mercoledì 5 dicembre 2018

Sdang! - Il Paese dei Camini Spenti: un compendio di preziosi dettagli

(Recensione di Il Paese dei Camini Spenti degli Sdang!)


C'è un punto dove il ricordo smette di essere tale e diventa un mito. Ricordare non è soltanto avere una "fotografia" di quello che si ha vissuto ma anche di trasformare o modellare tutto in base al potere emotivo di quello che è stato vissuto in passato. Per quello il ricordo è fondamentale, perché è quello che ci costruisce, perché è il filtro tra quello che veramente c'interessa e quello che invece ha un valore banale. E questo esercizio si ripete per ognuno di noi. Per quello non c'è mai un'obiettività nei ricordi, per quello esageriamo o annulliamo le cose secondo il peso che sentiamo.

Il Paese dei Camini Spenti

Come nella grande trilogia anni 80 dei King Crimson gli italiani Sdang! hanno scelto, in modo più o meno consapevole, di colorare le copertine dei propri album con un'unica tonalità predominante. Dopo il giallo e l'azzurro toccava il turno al rosso, associato al meraviglioso Discipline dei Crimson. L'onore, e responsabilità, è stato affidato a Il Paese dei Camini Spenti. Generalmente il terzo album equivale sempre alla maturità di un gruppo, chiudendo un ciclo per poi ripartire con una quarta opera. Naturalmente è presto per dire se nel caso di questo duo bresciano sarà così o meno ma non c'è alcun dubbio nell'affermare che con questo nuovo album la band tocca le vette più alte fino ad adesso. Il perché è dovuto alla necessità di dipingere con maggiori dettagli i quadri che vengono costruiti con la loro musica. Perché, per chi non conosce la band, è assolutamente necessario dare due informazioni chiavi: la prima, gli Sdang! sono solo due, Alessandro Pedretti, batteria, e Nicola Panteghini, chitarra; la seconda, gli Sdang! raccontano storie senza parole, cioè è tutto strumentale. 
Dicevo dunque che più che mai la band riesce a restituire quello che si predispone di raccontarci. Per me questo è dovuto a due elementi essenziali, da una parte l'essere riusciti a raggiungere una maturità dentro al loro mondo sonoro, ribadendo ancora una volta cos'è il suono "Sdang!"; d'altra avendo molto chiaro che in certi momenti e con certe sfumature diventa prezioso affidarsi all'aiuto di altri musicisti. Infatti Il Paese dei Camini Spenti si nutre di un elenco interessante di musicisti che regalano qua e là il loro contributo senza mai, però, abbandonare la natura della band.

Il Paese dei Camini Spenti

Prima parlavo del suono "Sdang!" perché diventa difficile cercare di individuare un genere d'appartenenza della band. Il Paese dei Camini Spenti ce lo conferma. Ci sono momenti post rock, altri math rock, uno sguardo verso il progressive rock e un tocco di musica cinematografica. Per chi ha avuto modo di ascoltare i precedenti due album rimane abbastanza chiaro che quello è stato da sempre il modo di fare musica del duo. Tutto ciò grazie al linguaggio musicale col quale si sono ritrovati e grazie al percorso musicale, interessantissimo, che hanno percorso. 
Ma al di là di quello che possono essere le contestualizzazioni la cosa fondamentale è capire qual è il motore dietro a Il Paese dei Camini Spenti. Mi viene facile dire che quest'album nasce dalla personalità delle due menti creatrici. Questo è un disco di un'onestà disarmante che porta a amare o odiare non la musica ma le persone che l'hanno composta. Dunque se siete di quelle persone che amate ascoltare dei racconti articolati, se preferite il turismo fatto di dettagli, del piccolo borgo piuttosto che della grande città, del perdersi senza una meta fissa, di storie inventate per colmare i misteri della vita, senza alcuna intenzione di dare risposte incontestabili ma semplicemente per usare l'intelletto creativo anche per divertirsi con intelligenza; se siete così, dicevo, allora amerete gli Sdang! e la loro poesia messa in musica. Se invece siete persone calcolatrici, pratiche, dirette, che non amano sforzarsi nel capire ma vogliono che tutto sia chiaro sin da subito, allora lasciate perdere. Questo disco non è per voi e Alessandro e Nicola non vi diventeranno mai amici.

Il Paese dei Camini Spenti

Il Paese dei Camini Spenti potrebbe sembrare un esercizio nostalgico, il ricordo del tempo che fu ma non è affatto così. E' un disco che nasce con delle gocce di pioggia mettendo subito in chiaro che è una passeggiata fatta con la solitudine che riescono a restituire solo certi posti. Gli Sdang! invitano ad addentrarci nella nebbia, piuttosto che camminare sotto la pioggia, piuttosto che lasciare le orme nella neve, piuttosto che osservare un borgo addormentato al chiaro di luna. Non è nostalgia, è amore per la vita e per i dettagli che la rendono unica, perché infondo ognuno di noi è il compendio di prezioso dettagli.

Sdang!

Prendo tre canzoni da guardare un po' più profondamente.
La prima è Il Campanile Oltre la Nebbia. Per me questo è il brano che può definire in modo eccelso il suono della band. Questo susseguirsi di cambi di dinamica, questo andar mano nella mano tra chitarra e batteria. E' un brano che traduce il fascino di un posto magico ma anche la paura di contaminarlo con la nostra presenza.
La seconda è Tre Vecchie Streghe, primo brano della band ad avere l'ausilio della voce ma usata come se fosse uno strumento in più. E' un brano misterioso, fantasioso, una storia a metà reale e a metà inventata. Ma non ci è fatto sapere qual è la parte reale e quale no.
Il terzo è Ruggine sul Mulino d'Acqua, brano dove il protagonismo viene riservato a un altro strumento "ospite" cioè la tromba, dando così nascita al brano più malinconico del disco che racconta il passo del tempo che vediamo nei luoghi del cuore, capendo che il tempo passa anche per noi. 


Il Paese dei Camini Spenti diventa un conflitto tra la volontà di ridare vita a qualcosa che è rimasto sospeso nel passato e l'utilità di lasciare tutto così come sta. Perché forse è il tempo e la natura a regalarci un luogo dell'anima, perché forse è il tempo e la natura a farci diventare delle persone dell'anima. Gli Sdang! si presentano davanti a noi con la piena onestà di quel che sono. Io vi invito ad accoglierli, non ve ne pentirete. 

Voto 8,5/10
Sdang! - Il Paese dei Camini Spenti
DreamingGorilla/Edison Box
Uscita 30.11.2018

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