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venerdì 30 dicembre 2016

Top 10 album 2016

Alcest


Per l'ultimo post dell'anno ho deciso di misurarmi con quello che è stato questo 2016 a livello musicale. Andando oltre al fatto, detto e ribattuto infinite volte, che è stato un anno nefasto per via di tutte le morti celebri, devo dire che a livello personale mi ha regalato un sacco di spunti bellissimi. Un esempio su tutti: l'aver deciso di aprire questo blog e ritrovarmi sommerso di musica di altissima qualità riscontrando una risposta positivissima sia nei lettori che negli stessi gruppi recensiti o intervistati. 
Slittare questa classifica non è stato semplice e per farlo ho scelto di includere soltanto degli LP, lasciando fuori dei validissimi lavori come Can't you Wait, ottimissimo EP dell'islandese GlerAkur. Un'altro aspetto fondamentale è stato quello della distanza temporale. Come vedrete il primo in classifica non è un album che ha ottenuto il voto più alto quando l'ho recensito, ma ulteriori ascolti hanno determinato la sua bellezza infinita meritevole di questo, umile, riconoscimento.
Augurandomi che il 2017 sia ancora più fiorito a livello musicale, approfitto di ringraziarvi per questi sei mesi meravigliosi, i primi nella giovane vita di Lettere dall'Undergound
Ma adesso, senza ulteriori indugi, andiamo a scoprire questa Top 10 album 2016.


Your Wilderness

  • N°10 The Pineapple Thief - Your Wilderness
Un disco elegantissimo, costruito con una grande carica emotiva che utilizza la musica come veicolo ed arriva al cuore dell'ascoltatore. 
(la recensione completa la trovi qui)


Drama

  • N°9 Ornaments - Drama
Unico album italiano presente in questa personale classifica. Un disco ambizioso che offre una nuova lettura ricca di prospettive moderne di un'opera maestosa. La conferma di una band che non ha nulla da invidiare a tanti gruppi stranieri.
(la recensione completa la trovi qui)


The Fall of Hearts

  • N°8 Katatonia - The Fall of Hearts
Quest'anno ci ha regalato dei nuovi lavori di mostri sacri dell'underground musicale come gli Opeth, i Neurosis, i Gojira o Devin Townsend Project, ma nessuno è stato in grado di regalarci un disco da porre nella cima delle proprie carriere discografiche. Nessuno tranne i Katatonia. The Fall of Hearts rappresenta il loro punto più alto in quanto a complessità creativa senza mai perdere, però, la propria impronta.
(la recensione completa la trovi qui)


Requiem for Hell

  • N°7 MONO - Requiem for Hell
Un'opera epica che non ha bisogna di parole. Un viaggio epocale che in realtà si svolge dentro di ognuno di noi. La capacità onirica dei MONO viene esaltata da questo disco che trova spazio, anche, per dei regali musicali.
(la recensione completa la trovi qui)


Memento Collider

  • N°6 Virus - Memento Collider
E' stato il primo disco che ho recensito su questo blog. Il ritorno di una band unica che ha dato, ancora una volta, il meglio di sé in questo album. Complesse trame che solo i Virus riescono a tessere dando nuova linfa al avantgarde metal.
(la recensione completa la trovi qui)



Mariner

  • N°5 Cult of Luna & Julie Christmas - Mariner
Unico disco presente in questo elenco a non essere stato recensito in questo blog perché era uscito qualche mese prima della sua apertura. I contrasti presenti in questo disco danno una spazialità incredibile arricchendo tutti gli artisti impegnati in questo lavoro. Nuovi orizzonti per il post metal.


