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mercoledì 3 gennaio 2018

Top 10 album 2017

Ulver


Nel 2017 appena trascorso se c'è qualcosa che posso affermare è che è stato l'anno dove ho ascoltato il maggiore numero di dischi inediti della mia vita. Circa 160 album sono finiti per essere recensiti su questo blog e non smetterò mai di ringraziare tutte le case discografiche ed agenzie di management che mi permettono di avere accesso in anteprima ad una marea immensa di dischi interessantissimi. Il tempo non è mai abbastanza per regalare il meritato ascolto al 100 per 100 di quello che mi viene ricapitolato ma certo sempre di garantire almeno un ascolto aperto a qualsiasi materiale mi capiti tra le mani.
Andare a selezionare solo 10 tra tutti questi dischi non è un compito semplice e bello ma ci ho provato. Anche questa volta, come è successo l'anno scorso con la classifica dei Top 10 album 2016, il primo in classifica è un disco che col tempo si è dimostrato immenso, sensazione che, invece, era stata un po' velata ai primi ascolti.
Ecco la mia personalissima classifica dei Top 10 album 2017.

  • N°10 Neun Welten - The Sea I'm Diving In
The Sea I'm Diving IN

Un sussurro morbido che sa di eleganza e di oscurità. Un lavoro che tocca l'anima rapendo l'ascoltatore. 
(la recensione completa la trovi qui)


  • N°9 The Ruins of Beverast - Exuvia
Exuvia


Tribale, moderno, implacabile, unico. Il black metal non è mai stata così ipnotico. Un lavoro incredibile, sciamanico e geniale. Strane creature appaiono in cosmologia nuova.

(la recensione completa la trovi qui)

  • N°8 The Hirsch Effekt - Eskapist
Eskapist


Curiosamente queste tre posizioni della mia classifica provengono tutte e tre dalla Germania e sono molto diverse tra di loro, sia come genere che come contenuto. In particolare questo disco è un urlo d'intelligenza e di sensibilità, una dimostrazione che l'arte non è arte e basta. Questa è una fotografia fedelissima del 2017, un anno dove l'odio sembra essere stato il protagonista per tante persone.

(la recensione completa la trovi qui)


  •  N°7 DOOL - Here Now, There Then
Here Now, There Then

Non si tratta solo di una super band, non si tratta solo di un disco suonato con grandissima energia. Questo lavoro è uno di quei dischi che attraversano tutti gli stati d'animo immaginabili. E' complesso ed estremamente facile nello stesso tempo. E' ricercato ed effettivo con una naturalità disarmante.

(la recensione completa la trovi qui)


  • N°6 Below the Sun - Alien World
Alien World


Arriva dalla Siberia uno dei migliori dischi di questo 2017 ed una delle opere post metal più interessanti di quest'anno. Un disco fantascientifico  che dimostra che il legame tra letteratura e musica è una fonte infinita di creatività.

(la recensione completa la trovi qui)


  • N°5 Major Parkinson - Blackbox 
Blackbox


Se esiste un genere saturo dove difficilmente è possibile regalare nuova prospettive questo è il rock progressivo. Per quello la genialità di questo disco ha un peso molto più importante, perché veramente è riuscito a regalare nuovi orizzonti. Tutto ciò grazie alle contaminazioni, alle strizzatine d'occhio verso l'elettronica, all'autoironia, alla voglia di divertirsi. Disco indispensabile. 

(la recensione completa la trovi qui)


  • N°4 Pain of the Salvation - In the Passing Light of Day
In the Passing Light of Day


Dal mio punto di vista questo è un periodo storico dove molti mostri sacri del metal progressivo stanno perdendo colpi. C'è una regressione generalizzata e tante grande band danno dei passi falsi. Ed invece ci ritroviamo con questo disco, un disco che ha una chiave fondamentale: l'essere sentito fino in fondo, l'essere un'esercizio d'esorcismo di un periodo buio che non fa altro che dare un nuovo e profondo senso al significato della vita.

(la recensione completa la trovi qui)

  • N°3 Yurodivy - Aphos
Aphos


Il gradino più basso del nostro podio è riservato ad una band che a tutti gli effetti è un'outsider, un nome che sicuramente non sarà presente in nessuna altra classifica di fine anno. Ed invece la poetica che si mescola con il post hardcore e il mathcore di questo lavoro ha un'impatto che pochi altri dischi di questo 2017 sono riusciti ad avere su di me. Il mio invito più vivace è quello di ascoltare assolutamente questo disco. 

