domenica 10 settembre 2017

Atrox - Monocle: l'evoluzione esemplare

(Recensione di Monocle degli Atrox)


Prima dell'era di internet e del facile accesso a quanta più informazione immaginabile, non era mica semplice conoscere nuovi gruppi. Ci si poteva affidare alle pubblicazioni specializzate ma la cosa che funzionava meglio era il passaparola. Quando qualcuno sapeva qualcosa dei musicisti o dei generi che piacevano subito s'impegnava di aggiornare il resto degli amici. E' così che partendo dai The Third and the Mortal sono venuto a conoscenza dell'esistenza di una sorella di Ann-Mari Edvardsen, seconda cantante della band. Nulla d'importante fino a qua, se non fosse che questa sorella, Monika, è anche una cantante e all'epoca mi sorprendeva con due dischi preziosi, Tactile Gemma, registrato insieme alla sorella, e Terrestrials, prestando la sua voce ad un progetto di nome Atrox. Sono stati questi collegamenti a portarmi a conoscere un gruppo che faceva delle cose mai sentite prima, per via dell'insieme che si creava in ciascuna delle loro canzoni. 
Ora tutto è molto più semplice, in pochi secondi siamo in grado di creare una rete che collega svariati gruppi e musicisti ma anni fa era una bella impressa. 

Sono stato felicissimo di ricevere, qualche settimana fa, il promo degli Atrox con il loro ultimo album, Monocle. Perché? Perché ogni volta che una delle band con le quali sono cresciuto fanno qualcosa di nuovo i collegamenti col passato, con conversazioni che sono rimaste fluttuanti nel tempo, si fanno vivissimi, ed è una gioia. Non solo, c'è anche un fatto di capire com'è passato il tempo, come la vita è cambiata, per me e non solo. Infatti questo nuovo lavoro di questa band norvegese lo lascia molto, molto chiaro. Già da diversi anni che Monika Edvardsen non fa più parte del gruppo ma la direzione che prende questo lavoro non ha a che fare soltanto con il fatto che la voce sia maschile. Ma prima di addentrarci nei cambiamenti effettuati dalla band bisogna prendere in considerazione che sono passati ben nove anni dalla loro ultima fatica discografica.
Se prima il discorso musicale, molto complesso, era affascinante perché la band era piena di elementi progressivi che venivano mescolati a sonorità death metal con un utilizzo quasi strumentale della voce femminile, tanto da essere stati sempre considerati come uno dei principali esponenti dell'avantgarde metal, anche oggi c'è una capacità illimitata di fare qualcosa di nuovo, che può trovare paragoni in altre band ma che non vanno oltre a certi aspetti molto puntuali.

Monocle

Ed allora, come sono gli Atrox del 2017? Sono fottutamente moderni. Sono futuristici ma non fantascientifici. Mi spiego meglio, la loro musica ha preso una serie di sfumature industrial senza per quello rinunciare alla loro parte più progressiva. Un'altra novità che si era già verificata prima è che la voce maschile apre tutta una serie di vie che prima non venivano contemplate minimamente. Per esempio la profondità timbrica che da un'energia molto diversa. Ma torno al concetto di futurismo senza essere fantascientifici. Dal mio punto di vista questo Monocle potrebbe perfettamente essere la colonna sonora del nostro mondo odierno o di quello che ci sarà tra pochi anni. Suoni che suggeriscono quello che è il peso della tecnologia nella nostra vita di tutti i giorni, ma non soltanto dal punto di vista positivo ma, soprattutto, da quello negativo, quello di una alienazione crescente che ci sta portando ad isolarci quanto più possibile. Ecco cosa suggerisce questo album, nelle sue contraddizioni tra riff di chitarra pesanti, tastiere quasi sinfoniche e basi programmate, tutto formando una base perfetta per una voce profonda che narra tutto ciò.

Monocle

Quest'evoluzione degli Atrox è affascinante, perché da una parte non sembrerebbe di essere di fronte alla stessa band, ma andando poi ad ascoltare con calma non è difficile scovare degli elementi che adunano questo Monocle con gli atri 5 LP precedenti. Se quindici anni fa, più qualcun'altro, la band era già molto avanti in comparazione con tanti altri gruppo tutt'ora lo è. Ma il modo di avere questa lungimiranza è cambiato, la band ha cambiato pelle perché doveva essere così, perché la modernità del passato non lo sarebbe più nel presente. Oggi tutto è molto più diretto, più asciutto, ma non per quello estremamente interessante.

Atrox

Ci sono tre brani che lasciano in chiaro com'è la versione 2017 della band.
Il primo apre l'album e s'intitola Mass. I primi compassi sono un ponte col passato, con quello che potrebbero essere stati i dischi anteriori della band. Ma basta che entri la voce e che il brano esploda per capire qual è il cambio di pelle della band, e qual è la strada che hanno deciso di percorrere. Il ritornello del brano rimane impresso ed è impossibile dimenticarlo. E' una biglietto da visita che ingloba questa nuova vita.
Suicide Days è attuale, è moderna, è robotica. E' un brano che si sviluppa con una metodicità impattante, quasi da intelligenza artificiale. Anche in questo caso il ritornello rimane molto impresso perché ricco di una melodia molto ben ritrovata, ma è il modo di mettere in gioco quella melodia quello che da tanta forza all'originalità della band.
Per concludere Target è un brano estremamente industrial dove synth e base programmata sono fondamentali. Ed è molto importante quel dosaggio, capire quando l'elettronica può prendere il protagonismo e quando, invece, è meglio lasciare lo spazio alla parte suonata.


Monocle è un disco che dimostra, ancora una volta, la bravura degli Atrox, in uno dei modi più diversi. Perché è molto facile cullarsi su formule collaudate e non cambiare mai o è ancora più facile ammorbidire il proprio suono rendendolo alla portata di un pubblico maggiore. Ma quando nulla di questo avviene e la strada nuova da percorrere è inedita allora c'è molto coraggio ed intelligenza. Soprattutto perché qua parliamo di evoluzione e non di metamorfosi. Questo è il 2017 e lo si sente chiaro e nitido. 

Voto 8,5/10
Atrox - Monocle
Dark Essence Records
Uscita 08.09.2017

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