Contrapasso

  • N°4 Seven Impale - Contrapasso
Un gruppo che ha un background musicale che non sembra di questi tempi ma che aggiunge di tutto alla propria musica. Brani complessi che si snodano con una logica messa in piedi dalla band e, dunque, impossibile da replicare. Un disco pieno di talento.
(la recensione completa la trovi qui)


Realms

  • N°3 Darkher - Realms
Il primo LP di quest'artista inglese è uno dei regali più meravigliosi di questo 2016. Un disco intrinseco di una bellezza oscura che ti conquista senza lasciar via d'uscita. Una voce meravigliosa che incanta portandoci a spasso tra la nebbia musicale della sua band.
(la recensione completa la trovi qui)

Samen

  • Nº2 öOoOoOoOoOo - Samen
Geniali sin dalla scelta del nome della band. Un disco che è molto di più di un insieme di canzoni ma che dev'essere vissuto come un'esposizione d'arte. Una metafora della vita e della complessità dell'esistenza. Imprescindibile.
(la recensione completa la trovi qui)


Kodama

  • N°1 Alcest - Kodama
Quando avevo recensito questo disco il mio voto era stato alto ma non il più alto di tutti. La magia è scattata successivamente quando i brani presenti in Kodama s'insinuavano improvvisamente nei più dispari momenti. Gli Alcest hanno costruito un album perfetto che emoziona in un modo unico. Un mix di nostalgia onirica e di profonda intimità che viene celebrato. Un inno ed una pietra miliare del blackgaze per i tempi futuri.


Per darvi una dimensione sonora di questa classifica ecco questo video riassuntivo. Buon 2017 a tutti!!!!










sabato 1 ottobre 2016

Alcest - Kodama: la perfezione della musica onirica

(Recensione di Kodama degli Alcest)


Per fortuna siamo essere poetici. Per fortuna la nostra vita non si basa soltanto nel soddisfare i nostri bisogni primari ed assecondare il nostro istinto. E' la poetica, l'immaginazione e la capacità di creare dei mondi diversi a quelli che viviamo quello che ci spinge a vivere. Facciamo dei sogni per inseguirli.

Neige degli Alcest lo sa bene. Sa che la musica è il veicolo per abbracciare i sogni, per dipingere con le note il mondo che vorrebbe e che lega tanto ai suoi ricordi d'infanzia. Sa, anche, che non è l'unico a pensarla così ed è abile a pescare nella cultura gli elementi che arricchiscono il suo discorso musicale. Per quello questo Kodama, quinto disco degli Alcest, guarda verso il Giappone e le concezioni oniriche che il paese del sole nascente sa regalare. 
Il fascino di quest'esercizio sta nella traduzione degli stimoli, nel modo di dare una concretezza alle influenze ed idee. E' affascinante perché fate queste premesse si potrebbe pensare che la musica degli Alcest sia luminosa ed usufruibile con facilità da qualsiasi ascoltatore, e nel caso di questo Kodama che abbia riferimenti troppo marcati della cultura orientale. Invece non è così. La magia di questo duetto francese sta nella capacità di rielaborare tutto quanto in un loro linguaggio proprio dove la luce viene messa in evidenza dalle ombre, dove la bellezza è forza creando un muro sonoro che difficilmente lascia l'ascoltatore indifferente. 



Kodama veniva annunciato come un disco che avrebbe marcato un ritorno alle radici black della band, abbracciando più significativamente il genere del quale sono precursori, cioè il blackgaze. Sarebbe riduttivo pensare che questo lavoro si chiude in quella definizione. Il ventaglio di elementi musicali che vengono messi in gioco è complesso e molto interessante. Kodama è un disco di sfumature, di momenti di grande potenza melodica e di altri di ritmi ricercati e trascinanti. E' un disco che usa l'oscurità come esaltazione dell'onirico. E' un disco che dovrebbe essere un manifesto di come si suona la chitarra nel 2000, di come la creazione di trame sonore è la priorità e non l'esercizio virtuoso mirato a dimostrare quanto bravo si è. Ma non è un disco di sola chitarra, la batteria è impeccabile, motore trascinante delle progressioni lunghissime dei brani. La voce completa questo tritico perfetto essendo quasi uno strumento in più. Il trattamento sonoro che subisce e le variazioni tra voce pulita e growl accentuano le diverse parti dei brani. Tutt'altro che il classico concetto di pop dove la voce deve stare sopra a tutto il resto gerarchizzando in modo sbagliato la funzione della musica. Gli Alcest sanno perfettamente che la parte strumentale può parlare molto di più delle parole, per quello vanno ricorso alla voce quando è necessario senza mai enfatizzarla ma neanche diminuirla. 

