mercoledì 16 novembre 2016

Intervista a Ianus dei Raspail: cantare la Roma rurale e ancestrale.

Questo è un estratto dell'intervista che ho effettuato a Ianus, cantante dei Raspail, andata in onda il martedì 1 Novembre 2016 all'interno di POST, trasmissione radiofonica che va in onda su Radio Flo e su Radio RNS 93.4 FM del Salento Centrale.

La versione integrale della puntata la trovate a fine post.
La mia recensione di Dirge la potete, invece, leggere qui.


Raspail


(Lettere dall'Underground): Iniziamo dall'origine del gruppo, come nascono i Raspail?

(Ianus): Raspail nasce intorno al 2010 per iniziativa mia, di Israfil, chitarrista e principale compositore e di Zeno, bassista. L'idea originale era un po' diversa da quella che potate ascoltare sul disco (ndr. Dirge), era più orientata ad un death metal di tipo scandinavo (...) per poi evolverci in questa altra direzione che viene rappresentata nel disco. (...)

(LDU): Hai accennato a questo processo che vi ha fatto aprire il vostro in molte altre direzioni. (...)  Perché avete cercato di sviluppare così il vostro discorso musicale?

(Ianus): Se ascolti il nostro primo demo con le canzoni che fanno anche parte del nostro disco d'esordio sentirai una bella differenza. La ricerca fa parte della natura stessa di Raspail, della nostra idea di musica e chiaramente risente delle influenze delle nostre principali esperienze musicali, soprattutto per quanto riguarda Israfil che con la sua esperienza musicale legata ai Klimt 1918 si porta dietro un importantissimo bagaglio musicale. E' una cosa connatura a noi stessi, non è niente di pianificato.

(LDU): Chiama l'attenzione che i vostri gruppi di provenienza, Klimt 1918, Novembre, A Room with a View e Psychotic Despair, sono dei gruppi molto diversi tra di loro. Per te Raspail è cercare d'unire tutto in un discorso musicale unico?

(Ianus): Non credo che sia un tentativo di unire le nostre differenti esperienze musicali. (....) Semplicemente il nostro discordo musicale ci rappresenta non solo come musicisti ma proprio come fruitori di musica. Dirge non ha nulla di pianificato, è tutto naturale.


Raspail


(LDU): Ti porgo la domanda di un ascoltatore: dietro ai vostri brani c'è dell'autentica ricerca antropologica e religiosa?

(Ianus): Una ricerca antropologica-religiosa mi sembra troppo ampia come definizione. A livello lirico ci può essere influenza dell'antropologia a livello culturale (...) tanto è vero che ci rifacciamo a ricordare un mondo che non c'è più, a rituali di vita, non pensare a rituali magici, legati a ritmi che ormai disconosciamo, alla vita campestre. Però ripeto, parlare di ricerca antropologica e religiosa proprio no, soprattutto religiosa non c'è nulla nel nostro disco.

(LDU): Nel vostro disco accennate all'influenza del paesaggio rurale dei dintorni di Roma. Cosa c'è di particolare in quei paesaggi?

(Ianus): (...) Per capire cosa veramente quali sono le sensazioni che ci genera quel tipo d'immaginario devi essere proprio nato in queste zone per poterlo veramente capire. Noi abbiamo cercato di trasmettere con la nostra musica proprio queste nostre sensazioni. (...)

(LDU): Questo è molto interessante perché prendendo il vostro genere musicale non possiamo dire che sia un genere italiano ma è un genere universale ed è molto bello che ci sia questa lettura che cerca di mettere in evidenza la vostra terra e le sensazioni che vi regala.(...) Ti porgo un'altra domanda di un ascoltatore. Ci sono riferimenti satanici nel disco?

(Ianus): Non, assolutamente no. Proprio no. 

(LDU): Il vostro disco ha un ampio respiro che lo apre a diversi generi. Questo respiro può essere molto apprezzato all'estero. (...) Avete mai pensato di emigrare? 

(Ianus): Personalmente non ho mai presso in considerazione quest'idea. Uno di noi dei Raspail, cioè Zeno il nostro bassista, vive e lavora in Repubblica Ceca, dunque abbiamo un lato internazionale della band. (...) Siamo in attesa di altri risconti sul disco. (...) Non so dire se all'estero siano più aperti o meno rispetto all'Italia nei confronti di una proposta musicale così variegata come la nostra. E' vero che a volte il mondo metal è un po' monolitico e restio ad accettare che qualcuno possa "ibridare" il suono metal con cose che non vengano dal mondo metal. (...) Bisogna abbracciare anche altre cose distanti dal mondo del metal. 

(LDU): Com'è stato il processo creativo di Dirge?

(Ianus): Abbiamo lavorato a distanza. C'è stato uno scambio continuo di idee e file. Quando è stato tempo di registrare il disco ci siamo visti tutti insieme. Anzi, molte linee del basso sono state registrate direttamente a Praga, in Repubblica Ceca. Però, ripeto, grazie ad internet si riesce a lavorare abbastanza bene. Il discorso cambia, ovviamente, se si pensa ad impostare una serie di live, lì non sarebbe possibile.



(LDU): Come ascoltatore quali sono le cose che più ti piacciono in questo periodo?

(Ianus): Io non metto dietro al trend del momento, alle nuove proposte. Se vado a vedere i dischi che ho sullo stereo, oggi, per esempio, ci trovo Bruce Springteen, piuttosto che i Deftones piuttosto a qualcosa legato al death metal o i Dead Can Dance. Dunque diciamo che spazia molto il mio ascolto in questo momento.

(LDU): (...) In che formati si può trovare il vostro disco?

(Ianus): E' un cd con un libricino di 16 pagine stampato su glossy paper molto ben curato com'è tipico di questa etichetta discografica (ndr. la tedesca Sick Man Getting Sick Records). (...)

(LDU): Cambio assolutamente tematica. L'ultima scossa di terremoto com'è l'hai vissuta?

(Ianus): E' stato uno shock, anche se, purtroppo, ormai siamo abituati. Ci ha colto di sorpresa, molto presto al mattino. E' stato molto scioccante vedere poi quello che è successo nelle terre martoriate. Ci sono state delle importantissime perdite dal punto di vista storico culturale e chi sa quanti anni ci vorranno per recuperarle se sarà possibile recuperarle.

(LDU): Che cosa ti auguri che succeda con questo vostro primo disco?

(Ianus): Mi auguro che abbia un'accoglienza positiva, di ricevere buone recensioni. Dal punto di vista musicale mi auguro che ci siano delle buone vendite anche se non si vive i musica, soprattutto suonando questo tipo di musica qua. Ma sarebbe importante per dare un susseguo al discorso Raspail. Per il momento le prime reazioni sono molto positive grazie alle prime recensione ed i primi feedback che abbiamo ricevuto, speriamo di continuare su questa strada. La speranza è che vada tutto per il meglio e che il disco venga percepito per quello che è. (...) Per i prossimi due anni l'idea è di continuare il nostro discorso musicale, c'è già qualcosa in cantiere. Anche per che i pezzi del disco, almeno per noi, cominciano ad essere abbastanza vecchiotti. 

Podcast con l'intervista intera:



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