(Recensione di From Silence to Somewhere dei Wobbler)
Credo che la differenza fondamentale che c'è tra fare qualcosa di nuovo usando vecchie sonorità e cadere in una anacronistica copia è che il primo caso è degno di applauso e di entusiasmo. Il secondo, invece, denota una fossilizzazione a livello di idee e di originalità. Per chi è un assiduo lettore di questo blog sa perfettamente che, in un modo o l'altro, la mia ricerca musicale è quella della novità, del lavoro inedito che fa capire che nella musica c'è tanto ancora da dire. E per fortuna di settimana in settimana m'imbatto in lavori che mantengono immutato il mio entusiasmo verso una delle cose più belle della nostra vita: la musica.
From Silence to Somewhere è il quarto album dei norvegesi Wobbler ed è un disco che a ogni ascolto regala un'intensità emotiva propria di grandi dischi. Il perché è dovuto ad una incredibile alchimia che riesce a mettere insieme l'utilizzo cospicuo di un linguaggio musicale passato, com'è il rock progressivo scuola anni 60/anni 70 e la capacità di regalare lo stesso un album che suona attualissimo e bellissimo. Perché è facile avere certe capacità musicali che ti portino a costruire fedelmente un disco di un certo genere, già difficile da suonare, ma non lo è affatto poter costruire un lavoro pregevolissimo ed originale. Ed è proprio quello che è riuscito a fare questo gruppo. Nelle quattro tracce che compongono questo lavoro abbiamo un racconto sonoro e linguistico che si dipinge da quella poetica che ha dato al rock progressivo un profilo intellettuale che per fortuna lo distanziava dalla noiosa capacità tecnica di suonare complesse strutture. Questo è un disco composto con maestria, con la voglia immensa di emozionare l'ascoltatore, di non lasciarlo mai tranquillo ma grazie alla tensione che si riesce a creare quello che viene fuori è un coinvolgimento totale, come se questo disco godesse nel catturarci e non ci liberassi fino a che l'ultima nota si spegnesse. Mica facile!
Questo disco ha tanti richiami verso la musica di mostri sacri del rock progressivo, come i Gentle Giant, i primi King Crimson, i primi Genesis o gli italianissimi PFM e Banco del Mutuo Soccorso. Gruppi tutti che sono passati alla storia non tanto per la loro impeccabile capacità musica e strumentale ma per la costruzione accurata di brani preziosi, che ormai sono patrimonio dell'umanità. Ebbene, dal mio umile punto di vista pure questo disco merita questo sguardo. Lo merita perché è un disco che emoziona, è un disco dove risulta difficilissimo trovare delle lacune, è un disco che è suonato magistralmente da musicisti bravissimi. Non basta per convincervi? E allora metto in atto un asso che avevo nella manica. From Silence to Somewhere è un disco che poteva nascere soltanto nel 2017. Poco importa selle acque da dove bevono i Wobbler siano delle acque antiche. C'è un'alchimia che è assolutamente nuova, delle sfumature che danno a questo lavoro un profilo assolutamente odierno, con un insieme di suoni che coniuga alla perfezione passato e presente. Per quello anche se il punto di riferimento principale della band sono delle idee sonore di quasi 50 anni fa è impossibile non denotare tracce di tutto quello che è successo nella musica in questi ultimi anni. Tra l'altro anche il mondo è molto diverso da com'era allora e anche di questo c'è traccia in questo disco. Come se certe "timidezze" di lavori del passato non trovassero più spazio, diventando così un lavoro spinto ma mani esagerato.
Mi sembra molto più difficile essere in grado di costruire qualcosa di profondamente valido affidandosi a formule consolidate. Questo perché per riuscire a non cadere nella via più semplice ed effettiva bisogna essere veramente propositivo bisogna essere intelligente e talentuoso. From Silence to Somewhere (titolo bellissimo tra l'altro) è proprio così. E' un disco pieno d'intelligenza, un disco ingannevole perché non usa soltanto un passato musicale ma ci regala anche un futuro propositivo ed un presente fatto di evoluzioni molto addentrate in ognuno di noi. I Wobbler hanno sfornato un disco immenso.
Essendo questo un lavoro di quattro tracce, delle quali una è un piccolo intermezzo musicale, non mi sembra assolutamente giusto analizzarne solo qualcuna, per quella faccio qualche annotazione sulle tre tracce cantate.
From Silence to Somewhere è epica. Intensa e vissuta, raccoglie alla perfezione l'eredità lasciata da quelle canzoni progressive che raccontavano tante storie.
Fermented Hours è sicuramente un omaggio molto sentito al progressive italiano, per quello ha una parte recitata proprio in questa lingua ed è ricco di quella capacità quasi drammaturgica di trasformare la musica in vere e proprie opere teatrali. Bellissima.
Foxlight inizia cattiva, come se fosse la canzone più "arrabbiata" di questo disco, ma piano piano che va avanti lascia lo spazio alla bellezza dei cambi, alla capacità di passare da una parte all'altra come se saltassimo continuamente felici di roccia in roccia.
Faccio sempre molta attenzione ad esprimere giudizi troppo positivi, perché qualche volta l'entusiasmo di un primo ascolto annuvola la mente non permettendo di avere uno sguardo completo di quello che si sta sentendo. Per quello mi curo molto nell'affermare che From Silence to Somewhere dei Wobbler è uno dei migliori dischi di questo 2017. E mi auguro che anche voi la pensiate così.
Voto 9/10
Wobbler - From Silence to Somewhere
Karisma Records
Uscita 20.10.2017
sto al primo ascolto... ma di norma ogni nuova uscita progressive , tranne rarissimi gruppi mi fa storcere il naso fin da subito o mi provoca noia... questo però sembra un album VIVO capace di interessarmi a pieno.
RispondiEliminaConcordo con te. Molti dischi progressive sembrano brutte copie di lavori storici. Questo però ha un tocco nuovo.
EliminaWobbler in concerto al Defrag di Roma il 23 marzo:
RispondiEliminaScandinavian Prog Festival:
Venerdì 23 marzo 2018: Wobbler + 1 prog band italiana dal contest.
Sabato 24 marzo 2018: Jordsjø + 2 prog bands italiane dal contest
DEFRAG – via delle Isole Curzolane 75
https://www.facebook.com/events/302643790225002/
Grazie della dritta, sarebbe bello andarci
Eliminasei il benvenuto, Changa. ora stiamo condividendo la recensione. Grazie, Sergio (organizzatore)
EliminaGrazie mille Sergio !
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