(la recensione completa la trovi qui)


  • N°2 The Soundbyte - Solitary IV
Solitary IV


E' difficile essere obbiettivo quando si ha a che fare con i musicisti che si celano dietro a questo progetto. Alla distanza degli anni sono sicuro che si guarderà con occhi molto più attenti verso il legame musicale lasciato da una band meravigliosa come i The Third and the Mortal, e questo lavoro non è soltanto l'eredità musicale del gruppo norvegese ma è anche un nuovo modo di concepire la loro musica e di scoprire le tracce di una colonna sonora che mi accompagna da più di vent'anni.

(la recensione completa la trovi qui)

  • N°1 Ulver - The Assasination of Julius Caesar
The Assasination of Julius Caesar


Fare sembrare semplice un disco completissimo. Costruire un disco "pop" che è tutto tranne che pop. Nel 2017 non c'è stato alcun altro disco così intelligente come questo qua. Un disco che non ha alcuna paura ed alcun preconcetto, un disco costruito dalla genialità di chi ha saputo reinventarsi continuamente, perché ciascuno di noi è un essere in costante evoluzione.

(la recensione completa la trovi qui)


La musica sempre ci regala nuovi spunti, questa è la dimostrazione. Buon 2018 a tutti! 

martedì 27 giugno 2017

The Soundbyte - Solitary IV: elevarsi per comprendere

(Recensione di Solitary IV dei The Soundbyte)


Nella musica, ma anche in tante altre discipline artistiche, possiamo trovare spesso dei casi di gruppi o artisti vittime di una sottovalutazione figlia di tante variabili. In quel senso la carriera dei norvegesi The Third and the Mortal, dal mio punto di vista, non ha mai avuto il valore che veramente merita. Padroni di una carriera interessantissima in costante evoluzione, sono stati capaci di aprire strade che poi sarebbero state approfondite da tante altre band. Una costante che, però, è sempre stata presente è quella della sperimentazione. Per quello ogni loro disco ci ha regalato delle aperture musicali esemplari e brillanti. La fine del gruppo è stato un durissimo colpo ma le creature che ne sono venute fuori hanno mitigato questa tristezza. Mi auguro che il tempo ridia, o dia, la luce meritata da questa imprescindibile band.

Solitary IV


Senza aspettare oltre dico già che il disco del quale vi parlo quest'oggi è uno dei migliori dischi di questo 2017 ed è riuscito a innamorarmi come pochi album ci riescono. Sarà perché in The Soundbyte si celano due nomi eccellenti come Trond Engum, mente principale dietro a questo progetto, e Rune Hoemsnes, uno dei batteristi più brillanti e chiaroveggenti che ci sia. Entrambi i musicisti si conoscono da molti anni grazie alla loro militanza nei The Third and the Mortal. Ma questo non è sufficiente per provocare una reazione così positiva in me. Anzi, Solitary IV è il quarto album di questo progetto nato dalle ceneri di quello precedente e avevo ben apprezzato i tre lavori precedenti ma non ero arrivato a provare lo stesso entusiasmo che mi hanno dato i dischi della loro prima band. Invece questo nuovo lavoro, che ascolto sistematicamente da un mese circa, è un salto nel tempo, è l'anello mancante tra la tappa che più ho amato dei The Third and the Mortal, quella dei dischi Painting on Glass e In This Room, e il loro lavoro successivo Memoirs. La differenza essenziale sta nel modo nel quale la band porta avanti la propria sperimentazione, in modo molto più asciutto ed intimo con rispetto alla band madre. 

Solitary IV


Un'altra caratteristica che porta a erigere questo ponte tra i due gruppi è il fatto che a livello di suono molte cose ci riportano indietro nel tempo. Sarebbe facile pensare che i The Soundbyte siano rimasti indietro ma quello che succede è praticamente l'opposto, i The Third and the Mortal dimostrano ancora una volta di essere stata una band avanti nel tempo. Le chitarre hanno una sonorità variopinta che tocca le vette più alte quando si avventura in mondi eterei, la batteria è illuminante e spaziale e l'aggiunta della parte elettronica da grandezza, mistero e tridimensionalità a questo Solitary IV. A tutto questo va aggiunto il lavoro vocale di Tone Åse e di Kristi Huke dove la voce diventa uno strumento che arricchisce tutto il quadro. Per quello questo disco è impressionante, è un viaggio tra terre inesplorate, è l'essenza stessa della natura, è la bellezza originaria. Per quello tutta definizione di quello che c'è in questo disco rimane abbastanza stretta. Possiamo dire però che siamo di fronte ad un disco di experimental metal misto al dark folk.

