(Recensione di Phanerozoic I: Palaeozoic dei The Ocean)
Riflettendoci noi umani siamo quasi il nulla. Abitiamo un pianeta che esiste da molto molto tempo prima della nostra esistenza. La cosa contraddittoria che siamo proprio noi quelli che abbiamo modificato quanto più possibile l'equilibrio sul quale si basa tutto. Siamo noi che abbiamo avvelenato il pianeta e siamo noi che abbiamo il dovere morale di salvarlo, altrimenti andremmo incontro all'estinzione. E se la storia c'insegna qualcosa è che ci sono stati tanti altri abitanti della Terra che ormai non esistono più se non come reperti archeologici. Per quello dobbiamo cambiare e salvare il nostro mondo, altrimenti saremmo il reperto per qualcos'altro.
Trovo affascinante l'operato del collettivo The Ocean, progetto tedesco di post metal, che con ogni disco crea dei ponti tra il nostro presente e le diverse epoche geologiche che hanno governato il nostro mondo. Phanerozoic I: Palaeozoic è il loro ottavo disco ed è la prima parte dedicata all'eone Fanerozioco che si completerà con un secondo disco, con prevista uscita nel 2020. Dicevo che rimango affascinato dal tentativo di mettere insieme preistoria e presente, di riflettere e capire che cose ci accomunano e quali ci differenziano. In concreto il Paleozoico è celebre perché lì si verifica la maggiore estinzione di massa della storia. Viene spontanea la domanda: cosa abbiamo in comune oggi con quella era? Credo che la risposta radichi dentro all'aspetto metaforico, al fatto che noi uomini tendiamo a fare estinguere idee, progetti e tecnologie dando spazio a nuove evoluzioni. Ma la mia è solo una tesi, non necessariamente esatta. Sia come sia quello che è innegabile è che il peso storico, o preistorico, ha un riflesso nella musica di questo collettivo dando nascita a brani mastodontici, che hanno sempre un peso importante e imponente. Nulla è un caso e nulla è lasciato al caso. Si prova sin dall'inizio la sensazione di essere di fronte ad un monolite musicale di profonda coerenza. Un'opera che travolge e che si presenta così solida da accattivare l'ascoltatore. Non ci sono tregue, non ci sono respiri, non ci sono incoerenze o spazi per esperimenti. Tutto fila liscio come un blocco di giaccio che non vuole assolutamente fermarsi e per il quale si fatica a immaginare una forza che riesca ad arrestarlo.
Phanerozoic I: Palaeozoic è indubbiamente un disco di post metal ma quello che contraddistingue i The Ocean è il loro modo d'interpretare questo genere. Forse perché non è un genere longevo ma è tremendamente istruttivo vedere come i loro maggiori rappresentanti prendano delle strade diverse avendo in comune solo le sonorità tipiche di questo genere. Nel caso del disco del quale mi ci occupo quest'oggi come dicevo prima c'è una grande coralità che ci dimostra l'unicità della direzione intrapresa. Per quello, anche se ci sono momenti di calma ed interventi elettronici è indubbio che la band vada in modo convinto a ribadire una propria identità che ormai da anni è nota. C'è da registrare l'ospitata di Jonas Renkse, cantante dei Katatonia, che presta la sua voce in una delle tracce del disco, Devonian Nascent, regalando qualcosa in più a quello che viene già dato dal collettivo, ribadendo che quanto ci sono idee in comune nascono delle perle come quel brano. In altre parole questo disco è senz'altro una conferma di quello che abbiamo ascoltato nei sette precedenti album della band ma ci dimostra una compattezza ancora maggiore, un modo di far proprio un genere che regala tante sfumature.
Phanerozoic I: Palaeozoic ha quella potenza che nasce da quello che lo ispira e lo nutre. Questo è un disco mastodontico, sia come suono che come intenzione. E per quello poteva nascere soltanto dentro a un genere come il post metal e da una band come The Ocean. C'è qualcosa d'ancestrale nelle sue note e nella sua ritmica, qualcosa che sembra aver viaggiato nel tempo fino ai nostri giorni, qualcosa da decifrare con i codici attuali per così capire meglio la terra che ci ospita.
Scelgo due brani da questo massiccio lavoro.
Il primo è Cambrian II: Eternal Recurrence. Credo che questo sia il brano perfetto che va a sintetizzare quello che è l'intenzione del collettivo. Il loro modo d'interpretare il post metal e di utilizzarlo come miglior linguaggio per esprimere le proprie inquietudini artistiche. Per quello c'è una grande concretezza ma anche quel sapore di sacro, di antico, di incancellabile. E' un blocco di pietra che ha sopravvissuto ad eoni ed eccolo lì, di fronte a noi.
