castelli, mente dietro agli Adimiron. Non so neanche quanti anni sono passati ma era una caldissima serata estiva e suo padre me lo presentò in mezzo ad una cena in circolo d'ufficiali della Marina. Era strano vedere a Brindisi qualcuno con idee musicali diverse dalle mie, qualcuno che all'epoca era riuscito già a girare un po' con la sua band non solo in Italia ma anche in giro per l'Europa. In un certo modo mi diede l'impressione che quel ragazzo stesse vivendo quello che qualche anno prima avrei potuto vivere io, quando vivevo a Madrid e suonavo in una band meravigliosa chiamata As Light Dies che di lì a poco avrebbe vissuto il suo primo tour europeo.
Da allora gli Adimiron  ne hanno fatto di strada, aprendo con certi per grandissime band, suonando in giro in diversi punti del globo terrestre, costruendo e presentando tre dischi. L'ultimo, Et Liber Eris, è quello che ha la mia attenzione in questo post. Credo che arrivare a pubblicare questo disco con una casa discografica pazzesca, come è l'Indie Recordings norvegese, sia un bellissimo punto d'arrivo. Ma per essere arrivati a quel punto c'è dietro un lavoro costante e, soprattutto, la capacitò di aver scritto un disco degno di essere diffuso a scala mondiale. 

Et Liber Eris

Et Liber Eris arriva puntuale come una dichiarazione d'intenzioni, come un manifesto di quello che reputo sia non soltanto una voglia creativa ma proprio un modo d'interpretare la filosofia musicale dentro alla quale gli Adimiron si rispecchiano. Per quello questo disco può suonare molto alla "X" piuttosto che alla "Y", dove X ed Y sono una serie di gruppi che si muovono nello spettro che mette insieme progressive metal, death metal, technical metal e uno che altro genere più o meno estremo, ma, guardando approfonditamente quello che fa la band è solo quello che veramente vuole fare. Per quello le tracce di questo lavoro sembrano avere un'anima progressiva, nella complessità delle proprie strutture, nelle ritmiche inseguite, prese e mescolate, ma questo lavoro è anche un disco dotato di un certo genere di aggressività, di una personalità che viene messa alla luce con orgoglio. Aggiungiamoci un terzo mondo, che potrebbe sembrare assolutamente non in linea col secondo, cioè un aspetto melodico. Questo terzo disco della band romana è pieno zeppo di melodie che ti entrano nella testa e non ti abbandonano più. 
Come mai possiamo ritrovare tutto quanto in un singolo lavoro? Perché questo è un disco aperto, è un disco che diventa un riflesso dell'evoluzione del metal dove, per fortuna, i purismi sono cosa del passato, sotterrato sotto parecchi metri, e c'è spazio a queste aperture musicali preziose. Capiamoci, gli Adimiron non sono i primi a fare un ragionamento di questo tipo ma sono presenti con la propria, forte, voce. 
Et Liber Eris

La forza di Et Liber Eris è la capacità di lasciare una traccia. C'è chi impazzirà dietro alle dissonanze della chitarra o ai riff ricercati, c'è chi vedrà nella sezione ritmica una serie di costruzioni bellissime ma c'è anche chi si ritroverà a canticchiare tra sé e sé il ritornello di una di queste canzoni o, ancora di più, a fare quello che succede a me in questi giorni, cioè costruire la mia colonna sonora attuale usando la musica degli Adimiron. La complessità di questo disco è allo stesso tempo la sua chiave.

Adimiron

E' difficile individuare punti più alti o altri più bassi in questo disco, per quello la selezione di brani che faccio corrisponde a quelli che, per un motivo o l'altro, più mi hanno toccato.
Il primo è Zero-Sum Game. Per chi mi ha toccato? Perché mi ricorda il tempo d'oro degli Opeth, quello di fine anni 90 e dei primi anni 2000. Quelli Opeth che hanno segnato un'epoca. Ma quando tutto sembra andare in quella direzione ecco che il brano cambia e giunge ad altre destinazioni. Oltre a tutto ciò la sezione ritmica di questo brano mi piace tantissimo, il dialogo tra batteria e basso diventa prezioso con il suo gioco di sincope, di accenti e di contrasti. 
Dicevo che un'altra componente di questo disco era quella melodica, cioè la capacità di costruire dei brani che ti rimangono impressi in testa grazie al loro carico emotivo. Il punto più alto in quel senso viene toccato con The Coldwalker. Se prima ho citato gli Opeth ora devo chiamare in causa i Leprous, perché qui siamo di fronte alla materia che i norvegesi conoscono perfettamente, vale a dire quella di dare ai propri brani una dimensione emotiva immensa, la composizioni di brani che potrebbero sembrare quasi pop ma che sono tutto tranne che quel genere, una specie di trappola mortale, sembra tutto bello ed immediato ma è come la vita: incasinata e complessa.


Sono felice che ci siano dischi come Et Liber Eris, perché il presente è il momento più bello di sempre, poco importa se nel passato sono state fatte cose meravigliose o se il futuro si prospetta luminoso. E' proprio l'adesso quello che bisogna vivere intensamente e gli Adimiron, con questo disco, ci parlano dell'adesso del metal, che è bellissimo, che è ricco, che è una promessa, quella di regalarci per anni ed anni dei dischi da consumare fino allo sfinimento. 

Voto 8,5/10
Adimiron - Et Liber Eris
Indie Recordings
Uscita 03.11.2017

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