I kodama sono degli spiriti che risiedono negli alberi e si ritiene che vederli sia di buon auspicio, la musica di questo lavoro è perfettamente paragonabile. E' energica e positiva, e questo punto potrebbe sembrare contraddittorio perché l'aria nostalgica che si sente deve essere associata alla capacità di sognare e di evadere con la mente e non associata ad un pensiero negativo. Ma non solo, Kodama è spettrale, viene costruito su linee di chitarre evocative, nella miglio tradizione del post rock, ed è, soprattutto, onirica. Ascoltare questo lavoro è viaggiare, è andare altrove con la mente, è partire alla ricerca di un nostro proprio kodama.



La title track è una canzone che permette perfettamente di capire cosa costruisce questo disco. Nei suoi oltre 9 minuti di durata gli Alcest ci regalano delle progressioni complesse, sorprendenti ed intelligenti. Riescono a ricreare una trama inaspettata che cambia spesso.
Un altro brano che merita un ascolto approfondito, anche se, come nel caso di tanti dischi recensiti, tutto il disco merita reiterati ascolti, è Oiseaux de Proie. Bellissimo il titolo, bellissimo il brano che veramente porta a pensare al volo di un rapace pronto a interrompere il suo volo maestoso con una discesa in picchiata finalizzata nella cattura della propria preda. Il brano è proprio quello, è l'aria che con le sue correnti permette il volo, è l'osservazione, è la forza fisica di tanta destrezza, è il premio.



In tutta onestà devo dire che ci sono dischi che mi fanno innamorare sin dal primo ascolto, e poi ci sono altri che mi conquistano piano piano ma che sono molto più letali. Kodama appartiene alla seconda categoria. Ad ogni play l'infatuamento è maggiore progettandomi dentro al mondo costruito dagli Alcest. E' un disco senza pecche che, al contrario, sorprende per l'immensa capacità di ricreare musicalmente un mondo sonoro complesso ma soprattutto coerente. E' un disco che porta a chiedersi: ma come fanno? Perché al di là della complessità c'è una profonda naturalità. E' bello vivere nel sogno.

Voto 9/10
Alcest - Kodama 
Prophecy Poductions
Uscita 30.09.2016

martedì 23 agosto 2016

L'Oracolo dell'Underground: Le prossime uscite 2

Proprio in questi giorni è stata diffusa la notizia che in Italia nel 2015 sono stati venduti più dischi "vecchi" che nuove uscite. E' un segnale che deve portare a riflettere in modo approfondito e non lasciarsi andare ad una dichiarazione del tipo: "ormai non si fa più musica di qualità". Questo blog, in qualcosa di più di due mesi, mi è già servito per recensire un bel po' di musica attuale di grandissima qualità ma che, purtroppo, molto spesso rimane in un ambito molto underground.
Sarebbe, dunque, il caso che le grandi multinazionali puntassero di più alla qualità e meno ai prodotti di largo consumo che diventano dei propri e veri "usa e getta".
Per fortuna il panorama, per chi ha deciso di navigare all'ombra, è molto ricco e nei mesi successivi ci godremo diversi dischi nuovi. 
Vi ricordo che il 25 luglio vi avevo parlato dei prossimi lavori di: Devin Townsend, Opeth, Korn, Litfiba, Riverside, Pain of Salvation, GlerAkur, Soen e Blindead. Il post in questione potete leggerlo qui.
Vediamo adesso che altre uscite sono dietro l'angolo.



Il 30 Settembre uscirà l'atteso nuovo lavoro dei francesi Alcest. Avrà per nome Kodama ed un primo assaggio è stato dato dal singolo Oiseaux de Proie.






Andiamo al mondo del post metal che si nutrirà di un nuovo disco. Il 7 Ottobre sarà il turno di Mouth of The Architect. Il loro nuovo disco si chiamerà Path of Eight ed è stato anticipato dal brano Drown the Old.





Parlando dei gruppi più famosi i Metallica hanno creato una grande aspettativa grazie a Hardwired, primo estratto del loro prossimo disco d'inediti che uscirà il 18 novembre e che si chiamerà Hardwired.... To Self-Destruct. Questo primo singolo ha un'aggressività che riporta, in parte, alla luce il thrash metal che è stato il loro primo marchio di fabbrica.