Il secondo è il prima nominato Devonian Nascent. Non è soltanto d'obbligo nominarlo per via della presenza di Jonas Renkse ma anche per il modo nel quale questa presenza cresca con questo brano e come questo brano cresca grazie a lei. E' qualcosa che non ascolteremmo mai nei Katatonia e, nello stesso tempo, una sfumatura assolutamente diversa dentro alla musica del collettivo. Una collaborazione artistica che c'entra perfettamente il suo scopo. Brano prezioso da riascoltare fino alla stanchezza.
Phanerozoic I: Palaeozoic è quindi un regalo dal passato remotissimo, una testimonianza viva di quello che forse non riusciamo neanche ad immaginare.I The Ocean in un certo modo ci ricordano con questo disco che noi, umani, non siamo i proprietari del nostro pianeta ma siamo ospiti. Ci ricordano anche che la storia c'insegna quanto facile sia l'estinzione e l'evoluzione. E' una specie di monito d'allerta da ascoltare assolutamente.
Voto 9/10
The Ocean - Phanerozoic I: Palaeozoic
Metal Blade Records/Pelagic Records
Uscita 02.11.2018
Sito Ufficiale The Ocean
Pagina Facebook The Ocean
Phanerozoic I: Palaeozoic è indubbiamente un disco di post metal ma quello che contraddistingue i The Ocean è il loro modo d'interpretare questo genere. Forse perché non è un genere longevo ma è tremendamente istruttivo vedere come i loro maggiori rappresentanti prendano delle strade diverse avendo in comune solo le sonorità tipiche di questo genere. Nel caso del disco del quale mi ci occupo quest'oggi come dicevo prima c'è una grande coralità che ci dimostra l'unicità della direzione intrapresa. Per quello, anche se ci sono momenti di calma ed interventi elettronici è indubbio che la band vada in modo convinto a ribadire una propria identità che ormai da anni è nota. C'è da registrare l'ospitata di Jonas Renkse, cantante dei Katatonia, che presta la sua voce in una delle tracce del disco, Devonian Nascent, regalando qualcosa in più a quello che viene già dato dal collettivo, ribadendo che quanto ci sono idee in comune nascono delle perle come quel brano. In altre parole questo disco è senz'altro una conferma di quello che abbiamo ascoltato nei sette precedenti album della band ma ci dimostra una compattezza ancora maggiore, un modo di far proprio un genere che regala tante sfumature.
Phanerozoic I: Palaeozoic ha quella potenza che nasce da quello che lo ispira e lo nutre. Questo è un disco mastodontico, sia come suono che come intenzione. E per quello poteva nascere soltanto dentro a un genere come il post metal e da una band come The Ocean. C'è qualcosa d'ancestrale nelle sue note e nella sua ritmica, qualcosa che sembra aver viaggiato nel tempo fino ai nostri giorni, qualcosa da decifrare con i codici attuali per così capire meglio la terra che ci ospita.
Scelgo due brani da questo massiccio lavoro.
Il primo è Cambrian II: Eternal Recurrence. Credo che questo sia il brano perfetto che va a sintetizzare quello che è l'intenzione del collettivo. Il loro modo d'interpretare il post metal e di utilizzarlo come miglior linguaggio per esprimere le proprie inquietudini artistiche. Per quello c'è una grande concretezza ma anche quel sapore di sacro, di antico, di incancellabile. E' un blocco di pietra che ha sopravvissuto ad eoni ed eccolo lì, di fronte a noi.
Il secondo è il prima nominato Devonian Nascent. Non è soltanto d'obbligo nominarlo per via della presenza di Jonas Renkse ma anche per il modo nel quale questa presenza cresca con questo brano e come questo brano cresca grazie a lei. E' qualcosa che non ascolteremmo mai nei Katatonia e, nello stesso tempo, una sfumatura assolutamente diversa dentro alla musica del collettivo. Una collaborazione artistica che c'entra perfettamente il suo scopo. Brano prezioso da riascoltare fino alla stanchezza.
Phanerozoic I: Palaeozoic è quindi un regalo dal passato remotissimo, una testimonianza viva di quello che forse non riusciamo neanche ad immaginare.I The Ocean in un certo modo ci ricordano con questo disco che noi, umani, non siamo i proprietari del nostro pianeta ma siamo ospiti. Ci ricordano anche che la storia c'insegna quanto facile sia l'estinzione e l'evoluzione. E' una specie di monito d'allerta da ascoltare assolutamente.
Voto 9/10
The Ocean - Phanerozoic I: Palaeozoic
Metal Blade Records/Pelagic Records
Uscita 02.11.2018
Sito Ufficiale The Ocean
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