Solitary IV


Solitary IV è uno di quei dischi che è sopra ad ogni cosa. Non è un disco del 2017 ma non è neanche un disco degli anni 90 e non sarà neanche un disco del 2030. La sua musica è eterea e, di conseguenza, eterna. E' un disco spirituale perché la sua propria natura è molto più profonda di quello che si vede e basta. E' uno scavare instancabile alla ricerca di una verità nascosta. Non è fantascientifico, non è campato in aria ma non ha neanche la pretesa di essere messenico. Per quello è bellissimo, perché è vero, perché fa parte della nostra natura anche se ancora non tutto è stato svelato per capirlo fino in fondo. Questo disco è, senza alcuna ombra di dubbio, il lavoro migliore che i The Soundbyte sono riusciti a sfornare fino ad oggi ed è in perfetta linea con i più alti lavori dei The Third and the Mortal. Bellissimo e profondo.

The Soundbyte

Mi è difficilissimo consigliarvi poche canzoni di questo disco perché tutte hanno una loro personalità impressionante e bellissima, per quello, più che mai, vi impongo di ascoltarlo per intero. Ma c'è un brano che è orgasmico, che riassume alla perfezione tutto questo lavoro. E'la canzone che chiude il disco, la meravigliosa Solitary. Siamo di fronte ad un brano che deve, per forza, essere presente nella maggioranza delle classifiche sui migliori brani del 2017. E' una delle canzoni più maestose di questo lavoro, sorretta da un riff di chitarra che funziona alla perfezione. Abbastanza grintoso quanto oscuro, misterioso, spettacolare. L'arrangiamento elettronico amplifica tutto quanto lasciando spazio ad una voce celestiale. La prima volta che l'ho ascoltato mi è venuta la pelle d'oca, ed ogni volta che lo sento ho bisogno di ripeterlo una ed un'altra volta. Magistrale.


Solitary IV merita l'attenzione di una platea ampia di critici, stampa e, soprattutto, di ascoltatori. La merita perché è un gioiello senza tempo, un disco che riprende lo spirito geniale, unico ed inuguagliabile dei The Third and the Mortal. The Soundbyte ci ha regalato uno dei migliori, se non proprio il migliore, dischi del 2017.

Voto 9,5/10
The Soundbyte - Solitary IV
Temple of Torturous
Uscita 30.06.2017

Sito Ufficiale The Soundbyte
Pagina Facebook The Soundbyte

martedì 23 agosto 2016

L'Oracolo dell'Underground: Le prossime uscite 2

Proprio in questi giorni è stata diffusa la notizia che in Italia nel 2015 sono stati venduti più dischi "vecchi" che nuove uscite. E' un segnale che deve portare a riflettere in modo approfondito e non lasciarsi andare ad una dichiarazione del tipo: "ormai non si fa più musica di qualità". Questo blog, in qualcosa di più di due mesi, mi è già servito per recensire un bel po' di musica attuale di grandissima qualità ma che, purtroppo, molto spesso rimane in un ambito molto underground.
Sarebbe, dunque, il caso che le grandi multinazionali puntassero di più alla qualità e meno ai prodotti di largo consumo che diventano dei propri e veri "usa e getta".
Per fortuna il panorama, per chi ha deciso di navigare all'ombra, è molto ricco e nei mesi successivi ci godremo diversi dischi nuovi. 
Vi ricordo che il 25 luglio vi avevo parlato dei prossimi lavori di: Devin Townsend, Opeth, Korn, Litfiba, Riverside, Pain of Salvation, GlerAkur, Soen e Blindead. Il post in questione potete leggerlo qui.
Vediamo adesso che altre uscite sono dietro l'angolo.



Il 30 Settembre uscirà l'atteso nuovo lavoro dei francesi Alcest. Avrà per nome Kodama ed un primo assaggio è stato dato dal singolo Oiseaux de Proie.






Andiamo al mondo del post metal che si nutrirà di un nuovo disco. Il 7 Ottobre sarà il turno di Mouth of The Architect. Il loro nuovo disco si chiamerà Path of Eight ed è stato anticipato dal brano Drown the Old.





Parlando dei gruppi più famosi i Metallica hanno creato una grande aspettativa grazie a Hardwired, primo estratto del loro prossimo disco d'inediti che uscirà il 18 novembre e che si chiamerà Hardwired.... To Self-Destruct. Questo primo singolo ha un'aggressività che riporta, in parte, alla luce il thrash metal che è stato il loro primo marchio di fabbrica.