lunedì 11 febbraio 2019

Windswept - The Onlooker: il carillon stonato

(Recensione di The Onlooker dei Windswept)


Un carillon è uno degli oggetti più affascinanti e contraddittori che rappresentano l'infanzia. Non è soltanto il loro suono, il loro modo di diventare preziosi ma anche quello che significa un carillon rotto, la cui melodia ha sofferto piccole aritmie e modulazioni inarmoniche. Per quello è un oggetto che spesso si utilizza per simbolizzare la profanazione della purezza infantile, infliggendo così una delle peggiori ferite che possa essere concepite. Ecco la contraddizione, più prezioso si è più fragile si diventa.

Non è un caso se The Onlooker, secondo disco degli ucraini Windswept inizia proprio col suono di un carillon. E' la porta d'ingresso verso le sensazioni che governano questo lavoro. Un'inquietudine che accompagna tutte le tracce ma un'inquietudine poetica che si nutre di un'immaginario letterario, fatto da figure mitologiche che sintetizzano le nostre paure. Lì dove il raziocinio non arriva entra in gioco la poesia. Mi spiego meglio, diventa più semplice creare dei miti che affrontare certe idee devastanti, perché "umanizzare" quelle idee permette di alleggerire qualcosa che diventa troppo pesante. Ecco, per me questo disco è pieno di quelle figure, anzi fa di quelle figure il centro della scena per poter affrontare tante tematiche in un modo poetico, metaforico, anche romantico se si vuole. Alla fine l'arte esiste per tradurre emozioni in un modo che sia molto più effettivo, questo è l'intento di questo lavoro.

Windswept

E' potrebbe sembrare molto strano che sia così, perché The Onlooker è un disco di black metal dove tante cose potrebbero sembrare cupe, violente e devastanti ma la magia avviene nel sotto-testo. Da quella lettura più approfondita verrà fuori la vera intenzione dei Windswept. Cioè quella di raccontare storie che in realtà custodiscono dei discorsi importanti legati a quello che da sempre c'impaurisce. Questo disco è come un libro scritto da un'abile mente che riesce a far riflettere con ogni nuova frase. Per quello il mio consiglio è quello di scavare dentro a questo disco e di cercare i messaggi che devono portarci ad interrogarci su tante cose e a avere una visione chiara di quello che siamo, quello che amiamo e quello che ci spaventa.

The Onlooker è un'opera che rientrerà nelle grazie di chi predilige gli insegnamenti che arrivano attraverso le storie e i racconti. Per quello la sua poetica fonte ha il suono di quel carillon che ogni tanto fa ascoltare una nota fuori tempo e stonata. Sono le stonature quelle che portano d'avanti questo lavoro dei Windswept perché dietro a ciascuna nota che "suona male" c'è una motivazione ed è molto più interessante cercare di capire quello che non va da quello che invece funziona alla perfezione. 

Pesco due brani che spiegano meglio tutto ciò.
Il primo è Stargazer che ci introduce subito dentro al mondo musicale voluto dalla band. Un black metal vecchia scuola, rozzo ma onesto, cupo e poetico. E subito ci si abitua a cercare oltre la superficie, a collegare le diverse note che ascoltiamo in modo di formare una melodia che non è altro che la voce narrante di questa storia.
Il secondo è Bookworm, Loser, Pauper. Molto più diretto, più crudo, più rabbioso ma non per quello meno poetico del primo. Perché ogni storia dev'essere raccontata in modo diverso. Qualche volta la premessa è d'obbligo, altre volte è inutile, per esempio in questo caso.



The Onlooker è uno di quei lavori dove la bellezza oscura supera tutto il resto. La capacità di costruire un discorso musicale che sia d'impatto non per la potenza, non per la materia di quello che si racconta ma per il modo che si utilizza per raccontarlo è la chiave di svolta di questo lavoro dei Windswept, lavoro da gustarsi con il giusto mood.

Voto 8/10
Windswept - The Onlooker
Season of Mist
Uscita 08.02.2019

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